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Graziani: "Juric è un comandante vero. Non sarà facile vincere né per il Toro né per la Roma"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Francesco Graziani
Francesco Graziani

Francesco Graziani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Graziani ha indossato la maglia granata dal 1973 al 1981 e in seguito quella della Roma dall’83 all’86, terminata l’attività agonistica è diventato allenatore e attualmente è opinionista in trasmissioni sul calcio. Con lui si è parlato della partita di questa sera alle 18 fra le sue ex squadre.
Mourinho contro Juric: come vede la sfida fra questi due allenatori?
“No, no è Roma contro Torino. Poi ci sono in mezzo anche Juric e Mourinho, ma le partite non le vincono gli allenatori bensì i giocatori che vanno in campo. La Roma ha vinto bene con il Genoa in campionato e in Conference League con lo Zorja Luhans’k per cui ha ritrovato entusiasmo e autostima e non sarà una partita facile per il Toro. Ma credo che anche per la Roma non sarà facile perché il Torino in difesa ha giocatori molto bravi e non a caso sono la seconda difesa del campionato dopo il Napoli e davanti non mancano gli attaccanti bravi, anche se per la verità sprecano molto pur creando tante occasioni però, per un motivo o per un altro sbagliano molto. E qualche volta non sono neanche fortunati quindi sarà una bella partita e entrambe le squadre vorranno fare risultato. La Roma, forse, ci arriva meglio dal punto di vista psicologico perché queste due vittorie le hanno ridato serenità, entusiasmo e autostima e tornerà a giocare all’Olimpico e ci saranno 45-50mila persone per cui anche il fattore campo comincia a diventare importante per le squadre che giocano in casa”.
Il Torino ha il problema dei giocatori infortunati che condizioneranno un pop le scelte di Juric.
“Sono situazioni che capitano a tante squadre. Il Torino davanti ha ritrovato buoni giocatori quali Belotti, Brekalo che sta facendo molto bene, Praet e Pjaca e dietro sono bravi per cui io non starei a piangere per gli assenti. Quando un giocatore non c’è si deve sfruttare al meglio chi c’è. Anche perché Verdi non gioca mai, non è un titolare. Ansaldi idem. L’assenza di Madragora effettivamente ha un peso. Rodriguez è un buonissimo calciatore, ma la difesa pure senza di lui sta facendo bene e mantiene la stabilità dei risultati per cui Rodriguez non cambia le prospettive difensive e poi c’è Buongiorno che sta facendo bene. Comunque io mi preoccupo di più quando mancano altri giocatori”.
Mourinho e Juric sono sue allenatori dal grande temperamento e riescono a trasmetterlo alla squadra. Forse in questo momento più Juric al Torino che Mourinho alla Roma?
“Sì, anche perché tecnicamente sono due squadre un po’ diverse. La Roma è più competitiva e ha più qualità tecnica rispetto al Torino, pero Juric intanto è molto bravo soprattutto nella gestione dello spogliatoio e dal punti di vista tattico ed è molto esigente. E’ un comandante vero e al Toro serviva un comandante dentro quello spogliatoio. Tutti lo seguono. Mi ricordo che quando mio figlio Gabriele allenava il Mantova mi diceva sempre “Babbo vado spesso a vedere Juric perché lui è molto bravo, vedrai che farà carriera” e mio figlio non si è sbagliato su di lui perché sta facendo una bellissima carriera. Juric è l’allenatore ideale per il Torino e il fatto che oggi ci sia lui a guidarlo va bene, anche se devo dire che la classifica si è risistemata dopo la vittoria con l’Udinese perché prima non era del tutto eccelsa. Il Toro è una squadra che deve osare un po’ di più, deve credere un po’ di più nelle sue potenzialità.


Questa sera potrebbe esserci una sorta di duello a distanza fra Belotti e Zaniolo. Cosa pensa di questi due giocatori?
Zaniolo arriva da due infortuni seri e con lo Zorja l’ho rivisto per la prima volta in grande spolvero e non so se giocherà questa sera, anche perché rientra Pellegrini e si vedrà se Mourinho darà un turno di riposo a Mkhitaryan nel caso allora giocherà Zaniolo oppure entrerà nel secondo tempo. Vedremo, tutto é possibile. Ma per me non è un duello a distanza fra Zaniolo e Belotti. Penso che Belotti debba ritornare a giocare a certi livelli se vuole aiutare il Torino a migliorare la sua classifica e, soprattutto, se vuole avere poi l’opportunità di maggiori corteggiamenti da altri club. Visto che sembra che non rinnovi con il Torino ha bisogno di fare prestazioni importanti se vuole porsi all’attenzione di squadre italiane, o addirittura di estere, di un certo livello. Ma quasi quasi gli converrebbe diventare un’icona del Toro, anziché andare alla ricerca di chissà che cosa. Non so quante squadre importanti possano adesso essere interessate a lui. Se migliorasse le prestazioni forse sì, ma non è oggi così appetibile come lo era qualche anno fa”.
Fra pochi giorni, il 3 dicembre, ci sarà il 115° compleanno del Toro. Che cosa può dire ai tifosi granata?
“Io porto i tifosi del Toro nel cuore, voglio loro bene. Ci siamo divertiti insieme, abbiamo scritto insieme una straordinaria pagina di storia di questo club (lo scudetto del 1976 l’unico dopo la tragedia di Superga, ndr): noi in campo e loro sugli spalti. Mi ricorso il grande affetto e calore di quando andavano nei Toro club con Giagnoni, Fabbri e Radice. Era bellissimo toccare con mano la passione e l’amore che c’è da parte della tifoseria del Toro nei confronti della squadra. Condividere le disgrazie, i momenti tristi, ma anche la gioia. Io quell’esperienza la ricordo sempre con grande affetto e amore. 115, 116 … io spero di esserci al 130°. Quando ci sarà la possibilità di partecipare a qualche evento importante verrò, non so se adesso per il 3 dicembre ci chiameranno e se vorranno fare qualche cosa. Se Cairo ci chiama, noi rispondiamo presente”.
Cosa augura al Torino per il prossimo futuro?
“Che possa tornare a giocare per obiettivi diversi. Dicono che oggi ci siano sette sorelle, considerando le prime sette squadre in classifica, e mi piacerebbe che potessimo diventare l’ottava, se non addirittura scavalcarne qualcuna, invece, siamo ancora sotto e negli ultimi anni abbiamo persino rischiato di retrocedere: una cosa bruttissima per una squadra costruita con quelle qualità tecniche che aveva. Quest’anno ho l’impressione che si possa lottare anche per un posto in Conference League, che è il traguardo più alla portata. I posti in Champions sono già occupati e in Europa League quasi. Per diventare l’ottava sorella c’è da superare la concorrenza del Bologna, della Fiorentina e del Verona, anche se queste ultime due ieri hanno perso con Empoli e Sampdoria. Non è facile, ma se dovessi augurare qualche cosa al Toro vorrei appunto che diventassimo l’ottava sorella di questo campionato”.

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