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ESCLUSIVA TMW - Genoa, Zukanovic: "Qui mi sento a casa, darò il massimo"

di Andrea Piras
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo il giro di boa mister Prandelli gli ha concesso maggiore fiducia, schierandolo sempre al centro della difesa a quattro. Ervin Zukanovic è diventato uno dei punti fermi della retroguardia del Genoa che nel girone di ritorno ha incassato sei reti in sette gare giocate e che nelle ultime due uscite ufficiali ha mantenuto la porta di Radu inviolata. Esterno o centrale poco importa, il difensore bosniaco ha sempre risposto presente ogni volta che è stato impiegato sul terreno di gioco.

Zukanovic, in questa seconda parte di campionato sta giocando con continuità. Quanto è importante la fiducia di mister Prandelli?
"Sicuramente è importante per me ma anche per la squadra. Perché alla fine conta solo il gruppo, se io posso dare una mano siamo tutti più contenti".

Due gare con la porta inviolata, quattro reti subite nelle ultime sei gare. La difesa ha ritrovato la sua solidità.
"Stiamo lavorando tutti i giorni e vogliamo sempre migliorare. C’è ancora tanto spazio per crescere ma siamo sulla strada giusta. Dobbiamo solo continuare così, crescere e imparare i dettami del mister più velocemente".

Prima giocava in una difesa a tre, ora, come in Nazionale, in una retroguardia a quattro. In quale modulo si trova meglio?
"Non saprei dirti. Ho giocato con entrambi i moduli. Alla fine con una difesa a quattro mi trovo bene, sicuramente perchè è lo schema con cui ho giocato già in Nazionale, o anche nelle altre precedenti esperienze. Però con una difesa a quattro c’è più equilibrio e ti porta ad avere più propensione offensiva".

Com’è mister Prandelli? Cosa vi chiede in allenamento?
"E’ un allenatore con grande esperienza che chiede soprattutto concentrazione e attenzione in ogni seduta. Cerca di far capire i piccoli dettagli, vuole sempre un grande atteggiamento ma anche le piccole cose che noi giocatori dobbiamo capire per proporre il suo gioco".

Dopo il successo in extremis contro la Lazio sono arrivati due pareggi con Chievo e Frosinone. Si poteva osare di più?
"Noi volevamo fare risultato con entrambe le squadre. Contro il Chievo non abbiamo giocato un grande calcio, alla fine abbiamo portato a casa il punto. Con il Frosinone secondo me abbiamo fatto la partita, soprattutto nel secondo tempo abbiamo giocato praticamente solo una porta. Abbiamo creato ma è mancato solo il gol. Peccato ma è andata così. Non è facile, anche altre squadre hanno perso punti con il Frosinone, come la Samp. La Roma ha avuto difficoltà. Non è facile giocare contro squadre che occupano gli ultimi posti della classifica perché non hanno niente da perdere e ogni punto è importante".

A Parma con la rabbia giusta?
"In tutte le partite dobbiamo giocare con la rabbia giusta. Non possiamo entrare in campo con l’atteggiamento diverso da altre. Noi siamo professionisti, la motivazione e la concentrazione devono essere le stesse. Secondo me non c’è nessuna differenza fra Frosinone, Chievo e Parma: dobbiamo scendere in campo con lo stesso atteggiamento".

Di fronte ci sarà Gervinho, giocatore molto veloce. Come si affronta?
"Non dobbiamo pensare molto a questa cosa. Tutti i giocatori sono forti quando gli lasci fiducia e spazio. Noi dobbiamo pensare a noi stessi, questo è più importante. Se noi entriamo molli loro diventano forti. Noi dobbiamo essere pronti a fare il meglio possibile. Come può finire? Non si sa. Io dico sempre che si può vincere, pareggiare o perdere ma conta come sei sceso in campo. Noi giocatori sappiamo dopo la fine della partita se abbiamo fatto bene o male".

In Nazionale è arrivata la promozione in Lega A di Nations League, ora ci sono le qualificazioni a Euro 2020 nel girone con l’Italia.
"Abbiamo un grande gruppo con un nuovo allenatore. Ora siamo stati promossi in Lega A di Nations League, abbiamo fatto bene, abbiamo una squadra giovane con alcuni giocatori esperti. Tanti hanno lasciato la Nazionale, come Ibisevic e Lulic che sono stati giocatori importanti per noi, e ora sono arrivati ragazzi giovani che stanno facendo bene. Ora abbiamo la qualificazione a Euro 2020, è importante iniziare con due vittorie. Giochiamo in casa e sarà bello. Il nostro obiettivo è arrivare all’Europeo".

Tornando al Genoa, ci sono molti giocatori giovani. Come sono stati accolti dal gruppo?
"Noi che siamo qui da più tempo gli aiutiamo molto. Io gli dico sempre che devono avere l’ambizione, lavorare e crescere. Poi, certo, io gli posso dare questi consigli ma se i giovani non hanno la fame e la voglia di migliorare non intraprendono la strada giusta. I nostri sono tutti tutti bravi, ora dipende solo da loro".

Fra questi giovani c’è anche Romero suo compagno di reparto.
"L’ho visto già dal triangolare che abbiamo giocato in Germania: io giocai la prima partita e lui la seconda e quindi lo vidi dalla tribuna. E’ un ragazzo con potenzialità, gli ho detto di usare bene la testa, rimanere con i piedi per terra e crescere. Ha il futuro davanti a lui e ha tantissimi margini di miglioramento".

Da Piatek a Sanabria: cosa è cambiato?
"Sono entrambi ottimi giocatori. Piatek è un grande attaccante e anche adesso al Milan lo sta dimostrando. Sanabria è giovane ma si vede il suo talento, dipende solo da lui".

A gennaio, prima delle parole di fiducia di Prandelli, quanto è stato vicino a lasciare il Genoa?
"Un buon giocatore ha sempre mercato. Ci sono state possibilità, ma il mister ha parlato con me. Da professionista mi sono sempre allenato bene, con concentrazione, attenzione e motivazione. Lui ha voluto che rimanessi, anche se è chiaro che prima volevo più spazio. Ora mi trovo bene e darò il meglio per la squadra".

Sono due anni che è al Genoa: il suo rapporto con città e tifoseria.
"Dopo due anni mi sento come a casa. Sono felice qua con la mia famiglia e i bambini vanno già alla scuola calcio. Marassi poi è uno stadio in cui, giocandoci anche da avversario, sentivo uno stimolo di adrenalina in più. E’ una bella tifoseria quella del Genoa, lo stadio è caldissimo e quando giochiamo in casa tutti devono avere un po’ di paura".

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