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ESCLUSIVA TMW - De Fanti: "Tanganga-Toro era legata a Buongiorno. Vi spiego la scelta di Borini"

di Raimondo De Magistris
Fonte: Dal nostro inviato a Londra
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Roberto De Fanti è uno degli operatori di mercato italiani più apprezzati e riconosciuti a Londra. In passato anche direttore sportivo del Sunderland, De Fanti negli anni s'è reso protagonista di tante operazioni e intermediazioni sull'asse Italia-Inghilterra: da Cambiasso dall'Inter al Leicester City a Harry Winks dal Tottenham alla Sampdoria passando, ad esempio, per Manolo Gabbiadini dal Napoli al Southampton. Con lui abbiamo affrontato diversi temi, partendo dalla netta vittoria conquistata ieri sera dall'Inghilterra a Wembley contro l'Italia: "Siamo partiti in vantaggio, ma poi i valori tecnici e fisici sono emersi. In questo momento la nazionale inglese, tolto Messi dall'Argentina, è una delle più forti in assoluto. Ciò che vincono anche a livello giovanile ti fa capire l'importanza che hanno dato alla crescita dei giocatori inglesi. Vedere ieri calciatori come Bellingham, Foden e Rashford, tutti ancora molto giovani se non giovanissimi, è stato uni spettacolo. Noi non avevamo tanti giocatori che hanno vinto l'Europeo, certo, ma questo non giustifica il fatto che abbiamo una generazione che deve sudarsi anche la qualificazione all'Europeo. Siamo in ballo con l'Ucraina, abbiamo mancato l'accesso al Mondiale per una sconfitta contro la Nord Macedonia. E' un peccato vedere una Nazionale così per un italiano che opera qui a Londra".

Perché in Italia a tuo avviso si fa così fatica nel produrre talento?
"Noi italiani ci incensiamo continuamente per Coverciano, per le nazionali giovanili, poi però i risultati non ci danno ragione. Credo loro siano molto più attenti alla tecnica, mentre noi abbiamo allenatori di settori giovanili ancora più improntati sui risultati. Io andrei a rivedere tutto ciò che riguarda il lavoro nei settori giovanili. Non riusciamo più a produrre i Roberto Baggio, i Roberto Mancini, i Totti, i Del Piero. E' una situazione che va avanti da più di 10 anni e non possiamo dare la colpa ai ragazzi, ma a chi li allena e a chi li produce per farli andare in prima squadra. Non riusciamo più a vedere esordi di giovanissimi nelle nostre squadre di Serie A. Forse la Serie B è diventato oggi un bacino per i giovani, ma anche lì si fa fatica perché il campionato non è di grande livello e c'è poca qualità. Qui in Inghilterra dicono che se hai abbastanza qualità per giocare l'età non conta: Foden da tre anni gioca nel Manchester City, Bellingham da altrettanti gioca ad altissimi livelli. E pensare che noi fino a dieci anni fa eravamo lì, un grande rammarico".

Hai riportato Borini in Italia. Come è andata questa estate la trattativa con la Sampdoria?
"Lo gestisco da dieci anni e ho una grandissima ammirazione per lui, Fabio è un ragazzo estremamente intelligente. Dopo aver realizzato 20 gol in Turchia era a scadenza e poteva scegliere qualsiasi altra destinazione, aveva sul tavolo tre offerte sul tavolo nettamente superiori a quelle della Samp. Ma lui ha ancora passione e ambizione: vuole vincere, parliamo di un giocatore che ha giocato nel Chelsea, nella Roma, nel Liverpool e nel Milan. La Sampdoria è una grande decaduta del calcio italiano e una volta che Pirlo l'ha contattato e gli ha prospettato il progetto blucerchiato, una squadra che vuole tornare a essere quella di un tempo e tornare tra le prime otto italiane, non ci ha pensato un attimo. Vuole far parte della storia della Sampdoria, abbiamo firmato un triennale ma speriamo possa prolungare e finire poi la carriera lì. Vuole diventare una bandiera di questo club".

C'è stata la possibilità di portarlo in Serie A?
"Sì, ma lui voleva disputare un campionato vincente. Riteneva che la Sampdoria potesse disputare un campionato vincente e dopo una stagione da 20 gol non voleva tornare a giocare per la salvezza. Purtroppo in questo momento i risultati non stanno aiutando la Samp, ma mi auguro che presto possa tornare a lottare per la promozione in Serie A".

In estate Tanganga è stato molto vicino al Torino. Com'è andata la trattativa?
"Il suo arrivo era legato a un'uscita. La trattativa è iniziata quando Buongiorno stava per andare all'Atalanta: Vagnati ha avuto sempre una grande passione per Tanganga, un difensore che ha debuttato con Mourinho e ha giocato anche con Conte che bloccò nel 2022 il suo trasferimento al Milan. E' successo poi che Buongiorno non è andato all'Atalanta e la trattativa è sfumata. Alla fine abbiamo definito il trasferimento in prestito con diritto di riscatto all'Augsburg, club tedesco molto orientato a prendere giocatori dalla Premier League".

Joronen è uno dei migliori portieri della Serie B. In estate era un'idea forte della Lazio
"Si trova molto bene a Venezia, un club dove poi è andato anche Pohjanpalo di cui è testimone di nozze. Sono molti amici, è una società orientata a prendere giocatori scandinavi e lì davvero si trova molto bene. Però io come agente devo sempre valutare le opportunità che lo possono migliorare a livello tecnico: è emersa la Lazio, ci faceva piacere che l'idea di portarlo in biancoceleste fosse nata dallo staff tecnico. Però poi per come si è sviluppata la trattativa era difficile per il Venezia accettare l'offerta della Lazio, anche perché appariva chiaramente che avrebbe fatto il numero 12. I valori finanziari spesso stabiliscono il valore dei calciatori e, al di là del miglioramento contrattuale, per come stava andando la trattativa s'era capito che avrebbe fatto il dodicesimo e basta senza possibilità di andarsi a giocare il posto. La trattativa quindi non è andata in porto, anche perché poi è emerso che la Lazio avrebbe potuto prendere Sepe a condizioni migliori".

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Lunedì 20 Maggio 2024
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