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ESCLUSIVA TMW - Berggreen: "In Danimarca abbiamo imparato da voi. Calcio? Ora importante è vivere"

di Lorenzo Marucci
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Klaus Berggreen racconta la situazione in Danimarca e come si vive oggi l'emergenza coronavirus. L'ex centrocampista di Pisa, Roma e Torino dice a Tuttomercatoweb.com: "Mi sento fortunato ad essere in Danimarca perché adesso il virus e il contagio non sono così gravi come in Italia. Vedendo la situazione del vostro paese ci siamo attrezzati e abbiamo preso subito le precauzioni. Devo dire che vedendo adesso quel che succede in Italia è tutto molto triste e sono dispiaciuto per i miei amici. Con i miei ex compagni di squadra abbiamo creato un gruppo whatsapp in cui ognuno racconta come sta e come si comporta".

Come passa queste giornate?
"Sto in casa con la mia famiglia ed esco solo per andare a lavorare nella mia azienda di moda dove siamo in tre e a distanza di due metri l'uno dal'altro. Lavoro con ditte in Toscana a Prato e a Lucca oltre che in Scandinavia, ma ora qui tanti piccoli negozi hanno chiuso e rischiano il fallimento nonostante il governo cerchi di aiutarli".

In casa invece cosa fa?
"Ho una casa grande e posso fare molte cose. Sistemo il giardino e poi vado a correre nel bosco qui vicino. Tra l'altro adesso dopo mesi di brutto tempo è arrivato anche un bel sole".

Parlando di calcio il grande interrogativo è se si riprenderà a giocare...
"E' un problema universale che riguarda l'Italia così come anche la Danimarca e le altre nazioni. Per me, se non si concludono i campionati va cristallizzata la classifica e lo scudetto lo vince chi è adesso in testa, vedi il Liverpool in Inghilterra. Non si può non assegnarlo ai Reds. Hanno quindici punti di vantaggio sulla seconda".

In Italia però la Juve ha un solo punto di vantaggio sulla Lazio...
"La sfortuna e la fortuna ci sono sempre. L'importante è vivere ed essere sani. Il calcio è un gioco: ho dei seri dubbi che si possa riprendere a giocare".

Che pensa di Eriksen? In Italia all'Inter ci si aspettava di più da lui...
"L'importante è dargli la possibilità di inserirsi. Lui si è fatto apprezzare in Inghilterra dove ci sono molte meno pressioni rispetto all'Italia. Ha bisogno di tempo per conoscere il vostro calcio, poi magari riesce a segnare su punizione e cambia tutto. Ho visto che ha preso una traversa, è stato sfortunato perché se segnava si sbloccava e era tutta un'altra cosa. Deve anche fare i conti con uno stress enorme che c'è nel calcio italiano, io lo so perché l'ho vissuto... Deve impararee il vostro calcio, in Italia siete più avanti tatticamente, sapete marcarlo stretto e lui deve essere pronto a questa situazione. Ma ha l'arma del tiro preciso e potente. Se segna, scatta la scintilla".

Qual è il suo ruolo ideale?
"In Nazionale è un 10. E corre anche parecchio, pure senza palla. Questo è un aspetto molto importante, corre più di dieci chilometri a partita. E' di grande aiuto per la squadra, si impegna tanto".

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