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ESCLUSIVA TMW - Baldanzi: "Sono contento di essere rimasto a Empoli. Trattative? Non ne so molto"

di Lorenzo Di Benedetto
Fonte: da Empoli, Lorenzo Di Benedetto e Alessio Del Lungo
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Dal momento dell'Empoli ai sogni futuri, con la testa concentrata sulla salvezza degli azzurri in Serie A. Tommaso Baldanzi, talento classe 2003 del nostro calcio, si è raccontato in esclusiva a TMW partendo proprio dalla stagione in corso, con i toscani che puntano a mantenere ancora una volta la categoria in una stagione partita non nel migliore dei modi, visto anche l'avvicendamento in panchina, ma che nelle ultime settimane sta vivendo una netta crescita, culminata con la vittoria contro il Napoli al Maradona prima della sosta: "La partita è stata molto bella e molto importante. Ho fatto i complimenti ai miei compagni perché era molto difficile vincere e portare punti a casa. Siamo molto contenti perché è un successo che ci rilancia e ci mette nella posizione di poter continuare a fare punti e credere nei nostri obiettivi".

Essere considerato uno dei trascinatori di questa squadra le piace o è un peso?
"No, non è un peso. Penso sia così, ci sono tanti giocatori più esperti di me che mi stanno aiutando molto come sempre. Sono contento di poter essere un valore aggiunto per la squadra e cerco di mettere le mie caratteristiche a disposizione, dando sempre il massimo in campo".

Credete nella salvezza? Sapete di potercela fare?
"Penso che l'Empoli sia una squadra costruita per salvarsi, ci siamo prefissati questo obiettivo. Ci saranno delle difficoltà, come è normale che sia, ma ci crediamo tanto, come anche i nostri tifosi. Vogliamo raggiungere l'obiettivo".

Ha lavorato con tanti allenatori: da Buscè a Zanetti fino a Dionisi e Andreazzoli. Ci racconta le differenze tra questi tecnici?
"Sono stati tutti importanti per me. Mi sono sempre trovato bene con tutti. Con Dionisi ci ho passato meno tempo ma mi ha fatto esordire in Coppa Italia ed è un bravissimo allenatore. Con Buscè ci ho fatto tantissimi anni, lo ringrazierò sempre anche perché con me ha fatto un grandissimo lavoro soprattutto sotto il profilo mentale. Andreazzoli l'ho avuto già due anni fa e avevo visto che era una bella persona e un grande tecnico. L'ho ritrovato adesso con le stesse idee di calcio che approvo molto. Poi Zanetti: mi ha dato fiducia facendomi giocare tutto l'anno e lo ringrazierò per sempre per questo".

Tutta la sua carriera, finora, in un unico club. Quanto si sente legato e quanto è riconoscente all'Empoli?
"Tantissimo, è il tredicesimo anno che sono qui, sono passati tanti allenatori e dirigenti. Sono riconoscente al massimo e voglio un sacco di bene a questa maglia. La amerò per sempre".

Quali sono i suoi sogni per il futuro?
"Sinceramente non ne ho qualcuno in particolare. Mi piace molto questo sport e spero di poterlo fare per tanti anni al massimo".

In estate c'è stata la trattativa con la Fiorentina che come confermato da più parti era a un buon punto. Come l'ha vissuta?
"Sinceramente non lo so. In estate si parla molto di mercato ma non ne parlo io personalmente quindi non ne so molto. Sono molto contento di essere rimasto qui a Empoli, mi ha fatto molto piacere continuare a far parte di questa società Sono molto felice di essere qui e voglio raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati".

Tanti giocatori nati a Empoli si sono poi trasferiti in una big. Vede uno step intermedio prima di approdare a un grandissimo club italiano o europeo?
"Non so se sono pronto perché non spetta a me giudicarlo. Penso che ci saranno degli step da fare, alcuni lo hanno fatto, altri no, ma il mio step giusto in questo momento è l'Empoli: sono felice di essere qui e lavorare in azzurro".

A livello fisico pensa di dover migliorare?
"Ci sono dei lati in cui posso migliorare, ci lavoro ogni giorno. Uno di questi è il lato fisico, mi alleno tanto, anche in palestra e penso possa servirmi nella mia carriera".

Trequartista o esterno: qual è il ruolo dove preferisce giocare?
"Ho sempre ricoperto il ruolo di trequartista e naturalmente mi torna meglio giocare in quella posizione, ma sono due ruoli molto simili e posso giocare anche esterno. Ovunque il mister deciderà di mettermi mi farò trovare pronto".

Pensa alla Nazionale maggiore?
"È inevitabile. Ci penso ed è il sogno di ogni bambino ma come ho detto prima ci sono degli step da fare. Ho fatto l'Under 20 e sono rimasto molto contento e orgoglioso. Ora c'è l'Under 21 e stiamo facendo un bel cammino. Poi se continuerò a lavorare verrà tutto da sé".

Che emozioni le rimangono dal Mondiale Under 20 perso in finale?
"Sicuramente è stata un'esperienza indimenticabile giocare un Mondiale un Argentina. Dispiace e ci sono stato male per essere arrivato fino alla finale ma non essere tornato a casa con una medaglia di un altro colore. C'è rammarico ma c'è anche tanta consapevolezza di aver fatto un gran Mondiale e di aver vissuto un'esperienza indimenticabile".

Le Nazionali Under vanno bene, l'Italia maggiore fa sempre fatica negli ultimi anni, Europeo a parte. Perché?
"Sono competizioni difficili in campo internazionale. La Nazionale maggiore è una Nazionale molto molto molto forte e uscirà da questo momento. I giocatori ci sono e i ragazzi sono tutti di grandissimo talento".

Alcuni suoi compagni come Casadei e Ndur sono andati all'estero. In Italia si punta poco sui giovani?
"Ultimamente è un po' il contrario, vedi Vignato, Miretti e Scalvini che si stanno affermando. Ognuno fa il suo percorso, qualcuno aveva bisogno di andare a giocare in un campionato all'estero e ha fatto bene a provare".

Vicario e Asllani sono in club top in Europa. Sogna di fare un percorso come loro?
"Hanno fatto due percorsi molto importanti e sono molto contento e orgoglioso di loro. Sono due miei grandi amici, due ragazzi forti e ambiziosi che lavorano tanto. Per il momento si sono meritati tutti questo".

Questi calciatori che hanno fatto il grande salto, cosa le hanno trasmesso a livello di mentalità?
"Vicario, come Caputo e Luperto, mi hanno aiutato tanto sotto l'aspetto mentale e del lavoro. Guglielmo lavorava sempre, senza pausa. Questo è fondamentale".

Dybala è il suo idolo. C'è una caratteristica che vorrebbe rubargli?
"A parte tutte, direi i numeri in fase realizzativa".

Corsi ha fatto il paragone tra lei e Di Natale. Si rivede un po' in lui, anche se i ruoli sono diversi?
"Intanto ringrazio il presidente per il complimento, davvero bello. Ognuno avrà il suo percorso, non so quale sarà il mio. Sicuramente lui è stato a grandissimi livelli per tanti anni e sono molto contento di essere paragonato a lui".

Pochi infortuni muscolari, molti di più da trauma. Solo sfortuna?
"Un giocatore che cerca più dribbling è più soggetto a botte o a infortuni del genere. Ci posso lavorare, come ho detto prima anche sotto il punto di vista fisico. La distorsione alla caviglia però non penso che c'entri molto".

C'è una persona che vorrebbe ringraziare?
"Penso che un nome sarebbe riduttivo. Ringrazio la mia famiglia che c'è sempre stata".

Chiuda gli occhi: dove si vede tra cinque anni?
"Non lo so. Spero di fare il meglio possibile e di arrivare in alto".

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