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ESCLUSIVA TMW - Andreazzoli: "Gestione Pallotta positiva. Scudetto? La Roma può dare fastidio"

di Dario Marchetti
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Aurelio Andreazzoli torna a parlare e lo fa in esclusiva ai microfoni di TMW per fare il punto sulla Roma che nella stagione 2013, dopo l'esonero di Zeman, ha allenato. Dal giudizio a Fonseca a quello a Pallotta, passando per Pedro, Mkhitaryan e gli obiettivi della squadra giallorossa in questa stagione. Ecco le sue parole:

Dopo un anno e mezzo sulla panchina della Roma, come valuta fino a questo momento l’operato di Fonseca?
“L’ho conosciuto personalmente perché alla prima giornata dello scorso campionato abbiamo giocato contro e mi ha fatto un’ottima impressione per come la squadra si esprimeva in campo. Era una squadra con un approccio predisposto ad assumere una mentalità importante. La bravura sua e che mi ha impressionato è la capacità di cambiamento. Appena conosciuto il campionato italiano ha cambiato alcune cose del suo gioco che hanno portato a migliorare la squadra come si è visto. Se facessimo un profilo di Fonseca prima della partita di Napoli parleremo di un’evoluzione importante”.

Allora come si spiega il passo falso di Napoli?
“I risultati del campo dicono che con le grandi la Roma fatichi, ma non penso sia un dato certo. Con il Napoli è una gara che può capitare, non è detto che sia un demerito della Roma, ma un merito della squadra di Gattuso. A volte una squadra non riesce a esprimersi per via degli avversari e l’altra sera mi è sembrato di vedere un Napoli importante. Può succedere poi che ci siano serate in cui gli elementi di spicco di una rosa non siano al top della forma e questo mi è sembrato di vedere domenica”.

Quindi quale deve essere l’obiettivo della Roma?
“Stare nei primi quattro posti del campionato italiano è un obiettivo importante. Io credo, come sta dimostrando il Milan, che quando si riesce a far collimare diverse situazioni può nascere di tutto e non è detto che sia una sorpresa”.

Ma la Roma può dar fastidio per lo Scudetto?
“Torniamo indietro di una settimana. La squadra ha dimostrato di avere le potenzialità, poi è chiaro che queste sono espresse dai singoli. Se Dzeko supera i suoi malanni e torna a essere Dzeko, diventa un calciatore che fa la differenza. Lo stesso succede con Ronaldo nella Juve e Lukaku nell’Inter. Se questi calciatori prendono una direzione poi si esalta il potenziale dell’intera squadra”.

Si aspettava che Pedro e Mkhitaryan fossero così decisivi?
“Sono calciatori di alto livello e lo hanno sempre dimostrato. Pedro l’ho sempre apprezzato, mi stupisce che abbia questa risolutezza. Complimenti a lui e a chi lo ha portato a Roma”.

Avendola vissuta che giudizio si può dare della prima gestione americana?
“Io l’ho vissuta in gran parte e il giudizio è nettamente positivo. Non ci sono solo i risultati del campo. E’ chiaro che ai tifosi interessi quello, ma di cose ne sono cambiate all’interno. Forse anche troppe sul cambio degli uomini, ma come struttura il club è diventato importante. Ho visto un salto in avanti importante. Poi restano le posizioni o titoli, ma certo non finisce lì il giudizio di chi ha lavorato”

Un ricordo di Maradona
“Purtroppo un ricordo particolare non ce l’ho perché non ho mai avuto la possibilità di vederlo dal vivo. Come tutti ho apprezzato le gesta, ma in video. Se devo fare riferimento a qualcosa in particolare sicuramente alla gioia che ti trasmetteva in campo.N on era solo un far bene le cose, come facevano anche altri. Ha conquistato tutti. La differenza più importante l’ha fatta proprio sotto questo aspetto, mentre gli altri hanno fatto grandi cose lui ci è riuscito ma in modo diverso. Questo sentimento così alto si è trasformato in un momento di tristezza vedendo gli ultimi periodi della sua vita. Mi ha fatto molta tenerezza, mi creava dolore fisico vederlo in quelle condizioni recenti di difficoltà”.

Mister quando la rivedremo in panchina?
“Non dipende da me. Siccome qualche errore l’ho fatto nel recente passato, voglio evitare di farne altri. Non ho incombenze nello scegliere, se devo decidere il mio futuro voglio farlo con ponderazione”.

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