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Danilo: "Miretti e Fagioli mi ricordano il primo Foden del City. Daranno tanto alla Juventus"

di Simone Bernabei
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Il difensore della Juventus Danilo ha parlato a DAZN soffermandosi principalmente sulle difficoltà bianconere di questo avvio di stagione: "Siamo a 10 punti dal primo posto, che è ciò che vogliamo puntare. Non dico che siamo in un buon momento, perché la Juventus deve essere sempre al primo posto, ma abbiamo la capacità di guardare oltre. Con questo atteggiamento e questo pensiero, restando un po' distaccati da ciò che viene detto all'esterno, possiamo arrivare lassù".

La vittoria col Lecce cosa ha dato?
"C'è la dimostrazione di forza, nel calcio come nella vita ci sono i momenti brutti, i momenti in cui cadi, ma l'importante è il prossimo passo, la voglia di rialzarsi. Al di là della vittoria l'atteggiamento è stato giusto".

Cosa è cambiato all'interno del gruppo?
"Questa maglia non permette di avere quei risultati di prima, ognuno ha alzato il livello di attenzione, ha voluto dare qualcosa di più in campo, non c'è stato un patto, abbiamo capito che avevamo bisogno di dare di più solo guardandoci negli occhi".

Cosa vede nei giovani Miretti e Fagioli?
"Fa piacere, mi ricordo di Foden al City... A 17 anni vedevo nei suoi occhi il desiderio di imparare e stare coi più grandi, qua oggi vedo Miretti e Fagioli che hanno quella voglia negli occhi. Questo ci dà una spinta anche a noi, io ci parlo e gli do qualche insegnamento, ma dà un qualcosa in più anche a me. Il loro aiuto in questo momento ci serve, anche perché sono alla Juventus fin da quando sono bambini. Per essere alla Juventus non devi solo saper giocare bene a calcio, devi avere testa e capacità di esserci nei momenti decisivi. Nei prossimi anni potranno dare tante cose buone alla Juventus".

Il palo colpito dal Lecce nell'ultima di campionato?
"Ho ringraziato Dio, sicuramente contro il Benfica quella palla sarebbe entrata...".

La gara con l'Inter dello scorso anno?
"Giocando alla Juventus non riesco a dire che dopo una sconfitta è stata una delle migliori partite... Abbiamo avuto un giusto atteggiamento ma non abbiamo vinto e questa è la cosa importante. Erano 3 punti importantissimi. Poi per come sono andate le cose ci ha tolto un po' di fiducia, un po' di spinta e dopo non è semplice rialzarsi. Ma credo che quest'anno le cose possano andare diversamente. Noi stiamo riuscendo a tornare a fare bene le cose, a stare sempre bene in partita e concentrati".

Come vede Pogba?
"Alla Juventus lui è a casa, quando sei a casa fai le cose in modo diverso, più spensierato, e per uno come Paul è importante perché così riesce a fare le cose che sa. Per noi è stato triste non averlo, so che è duro lavorare ai margini della squadra, ma lo vedo con tanta voglia di tornare, di aiutare, ci chiede sempre come vanno le cose, ha interesse nel far parte di questa famiglia".

Le difficoltà della squadra in queste prime gare stagionali nel reagire?
"Non è facile da analizzare... Secondo me la Juventus, anche da quando guardavo da fuori, aveva sempre un atteggiamento di sofferenza. Se vincevi 1-0 e poi soffrivi per portare a casa il risultato gli ultimi 15 minuti andava bene, vedevo piacere nei calciatori nel difendere il risultato. Negli ultimi anni si è provato a cambiare qualcosa e questa identità è andata un po' da un'altra parte. In questo sono importanti Bonucci, Alex Sandro e Cuadrado che sono qua da tanti anni, loro possono farci vedere quello spirito. Quando c'è un'identità c'è sempre qualcosa a cui aggrapparsi. Non credo sia un problema di testa, credo sia solo un discorso di ritrovare l'identità".

I suoi idoli?
"I miei genitori, le cose che ho visto fare a loro per me e i miei bambini per farci crescere come persone buone non va dimenticato".

Avverario più forte affrontato?
"Neymar".

Hobby?
"Leggere".

Una portita che vorrebbe cancellare?
"La finale di Copa America 2019".

Chi ascolta la muscia peggiore nello spogliatoio?
"Moise Kean".

E chi si veste peggio?
"McKennie sicuramente".

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