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Crotone, Cosmi: "A volte non ci basta neanche dare il massimo. Il 3-5-2? Mi piace perdere"

di Ivan Cardia
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© foto di FC Crotone

La salvezza è un miraggio per il Crotone di Serse Cosmi, che torna in campo contro la Sampdoria dopo la gara con l’Udinese, nella quale diversi osservatori hanno visto la squadra pitagorica scarica: “Parzialmente scarica, perché poi se andiamo ad analizzare la partita siamo stati in gara, però ci è mancato qualcosa in più, concordo. Mi auguro che sia stato un contraccolpo rispetto alla sconfitta di Spezia, per noi è stata più di una sconfitta a livello psicologico. Credo ci sia mancato poco per ottenere un risultato contro l’Udinese”.

Cuomo e Rojas avranno ancora spazio?
“Cuomo è giovane ma l’anno scorso ha giocato un campionato intero di Serie B vincendolo, sta mettendo esperienza ma è già affidabile. Consideriamo che era la prima di tre partite in una settimana, ma avranno la possibilità di essere titolari”.

Siete magari distratti dalle difficoltà, ma c’è da affrontare la Sampdoria.

“No, io non sono distratto. Vi assicuro che siamo pronti ad affrontare le prossime partite, con quello che ho già detto troppe volte e che non voglio più nominare”.

Quante possibilità avete di vincere le prossime gare, considerata la fragilità difensiva?
“Penso che la partita contro l’Udinese sia stata una cartina tornasole, sicuramente è stata quella in cui abbiamo creato meno, ma senza il palo di Simy avremmo ottenuto un punto. Non avrebbe cambiato la classifica, ma la situazione sarebbe stata diversa. Il problema di questa squadra è che in alcuni casi neanche esprimersi al massimo ci ha fatto portare a casa dei punti. È un calvario che non voglio vivere, come nessuno di noi”.

Contro l’Udinese è mancata la motivazione di qualcuno. Pensa di cambiare?
“Diciamo che tutta la squadra era leggermente sotto tono, però ci saranno dei cambiamenti per tanti motivi. Ci sono calciatori che devono tirare il fiato e altri che scalpitano. Ogni partita uno ne cambierebbe 5-6, ma ho abusato della parola motivazione. Non siamo stati motivati come avrei voluto io, quindi ora parlo al singolare: io sono motivato”.

Infortunati oltre Benali e Marrone?
“Qualcuno ha dei problemi. Vulic si è allenato solo oggi, Djidji ha chiuso l’allenamento con una piccola distorsione alla caviglia. Aspettiamo domani”.

Come ha visto la squadra?
“Io credo che il fatto che la società abbia portato in ritiro la squadra sia già stata una risposta. Nessuno molla, non credo che il presidente si sia divertito a farlo, l’ha fatto perché ha voluto mandare un segnale. Mi viene da sorridere, ti svegli la mattina e vedi il mare: ho fatto tanti ritiri, con caratteristiche ben diverse a livello logistico”.

Perché insiste sul 3-5-2?
“Perché a me piace perdere, quindi insisto col 3-5-2 e sono stra-felice. Scherzi a parte, si può discutere di tutto e io lo faccio per primo. Ho pensato mille volte a cambiare qualcosa, ma finché non vedo squadre superiori a noi a livello tattico non ne capisco il motivo. I nostri problemi credo siano altri e sono sotto gli occhi di tutti quelli che li vogliono vedere”.

L’argomento del momento è la Superlega. Cosa ne pensa?
“Ho già espresso sui social la mia opinione. Il calcio teoricamente è dei ricchi, di chi dispone di possibilità economiche per poter far sì che esistano le società. Però chi vive il calcio in quella maniera può comprare tutto, ma è una ricchezza senza senso. Mi spiego: il senso del calcio non sono solo i profitti. Il calcio nasce e vive nelle emozioni che regala. Ho letto commenti sprezzanti nei confronti di questa città tra chi sostiene la possibilità di vedere in Superlega commenti strabilianti. Io in Champions di partite strabilianti ne ho viste un paio dell’Atalanta e non ne ricordo altre. Non mi pare che voglia andare in Superlega, quindi non riesco a capire. Il calcio è amato perché dà delle emozioni, le ha date e le seguita a dare. Anche se è vero che il dramma del calcio non è successo ieri: sono dieci anni che arrivano queste proposte, i distratti di oggi mi fanno sorridere. La tavola non penso si sia apparecchiata in un giorno. Quindi seguito a dire: i tifosi sono quelli che capiscono molto prima quello che può accadere nel calcio, per un motivo semplice. Vivono di emozioni, di una sconfitta e di una vittoria. Quindi loro per primi hanno capito che il calcio sta prendendo una piega sbagliata. So che siamo nel 2021, non sono ingenuo, so che le cose sono cambiate, ma bisognerebbe vivere il calcio con una distribuzione equa. Se poi bisogna creare qualcosa per società in grandissime difficoltà mi chiedo perché privare chi non lo è di qualcosa. Si nasce per giocare con la Juve ma anche contro la Juve. Io mi tengo stretta Spezia-Crotone, almeno abbiamo visto 15 occasioni da gol. Altre partite non hanno dato questo spettacolo".

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