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Cagliari, con la risoluzione del contratto di Oliva si assottiglia la pattuglia Celeste

di Francesco Aresu
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Da gennaio 2019 a gennaio 2022. Tre anni passati a cercare spazio, 30 presenze per tentare di convincere i vari tecnici che si sono succeduti sulla panchina del Cagliari che sì, quel mediano venuto da Montevideo – preso dal Nacional, ma con cartellino di proprietà del Boston River – potesse essere utile alla causa rossoblù. Inutile ricordare che nessuno tra Maran o Zenga, tra Di Francesco o Semplici fino a Mazzarri gli ha mai dato davvero fiducia. Con la risoluzione consensuale del contratto arrivata ieri, Christian Oliva non è più un calciatore del Cagliari. Tre anni e quattro stagioni sportive attraversate, senza mai riuscire a conquistare il cuore dell'allenatore: in mezzo anche sei mesi in quel di Valencia, con la camiseta numero 10 sulle spalle, 9 presenze e 2 assist per comparire degnamente sul libro delle meteore passate al Mestalla. Ma è soprattutto in rossoblù che Toto non ha lasciato un segno tangibile del suo passaggio. Oggetto misterioso nella sua prima annata in Sardegna, senza presenze salvo il secondo tempo del Trofeo Sardegna contro l'Olbia a Macomer, in campo 13 volte con 2 gol (tra Serie A e Coppa Italia) nel 2019-20, stagione indimenticabile in casa Cagliari con il Centenario, il quarto posto raggiunto dopo il 5-2 alla Fiorentina e il repentino crollo.

Trenta presenze in tre anni
Il gol segnato a Bergamo, nello 0-2 rossoblù contro l'armata gasperiniana del 3 novembre 2019, è probabilmente il punto più alto della carriera di Oliva in Sardegna, terminata ufficialmente ieri con il post Instagram seguito al comunicato ufficiale del club di via Mameli. "Volevo ringraziare tutte le persone che in questi tre anni mi hanno mostrato il loro amore, mi sono fatto tanti amici e sono arrivato in una città incredibile, dove ho preso i ricordi più belli", ha scritto Toto sul suo profilo per salutare una terra che non lo ha visto certamente protagonista come avrebbe desiderato. Ora potrà scegliersi il destino: il Nacional Montevideo lo accoglierebbe a braccia aperte, ma Oliva vorrebbe provare a restare in Europa o, altrimenti, valutare l'offerta dell'Internacional di Porto Alegre, club brasiliano allenato dal connazionale Alexander Medina, che lo avrebbe già voluto con sé ai tempi in cui allenava il Talleres di Cordoba in Argentina. Con la sua partenza si assottiglia sempre di più la colonia uruguaiana a Cagliari: via Godin, partito Oliva, in procinto di farlo Caceres e Nandez, a difendere l'orgoglio charrua potrebbe rimanere soltanto Gaston Pereiro, unico sopravvissuto dopo le epurazioni volute dalla dirigenza rossoblù.

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