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Ag. Lukaku: "Cresciuto con Conte all'Inter. Pensava al Real ma il Chelsea è il suo sogno"

di Simone Bernabei
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Lunga ed interessante intervista dell'agente Federico Pastorello a Sky Sports UK. Durante la chiacchierata i temi trattati sono stati molti, dal ritorno di Romelu Lukaku al Chelsea fino al nuovo Newcastle che ha alle spalle il fondo saudita PIF.

L'addio di Lukaku all'Inter e il ritorno al Chelsea?
"Il mercato offre certe opportunità che io considero come treni che passano. E quando il treno giusto si ferma nel posto giusto devi salirci e partire. Immaginavo che nell'estate 2021 ci sarebbe stato un mercato importante per lui. Tre o quattro top club stavano cercando attaccanti importanti e sul mercato non ce n'era uno per ognuno di questi. Durante la sua ultima stagione al Manchester United aveva sempre il Chelsea in testa. Anche il Real Madrid, devo ammettere. Quello è un altro suo sogno immaginando la sua carriera, anche se il Chelsea è sempre stato al 100% il suo obiettivo. E' l'amore della sua infanzia quindi ha sempre avuto il desiderio di tornarci. E' una questione di orgoglio, l'ha sempre avuto nel cuore e nella testa".

I suoi miglioramenti nel biennio all'Inter?
"Due anni di lavoro con Conte lo hanno aiutato. Può segnare di sinistro, di destro, di testa. Lavorando con Conte si è completato come attaccante e ha avuto l'occasione anche di migliorarsi a livello personale. Si è sentito voluto, che è ciò che non provava al Manchester United. In realtà c'è stato un altro motivo per cui ha deciso di tornare: ha avuto un colloquio fantastico con mister Tuchel. Gli ha fatto sentire quel feeling che cercava, gli ha fatto capire che sarebbe stato il perfetto ultimo pezzo del puzzle. E' fondamentale per un giocatore decidere di andare un una squadra con un tecnico che ti vuole davvero".

Nelle ultime partite prima dell'infortunio era rimasto a secco?
"Le aspettative sono altissime e quando un giocatore del suo livello ritorna le persone pensano che possa segnare in ogni gara. Era abituato a farlo a Milano, ma è molto concentrato quindi non mi preoccupo. Sono sicuro al 100% che senza l'infortunio avrebbe segnato molto, è nato per fare gol".

Tuchel ha detto che era sembrato affaticato mentalmente?
"Se Tuchel lo ha detto è perché lo sa meglio di chiunque altro, visto che si allena con lui ogni giorno. La mente ed il cervello di Lukaku sono concentrati sul Chelsea, ora con l'infortunio riposerà un po' e tornerà con ancora più voglia di vincere trofei".

Il modo di giocare di Lukaku è perfetto per la Premier League?
"Non è possibile giocare in ogni gara nello stesso modo, alcune gare di Premier hanno un impatto fisico notevole. Romelu può giocare in ogni modo, tatticamente è molto intelligente, sa giocare con i compagni e può fare gol e assist. Si è completato anche così, diventando un assist man. Inoltre può dare forza e impatto fisico. Ricordate il gol contro l'Arsenal? All'interno di una gara può interpretare entrambe le situazioni".

Il nuovo Newcastle può irrompere in maniera forte sul mercato?
"Ha grande potenziale ma non dovrà essere guidato solo dai soldi. Servono investimenti sul club, far crescere servizi e infrastrutture. Quindi puoi iniziare ad investire, piano piano, sui giocatori. Ovviamente dovranno pagare di più rispetto a Chelsea o United, ma soprattutto dovranno creare e dare la sensazione di avere un progetto. Obbligare i top players ad andare al Newcastle per denaro è pericoloso, alle prime difficoltà potrebbero mollare. E' un po' il problema che c'è a Parigi adesso. Pagano un sacco di soldi, più degli altri, per convincerli perché il campionato non è allo stesso livello di Premier League, Serie A o Liga. Se un giocatore si muove solo per i soldi e non per la felicità e l'esser parte di un progetto sarà complicato raggiungere il successo. Il Newcastle non dovrà fare questo errore, anche perché non è Parigi in termine di bellezza della città. I tifosi non dovranno mettere troppa pressione, sarà un progetto a sviluppo lento, come ad esempio sta facendo il Nizza. E' un processo, stanno creando una base solida".

Il ruolo degli agenti e le polemiche sui compensi e le commissioni?
"Non siamo responsabili di tutte le cose brutte di questo mondo, anzi i bravi agenti hanno aiutato a migliorare le cose. Siamo una parte importante di questo business ma non siamo riconosciuti come tali. Le stelle del film sono calciatori, società e tifosi, ma noi siamo una parte importante, soprattutto per quanto riguarda il calciomercato che genera la parte più consistente dei fatturati, insieme alle televisioni. Dovremmo essere rispettati per questo. Non siamo contrari a trovare il giusto compromesso. La FIFA sta cercando di mantenere le cose così come sono, la UEFA mi sembra un po' più aperta mentalmente. Dobbiamo trovare un livello che le commissioni non possono superare, soprattutto con i problemi sociali e la crisi del Covid. Dobbiamo essere più sensibili".

Come e quanto è limitata la vita di un calciatore?
"Non possono fare sport pericolosi. Sono ben pagati, devono aspettare la fine della carriera per andare a sciare o in moto. Se ti fai male a sciare rischi di stare fuori 6 mesi... Il livello di professionalità è alto e i giocatori sanno che non possono fuggire dalle telecamere o dai social. Sanno che devono restare concentrati sul proprio lavoro".

I rapporti con lo United di Ferguson?
"Avevamo Patrice Evra, Giuseppe Rossi e per un breve periodo Nani, lavorare con Ferguson era come andare all'università. Avevo 26-27 anni, ascoltavo con la bocca aperta come se stessi ascoltando un professore all'università. Era incredibile, umile e modesto per tutto ciò che ha fatto. David Gill poi era un CEO fantastico, ma anche adesso il club è amministrato in modo meraviglioso".

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