Malagò: "Si parla del modello tedesco, ma se si segue va preso tutto. Ripresa? Partita aperta"
di Dimitri Conti
Matteo Gribaudi/Image Sport
Sui nuovi contagi c'è un problema di infortunistica e inquadramento contrattuale?
"Il modello tedesco è applicabile solo se lo prendi per intero, non solo quello del tornare a giocare. Ci sono altri campionati che, dal punto di vista giuslavoristico, sono più simili al nostro. Rispetto alla categoria dei calciatori c'è una grande confusione, ma questa barca, anche se a fatica, sta partendo. Dobbiamo però essere consci della difficoltà della cosa".
L'anno prossimo ci sarebbero i Mondiali di sci. Cosa si dice per gli altri sport?
"Vi dò un'anticipazione. Sono anni che si lavora, e domani Flavio Roda, e io condivido al 100% così come il Ministro che è stato informato, porterà al board internazionale la volontà di spostare i Mondiali da febbraio 2021 a marzo 2022. Perché succede questo? La Federazione è garante degli aspetti finanziari, qualche decina di milioni di euro. Se a ottobre/novembre c'è un problema, il Mondiale non si può fare. A quel punto, anche per come arrivano gli atleti, meglio rinviare di un anno, anche perché nel 2022 ci saranno le Olimpiadi Invernali a Pechino".
C'è troppa incertezza sui campionati?
"Recentemente c'è stato un Consiglio Federale, organismo supremo per l'organizzazione dei campionati. Ha preso varie decisioni, legate anche al Decreto Rilancio, demandando alla federazione una serie di responsabilità come quelle sulla giustizia sportiva e sui format dei campionati. La scelta di dare una deroga è stata coraggiosa, e per me anche corretta. Poi si può condividere o meno. La Lega Dilettanti, movimento mostruoso, forte di questa situazione ha già preso una decisione, e si sa esattamente cosa succede. Gli altri sono rimasti a metà del guado".
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