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Josè Mourinho e Valentino Mazzola, l'uomo triplete e la storia del Toro

di Lorenzo Di Benedetto
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José Mourinho, per tutti o quasi lo Special One. Allenatore dal grande carisma e dai modi talvolta discutibili, fin dagli inizi della sua carriera è riuscito ad abbinare i successi sul campo ad una dialettica del tutto particolare. Che inevitabilmente fa parlare, nel bene e nel male. Dopo una più che modesta carriera da calciatore, inizia come assistente nel Rio Ave, poi Belenenses, Vitoria Setubal, Estrela Amadora, Sporting, Porto e Barcellona. La prima esperienza da 'titolare' è al Benfica, poi Uniao Leiria e il Porto, la tappa che lo fece conoscere al grande calcio e gli regalò il primo e forse più indimenticabile successo della carriera: la Champions League, oltre alla Coppa UEFA e ad un paio di campionati. Nel 2004 passa al Chelsea, quindi dal 2008 al 2010 l'esperienza all'Inter e il triplete nerazzurro a suggellare una storia d'amore intensa e prolifica. Nel 2010, subito dopo il successo sul Bayern Monaco, viene chiamato da Florentino Perez al Real Madrid, quindi il ritorno al Chelsea dal 2013 al 2015. Dal 2016 allena al Manchester United, ma l'esperienza con i Red Devils si concluderà il 18 dicembre del 2018 dopo un'Europa League vinta (l'unico trofeo che gli mancava) e troppi risultati non all'altezza in Premier League. Adesso la nuova avventura alla Roma, dopo quella al Tottenham. Come detto, oltre ai successi, di Mourinho si ricordano i diverbi spesso accesi e quasi sempre imperdibili con stampa, tifosi e allenatori avversari. La sua bacheca è ricchissima e vede 2 Campionati portoghesi, una Coppa del Portogallo, una Supercoppa di Portogallo, 4 Coppe di Lega inglesi, 3 Campionati inglesi, 2 Community Shield, una Coppa d'Inghilterra, 2 Campionati italiani, una Supercoppa Italiana, una Coppa Italia, un campionato spagnolo, una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna, una Coppa UEFA, una Europa League e 2 Champions League.
Oggi José Mourinho compie 59 anni.

Da molti, è considerato uno dei più grandi numeri 10 della storia del calcio, almeno di quello italiano. Nato il 26 gennaio del 1919, Valentino Mazzola è stato capitano e soprattutto simbolo del Grande Torino, la squadra che negli anni '40 dominava fra i confini italiani. Mazzola come detto era il faro di quei meravigliosi granata e grazie alla sua velocità e alla sua leadership sul campo fu accostato, da Bearzot, a Di Stefano. Giocatore a tutto campo, riusciva a disimpegnarsi tanto in difesa quanto in attacco. Inoltre aveva nella tecnica e forza di tiro, con entrambi i piedi, una delle sue qualità più spiccate. Per descrivere la sua facilità di calcio, Boniperti arrivò a dire che "non era possibile stabilire se fosse destro o mancino". Con il Grande Toro giocò 195 partite segnando 118 gol e il suo palmares granata racconta di 5 Scudetti e due Coppa Italia. I trionfi sarebbero potuti essere molti di più, anche in ambito internazionale, se la tragedia di Superga non lo avesse strappato alla vita assieme a tutti i suoi compagni di squadra. Oggi sono passati 103 anni dalla nascita di Valentino Mazzola.

Sono nati oggi anche Gian Piero Gasperini, Delio Rossi, Sebastian Giovinco, Alex Sandor e Salvador Ichazo.

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