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Pioli ha riportato il Milan tra i grandi. Gratitudine dopo 5 anni insieme nonostante un addio inevitabile: il bilancio

di Francesco Finulli
per Milannews.it
www.imagephotoagency.it
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Ottavo, decimo, settimo, sesto, sesto, quinto. Questi sono i piazzamenti del Milan dal 2013/2014 fino all'ottobre del 2019. Poi è arrivato Stefano Pioli. Subentrato sulla panchina del Milan dopo la disastrosa parentesi di Marco Giampaolo che dopo le prime sette giornate aveva raccolto 9 punti (solo tre vittorie) e dopo aver passato un primo momento di ambientamento, il tecnico di Parma da dopo il lockdown in avanti, ha fatto cambiare passo ai rossoneri. In dodici partite 30 punti, nessuna sconfitta e un posto in Europa League che a inizio marzo era insperato. Così Pioli si è guadagnato la conferma e così ha dato avvio alla sua bella avventura con il Diavolo.

I grandi traguardi

Con l'addio ufficiale di Stefano Pioli al Milan, è opportuno riavvolgere il nastro e rendere merito al lavoro che il tecnico emiliano ha fatto in quasi cinque anni di lavoro a Milanello. Nonostante questa separazione, dopo le ultime due stagioni, fosse attesa e necessaria, è corretto e giusto essere grati e riconoscenti a Pioli per aver riportato il Diavolo tra i grandi. La stagione successiva a quella della pandemia, al suo primo anno completo in rossonero, il Milan è campione di inverno: nella seconda parte della stagione uscirà l'Inter alla distanza ma i rossoneri torneranno in Champions League per la prima volta dopo sette anni. Un traguardo inseguito a lungo dal club. L'anno dopo l'esperienza europea non va benissimo, in un girone tostissimo, ma il Milan vince il suo diciannovesimo scudetto, il primo dal 2011. Questa la perla più bella dell'esperienza di Pioli con il Milan tanto che Stefano si tatuerà il tricolore sulla pelle. L'anno successivo, quello scorso, la coccarda della semifinale di Champions League, raggiunta dal club per la prima volta dal 2007: un traguardo reso amaro dall'eliminazione per mano dell'Inter (che poi comunque non alzerà la Coppa) ma esaltante nelle gare contro Tottenham e Napoli. Quest'anno un nuovo secondo posto ma il flop europeo, specialmente in Europa League. Saluta il Diavolo da settimo allenatore più presente (domani sarà la presenza numero 240), da sesto tecnico più vincente (può arrivare la vittoria numero 131). Ha avuto il merito di far esprimere il talento di giocatori come Rafael Leao, Theo Hernandez, Ismael Bennacer, per citarne alcuni. Sicuramente le ultime due stagioni non sono state positive e le delusioni sono state tante, ma oggi Pioli va ringraziato e gli va fatto l'in bocca al lupo nel ricordo del bene che ha fatto per il club rossonero.

Cosa non è andato?

Come dicevamo qualche riga più su, l'addio era giusto e inevitabile. Pur tenendo presente la bontà del lavoro di Pioli, guardando l'altra faccia della medaglia vanno indagate le cause di queste ultime due stagioni senza aver neanche avvicinato un trofeo. La vittoria dello Scudetto, a posteriori, è sembrata un po' il culmine del lavoro di Pioli in rossonero. Dopo il 22 maggio 2023 il Diavolo non ha mai raggiunto o superato quel livello di consapevolezza che lo aveva portato a trionfare in volata sui cugini dell'Inter. In primis è mancata una vera e propria contesa al campionato: sia l'anno scorso che quest'anno la distanza dalla capolista è stata eccessiva e il Milan si è chiamato fuori dai giochi troppo presto. La costante sono stati i preoccupanti blackout a cui il Milan non ha saputo rispondere: l'anno scorso il mese di gennaio fu un incubo, quest'anno non sono stati da meno i mesi di ottobre e novembre come anche quello di aprile. E se va riconosciuta la forza di Napoli e Inter nelle ultime due stagioni, va anche sottolineato che una distanza così ampia per due anni consecutivi è un fatto grave. Quest'anno poi si aggiunge la delusione europea, in particolare per l'Europa League gettata alle ortiche con due partite orribili contro la Roma. Infine, per correttezza, ci sono due elementi che, specialmente a livello ambientale, hanno fatto storcere il naso a molti. Il primo è l'incubo dei derby: il Milan ha un conto aperto di sei sconfitte consecutive e in generale il bilancio di Pioli non è mai stato un granché contro i nerazzurri. E poi la questione infortuni, troppi e continui tanto da non sembrare un caso, in quest'ultima stagione in particolare. A conti fatti il bilancio di Stefano Pioli al Milan non può non essere positivo: i rossoneri sono tornati grandi, sono tornati a vincere e vengono lasciati come big del nostro campionato. Rimane il rammarico per non aver aperto un ciclo ma la speranza è che gli ultimi cinque anni abbiano posto delle solide basi per quello che verrà.

IL BILANCIO DI STEFANO PIOLI CON IL MILAN

STAGIONE 2019/2020 (subentrato a Marco Giampaolo in ottobre)

Serie A: 6° posto, qualificazione in Europa League
Coppa Italia: semifinali (eliminati dalla Juventus)

STAGIONE 2020/2021

Serie A: 2° posto, qualificazione in Champions League
Coppa Italia: quarti di finale (eliminati dall'Inter)
Europa League: ottavi di finale (eliminati dal Manchester United)

STAGIONE 2021/2022

Serie A: 1° posto, vittoria del 19° scudetto
Coppa Italia: semifinali (eliminati dall'Inter)
Champions League: eliminati ai gironi (4° posto, dietro Liverpool, Atletico Madrid e Porto)

STAGIONE 2022/2023

Serie A: 4° posto, qualificazione in Champions League (ai punti 5° posto, guadagnata una posizione grazie alla penalizzazione della Juventus)
Coppa Italia: ottavi di finale (eliminati dal Torino)
Champions League: semifinali (eliminati dall'Inter)

STAGIONE 2023/2024

Serie A: 2° posto, qualificazione in Champions League
Coppa Italia: quarti di finale (eliminati dall'Atalanta)
Champions League: eliminati ai gironi, retrocessione in Europa League (3° posto dietro a Borussia Dortmund e Psg, davanti al Newcastle)
Europa League: quarti di finale (eliminati dalla Roma)


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Domenica 16 Giugno 2024