Una stagione, 59 squadre e 96 allenatori: i numeri di una Serie C senza programmazione
di Luca Bargellini
Emanuele Taccardi/TuttoMatera.com
Le eccezioni - La tripla cifra è dunque veramente ad un passo, con solo 26 formazioni che hanno ancora al timone l'allenatore con cui hanno iniziato il campionato: 9 nel Girone A (AlbinoLeffe, Grosseto, Juventus Under23, Lecco, Olbia, Pontedera, Pro Patria, Pro Vercelli e Renate), 10 nel Girone B (Cesena, Feralpisalò, Gubbio, Matelica, Modena, Padova, Perugia, SudTirol, Teramo e Virtus Verona) e 7 nel Girone C (Avellino, Casertana, Catanzaro, Foggia, Juve Stabia, Monopoli e Ternana).
Piazze col pallottoliere - Sono molte, invece, le società che si sono contese il poco ambito alloro di "club con più allenatori della stagione". Sono tre, ad esempio, gli allenatori transitati da Fano, Arezzo, Cava de' Tirreni, Imola, Lucca, Pistoia e Potenza, mentre ci sono società come Bisceglie, Carpi, ancora Cava dei Tirreni, Novara, Sambenedettese e Viterbese che hanno cambiato tecnico, salvo poi fare marcia indietro e tornare all'antico.
Risorse sprecate - Un andamento, quello evidenziato, che appare assolutamente privo di logica, soprattutto per club che da anni, anche prima della mannaia del Covid-19, si lamentano della ridotta disponibilità di liquidi da investire nei vari progetti sportivi. Visti questi numeri verrebbe anche da dire "meno male". Perché se con poche risorse si è arrivati ad una confusione tale, figlia di programmi sportivi spesso confusi e malformati, verrebbe da chiedersi cosa potrebbe accadere se i club della Lega Pro avessero risorse più consistenti di quelle attuali.
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