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Dal Canto: “Basta complimenti, adesso serve vincere”

di Luca Aprea
per Amaranta.it

Livorno – Pochi discorsi, servono i punti. Possibilmente tre. È questo lo spirito con il mister amaranto Alessandro Dal Canto presenta la sfida esterna di domenica pomeriggio contro il Renate: “Produciamo tanto ma non riusciamo a portare a casa i tre punti. Dobbiamo migliorare sia in fase di realizzazione ma anche di difesa e concentrazione. I complimenti non ci interessano più dobbiamo fare i tre punti, ne abbiamo un grande bisogno. Quello che voglio, adesso, è che si arrivi al risultato, che è fondamentale. I ragazzi devono capire che sono in fondo alla classifica di Serie C non di A o B e che quindi si deve mirare a fare risultato ed essere concreti nelle circostanze decisive del match”.

“Dobbiamo continuare a giocare nello stesso modo fatto fino ad oggi – spiega il mister - la squadra ha una sua natura. Non dobbiamo improvvisamente diventare dei guerrieri ma serve più esperienza, malizia e furbizia quando c'è da portare a casa il risultato. E essere sanguigni nelle occasioni che lo richiedono. Questo è l'aspetto su cui dobbiamo migliorare”.

E domani testa al Renate, squadra che sta confermando anche quest'anno quanto di buono espresso nelle passate stagioni: “ È una squadra di categoria che ha cambiato pochi giocatori rispetto alla scorsa stagione. Hanno organizzazione e progettualità. Sarà dura ma noi andremo per fare la nostra partita senza paura”.

Sull'ennesimo ribaltone sul fronte societario il tecnico del Livorno non si scompone più di tanto: “Ci siamo un po' abituati a questa situazione. Siamo rimasti concentrati su quello che dobbiamo fare recuperando sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Abbiamo giocato due gare consecutive, non abbiamo avuto neanche troppo tempo per pensare ad altre cose. Ci apprestiamo a fare la terza partita in una settimana con lo stesso organico – puntualizza - e non ho visto i calciatori disturbati”. Infine una battuta sulla messa in mora della società da parte dei giocatori: “Noi sapevamo cosa stava succedendo e quindi non c'è stata nessuna destabilizzazione”.


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