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Marcolin: "Atalanta, puoi stupire in Europa. Scudetto già della Juve? Nel 2000..."

di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Ex giocatore, di ruolo centrocampista, Dario Marcolin ha bisogno veramente di poche presentazioni. Cresciuto nel vivaio della Cremonese vanta una carriera con tante soddisfazioni (specialmente con la maglia della Lazio, con cui ha vinto due volte la Coppa Italia e una volta lo Scudetto), nella quale non si è negato nemmeno l’esperienza all’estero (in Inghilterra, con la maglia del Blackburn, ndr.). Appesi gli scarpini al chiodo, dopo aver giocato anche a calcio a cinque, è ormai da qualche anno commentatore tecnico, ruolo che ha svolto prima per Sky Sport e, dal 2018, per DAZN al fianco di Diletta Leotta.

Mister, come valuti la ripartenza della Serie A? Quali sono le squadre più in forma e quali secondo te un passo indietro rispetto alle altre?
“Devo dire la verità, mi aspettavo meno qualità alla ripresa e invece ho visto squadre che, nonostante l’assenza del pubblico, sono molto tecnicamente molto preparate. Non credevo che avremmo visto fin da subito partite di questo livello. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da squadre come il Verona, tornato in campo come l’aveva lasciato a marzo, e dal Napoli, che sta dimostrando molto solido. Forse però la squadra che sta facendo meglio rispetto a marzo è il Milan, che ha mostrato grandi miglioramenti da subito. Mi aspettavo qualcosa di più dall’Inter, che ho trovato più in difficoltà di quello che mi aspettavo. Altre squadre invece, come per esempio la Juventus, faticano a tenere un ritmo partita per tutti i novanta minuti".

Quali sono quindi le chiavi di lettura per questo finale di campionato?
“I valori stanno già venendo fuori: il Napoli ha ripreso da dove aveva lasciato il discorso e sta procedendo bene. La sfida per vincere il campionato è comunque tra Juventus e Lazio, anche se ora il margine sembra difficile da recuperare. L’Atalanta è una macchina da guerra: mi viene difficile definirli una rivelazione, perché ormai la banda Gasperini è una certezza del nostro campionato. Sul fondo la lotta è aperta, anche se Spal e Brescia hanno bisogno di tante vittorie per ottenere la permanenza".

La Lazio ha ancora qualche possibilità di conquistare il campionato?
“Quando vincemmo lo Scudetto recuperammo 10 punti in nove partite. È dura, ma c’è ancora lo scontro diretto da giocare, quindi mai dire mai".

E della Serie B invece cosa dici? I valori sono rimasti invariati o invece sono cambiati?
“Ecco, secondo me la Serie B, rispetto alla Serie A, è molto cambiata nei valori. Sono state rimescolate le carte e non poco: la Cremonese è ripartita con un piglio molto diverso, molto energica, mentre dall’altra parte, per fare un esempio, l’Ascoli ora lotta per salvarsi. Le uniche certezze sono state il Benevento e il Livorno, anche se per motivi opposti. Per il resto, sarà grande bagarre e secondo me resterà molto in bilico fino alla fine".

Ad agosto ci saranno ancora da giocare Champions ed Europa League. Pensi che le italiane avranno le loro chance?
“Vincere una competizione europea è una cosa lunga e difficile durante una stagione normale e lo sarà anche ad agosto. Pur giocando ogni tre giorni, è complicato fare dei pronostici o farsi delle aspettative perché non sai a che livello sono le altre squadre. Di certo sarà una competizione nuova, con partite a raffica e giocata al caldo. Non saprei davvero dire chi può vincere. Mi è capitato anche di vedere il Barcellona, ma faccio fatica pure a dare una valutazione su Messi. Dipenderà tanto dallo stato di forma a cui arrivano ad agosto. Per ora ho visto un Manchester City veramente in palla mentre tra le italiane l’Atalanta secondo me può addirittura essere la squadra maggiormente in grado di fare la differenza".

In chiusura: ti manca fare l’allenatore?
“Quando entri in campo e stai a bordo campo con Diletta ti passa davanti il mondo che avevi da allenatore. Però faccio un lavoro che mi piace, che mi dà soddisfazione e che mi permette di parlare di calcio, trasmettendo i concetti in cui credo. Quando lavoravo a Fox Sport, Capello mi ripeteva ogni weekend che facendo questo mestiere sei vincitore ogni settimana: non hai giocatori con cui arrabbiarti o discutere, non hai telefonate dei direttori sportivi se la squadra sta andando male, non hai tutto lo stress che patisci allenando tutti i giorni. Torni a casa tutti i weekend con il sorriso e non posso che dargli ragione".

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Sabato 4 Maggio 2024
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