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Gabrielloni, laurea in economia e sogni in grande col Como

di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro
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Dopo quindici giornate di campionato, il Como si trova al secondo posto nel Girone A del campionato di Serie C, distante quattro lunghezze dalla capolista Renate e in piena lotta per una stagione da vivere ai piani alti della graduatoria. Nelle fila dei lariani gioca Alessandro Gabrielloni: attaccante, classe 1994, ha già gonfiato la rete cinque volte in questa stagione (due nelle ultime tre giornate), rivelandosi fondamentale per il rendimento della squadra di mister Banchini. La sua carriera è iniziata dal basso: dopo essere stato nelle giovanili dell’Ancona, Gabrielloni ha dovuto lasciare i marchigiani a causa del fallimento, tornando nella natìa Jesi. In seguito, ha vestito le maglie di Maceratese, Taranto, Martina Franca, Campobasso, Cavese e Bisceglie, prima di arrivare a Como nel 2018. Oltre a questo però, Alessandro non è solo un calciatore: ad aprile si è laureato in Economia all’Università di Macerata e ora sta proseguendo con gli studi della laurea magistrale. Un tipo da Giovane Italia, insomma, che proprio ai microfoni LGI ha raccontato la sua storia a 360°.

Alessandro, come sta andando il campionato del Como?
“Direi che stiamo andando molto bene: siamo secondi, facendo la stagione di vertice che volevamo fare. Sono contento perché la squadra sta andando bene e io sto dando il mio contributo segnando. Sono convinto che se non avessi preso il Covid ne avrei potuti segnare anche di più, ma intanto va bene così”.

Attualmente inseguite il Renate, a quattro punti di distanza. Il vostro obiettivo è la promozione diretta?
“La squadra è forte, ma l’obiettivo lo vedremo più avanti. Verso febbraio-marzo capiremo definitivamente quali saranno le nostre ambizioni. In ogni caso vogliamo arrivare tra le prime tre e se continueremo così a marzo potremo lottare per vincere il campionato”.

Pur essendo giovane hai già giocato in tante squadre, anche se Como è tuttora la tua prima esperienza al Nord. Hai sentito molto il cambio quando sei andato a giocare in riva al lago?
“Nei primi tempi è stato difficile, a causa di un clima e di una vita molto diverse, ma è durato poco: mi sono ambientato in fretta e mi ha anche aiutato trovare il gol con continuità, dettaglio fondamentale per un attaccante. Inoltre, ho un rapporto ottimo con la società e con i miei compagni di squadra. Mi ritengo fortunato di essere a Como”.

A livello personale ti sei posto qualche obiettivo in particolare? Magari riuscire a giocare in una categoria superiore?
“Si, mi piacerebbe giocare anche in categorie più alte. Non mi pongo limiti, essendo partito da così in basso. Di sicuro comunque faccio tutto quello che posso per fare il bene della squadra: sono un giocatore generoso che aspira al meglio sempre per la squadra e per i compagni. Io cercherò di dare il massimo sempre, in modo da raggiungere obiettivi importanti. Non escludo comunque di fare il salto di categoria qui a Como”.

Ad aprile ti sei laureato in Economia, bank aging e mercati. Hai voglia di parlarne?
“La mia tesi era basata sui dati Istat del 2019, in cui si dimostrava un invecchiamento della popolazione e una diminuzione delle nascite e degli abitanti. Questo porta riscontri in vari settori economici, da quello pensionistico a quello sanitario. Ho provato a prendere in mano questi sistemi e a darne una valutazione, poi nel frattempo c’è stato il Covid che ha ovviamente cambiato le prospettive di un lavoro simile, anche se ho cercato di restare il più attuale possibile. Ora ho iniziato il corso di laurea magistrale”.

Sempre in economia?
“Sì, economia e gestione d’impresa, cerco di ricavare il tempo per gli studi anche mentre gioco. In squadra siamo in tre ad aver scelto di portare avanti anche questo percorso e ormai con la tecnologia c’è la possibilità di farlo tranquillamente, anche a distanza. Se si ha l’interesse e la passione per qualcosa è importante coltivarla”.

Quindi ti tieni diverse porte aperte per quando smetterai di giocare?
“Beh, innanzitutto studio per una questione di cultura personale. Però quando smetterò di giocare, quindi non a breve termine (ride, ndr.) penso che cercherò le mie opportunità in un mondo diverso da quello del calcio. Non credo che quando smetterò di giocare resterò nel mondo del pallone, anche se mai dire mai. Intanto gioco e studio, un giorno vedrò cosa mi riserverà il futuro”.

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