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Retegui è la sconfitta del calcio italiano… Speranza Pafundi per il futuro…

di Fabrizio Ponciroli
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Premessa: non ho nulla contro Mateo Retegui e, in generale, contro gli oriundi, anzi… Ho amato alla follia Mauro Camoranesi, oriundo che ci ha aiutato a vincere il Mondiale del 2006. L’Italia, negli ultimi anni, ne ha abbracciati diversi: da Jorginho a Palmieri e Toloi, passando per altri nomi magari meno strabilianti ma pur sempre oriundi come Paletta, Schelotto, Amauri e Ledesma. Insomma, gli oriundi sono una risorsa preziosa, lo sono sempre stati…
Quello che proprio non mi va giù è tutt’altro. Retegui è stato chiamato dal CT Mancini perché, di fatto, non ci sono attaccanti azzurri a disposizione. Infortuni a parte (Immobile torna presto), è abbastanza evidente come la scuola degli attaccanti in Italia abbia chiuso i battenti da almeno un decennio. Non mi lascio andare alla classica lista dei centravanti azzurri del passato per non dove tirare fuori, metaforicamente parlando, anche dei fazzoletti per asciugare le lacrime ma, chiaramente, la frase “… i centravanti italiani di una volta non ci sono più” è attuale più che mai.
Di chi è la colpa di questa penuria di attaccanti italiani di valore? Di tutti… I club hanno smesso di credere ai giovani attaccanti italiani da tempo. Faccio un esempio per essere chiaro: Vlahovic, anche nel suo momento peggiore alla Juventus, è sempre stato sostenuto dalla società, dal tecnico, dai compagni e anche dal pubblico dell’Allianz Stadium (ero presente a Juventus-Sampdoria). Se fosse stato un ragazzo classe 2000 italiano, siamo certi che avrebbe avuto tutto questo “conforto”? Non credo…
Colpa anche della FIGC che non ha trovato un modo per “favorire” l’inserimento di italiani nei club e, ancora, di tutti coloro che non hanno creduto al progetto Next Gen. Da dove arrivano tanti dei giovani talenti azzurri presenti nella rosa di Allegri? Dalla Next Gen… Anche i prezzi medi del mercato hanno influito molto. Chissà perché, quando c’è da trattare un giovane italiano, il prezzo del cartellino schizza sempre alle stelle…
Tante colpe le hanno anche i tifosi che, davanti a rose infarcite di stranieri scarsi (ne sono arrivati parecchi), hanno pensato solamente al risultato.

Il caso estremo? L’Udinese. Sapete quanti italiani hanno giocato l’ultima sfida contro il Milan? Due su 16 (11 titolari e cinque sostituzioni). Questo dato ha due chiavi di lettura. Bellissimo pensare che ci sia una squadra così multietnica, gravissimo se la prospettiva è quella di chi pensa anche al bene della Nazionale… Tuttavia, proprio da Udine, potrebbe arrivare presto un campioncino da tenere d’occhio con grande attenzione. Nato qualche mese prima del Mondiale vinto dall’Italia nel 2006, Simone Pafundi pare un predestinato. Rapidità, dribbling, enorme agilità… talento a secchiate. Il CT Mancini ha subito compreso le sue potenzialità. Sa che, per crescere, non basta fare benissimo nel campionato Primavera e nei pochi spezzoni che ti vengono concessi in Serie A. Serve anche l’emozione della maglia Azzurra. Curioso di vedere Mateo Retegui ma confido anche di gustarmi questo ragazzino di 17 anni di cui tutti (ma proprio tutti) mi dicono un gran bene.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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