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Quella volta che Andy Brehme disse: “Devi limitarti a fare il tuo lavoro…”

di Fabrizio Ponciroli
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Andy Breme ci ha lasciato. Un altro mito della nostra infanzia (sicuramente della mia), si è spento troppo presto. Gli devo almeno un editoriale per quello che ha rappresentato per chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare dal vivo nei favolosi anni ’80 e ‘90. Nel 1988, da adolescente avido di conoscenze calcistiche, fantasticavo su ogni campione straniero che abbelliva la nostra Serie A, ai tempi equiparabile, se non superiore, all’attuale Premier League. Ricordo l’acquisto di Matthaus da parte dell’Inter, “accompagnato” nella sua nuova avventura italiana da un certo Brehme. Ma chi è costui? In Italia erano presenti terzini fortissimi, perché mai investire su un esterno difensivo di 28 anni che, almeno fino ad allora, non aveva brillato particolarmente in carriera? Inoltre, i suoi presunti litigi con il tecnico del Bayern Monaco Heynckes, lo avevano “bollato” come uno “di cui liberarsi”. Invece, con umiltà e talento, Andy Brehme ha conquistato tutti quanti. Il suo saper giocare con entrambi i piedi in maniera eccelsa, la precisione nei passaggi, la corsa spavalda e quell’imperturbabile volto da tedesco senza paura. Il suo gol, nella finale del Mondiale 1990, a casa nostra, contro l’Argentina rappresenta, in maniera perfetta, chi è stato Andy Brehme. Immaginate… Una manciata di minuti dalla fine del match più importante della tua vita, tutto il mondo che ti guarda. Vai sul dischetto, hai di fronte Goycoechea, portiere argentino giustiziere dell’Italia in semifinale. Cosa fai? Non ti fai infastidire dagli argentini che prendono tempo, prendi la rincorsa e metti la palla, ottimamente calciata di destro, nell’angolino dove nessun portiere, neppure Goycoechea, potrà mai arrivarci. Hai segnato il gol che vale la Coppa del Mondo.

Anni dopo, ho avuto la fortuna di chiedergli come è riuscito a restare concentrato in quel momento tanto “caldo”. La sua risposta è stata tanto semplice quanto sincera: “Devi limitarti a fare il tuo lavoro…”.
Che dire, Andy Brehme il suo lavoro in campo l’ha sempre fatto egregiamente. L’ho apprezzato moltissimo. Un giocatore eccezionale, con una serenità impressionante. Quella serenità che gli è mancata dopo il ritiro dal calcio giocato. Eppure, anche quando la vita gli ha riservato brutte sorprese, Andy Brehme ha sempre avuto qualcuno pronto a dargli una mano, come lui ha sempre fatto in campo. Dal mio punto di vista, ci ha lasciato un gigante del calcio mondiale. Sono certo che nessuno lo dimenticherà mai, io per primo. Un consiglio per chi non c’era quando Brehme dominava la sua fascia di competenza. Andate a rivedervi come giocava, magari nella stagione dell’Inter dei record. Andy Brehme era speciale…

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