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Il rinnovo di Lautaro: tempi, rischi, condizioni, varie ed eventuali. Anche Inzaghi parlerà con la dirigenza

di Fabrizio Biasin
per Linterista.it
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Prima le buone notizie. Spalletti ha convocato una marea di interisti. E quindi Darmian, Bastoni, Acerbi, Dimarco, Barella, Frattesi. Bravi, bene, bis, fateci divertire e po-po-po-po. E ancora: Bastoni ha vinto il premio della Lega Serie A come miglior difensore (e il coro: “olèèèè”), Calhanoglu quello per il miglior centrocampista (“olèèèèè”), Inzaghi è il miglior allenatore (“olèèèèè”), Lautaro il miglior giocatore (“olèèèèèè”). E poi: in sede è comparsa la seconda stella. Evviva.

E ancora: la coreografia della settimana scorsa è destinata a restare. Orcamiseria che bellezza.

E infine: domani c’è Verona-Inter a chiudere una stagione meravigliosa.

Fine delle cose belle, inizio delle cose meno belle (non brutte, meno belle).

1) L’Inter – ve ne sarete accorti – ha cambiato proprietà. Dispiace molto per Steven Zhang, presidente appassionato e vincente (sette tituli!), ma il dato di fatto è che se hai un debito e non riesci ad onorarlo il tuo destino è scritto. Grazie di tutto, Steven. La Benamata diventa americana e ovviamente questa cosa significa “cambiamento”. E non è detto che si debba andare a stare peggio, ma è indiscutibile che ci si debba riassestare. Il fondo si è avvicinato al nerazzurro con le migliori intenzioni (colloqui onesti e cordialissimi già avvenuti con Marotta… e mica negli ultimi giorni) e le idee sono chiare: si vuole continuare a vincere, ma anche a mettere a posto le cose a livello economico. Cosa del tutto normale, visto che l’obiettivo (a medio e lungo termine) sarà come sempre “fare grano” (è un fondo, mica una Onlus). E, quindi, partiranno 322423 giocatori fortissimi? No, ma di sicuro una strizzatina qua e là andrà data. E parliamo di monte ingaggi da mantenere/abbassare, di bilancio da portare in attivo, di mercato a costo zero se non addirittura in attivo, di obiettivo “nuovo stadio” come stella polare. E voi direte “minchia, mala tempora currunt!”. Ma la verità è che il poker di comandamenti esiste e domina a Viale della Liberazione da anni e anni. Marotta e Ausilio, banalmente, andranno avanti a fare il loro lavoro e al limite, lo faranno con ancora maggiore attenzione. Questo - inutile far finta di niente – significa che eventuali offertone del mercato (attualmente assenti, ma l’estate è lunga anche se piove da tre mesi) non verranno affatto ignorate e, nel caso, vissute come opportunità da cogliere per fare grano (leggi plusvalenze). Questa cosa deve far venire la tremarella? Solo se non vi siete accorti che certe cose accadono da almeno tre sessioni di mercato estivo. Al limite è il punto 2) che deve far venire un minimo di tremarella. 

2) Domanda: sapete che faccia e che voce abbia il procuratore di Nicolò Barella? No, non lo sapete. Anzi, non lo sa nessuno. E sapete perché non conoscete costui? Perché non c’è bisogno. Nicolò il sardo ha già trovato il suo incastro con l’Inter e fine della rumba. Altra domanda: conoscete volto e tono di voce dell’agente di Lautaro? Sì. E sapete perché? Perché parla spesso e volentieri. E dal momento che “Camanho po’ esse fero e po’ esse piuma” (semicit.) è doveroso far notare che ultimamente sembra più fero che piuma. Le richieste per il rinnovo sono importanti, una decina di milioni di palanche a salire. Condizioni che l’Inter non può avvicinare. Cioè, non è che non vuole, non può. Lautaro meriterebbe certamente milioni a strafottere e di sicuro c’è chi è disposto a darglieli, ma questo qualcuno non può essere l’Inter. Ecco perché l’incontro di settimana prossima sarà certamente importante, se non decisivo. Club e giocatore devono venirsi incontro, ma è indiscutibile che debba essere il capitano a fare il passo più grande, altrimenti toccherà valutare soluzioni alternative che nessuno vuol prendere in considerazione. Morale: l’ottimismo per un buona conclusione dell’ambaradan c’è e resta alto, ma è bene sperare che non si vada ulteriormente “lunghi”. Del resto lo dice il celebre detto: “Più la trattava si allunga, più è facile che non ci sia trattativa” (sta cazzata l’ho appena inventata, ma qualche senso ce l’ha).

3) I prezzi dei nuovi abbonamenti son piuttosto alti. In linea col mercato e la “domanda”, certo, ma alti.

4) Anche Inzaghi si appresta a fare la sua chiacchierata con la dirigenza. Ma questo è un punto positivo e quindi andava piazzato subito dopo “domani c’è Verona-Inter a chiudere una stagione meravigliosa”, mica qui. Il signor Demone guiderà i campioni d’Italia per la quarta stagione di fila e, come dice il detto, “dove c’è continuità c’è vittoria” (inventato anche questo).

Buon finale di stagione. Una stagione storica, non dimenticatelo mai.


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