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Perché Antonio Conte continua a non far giocare Christian Eriksen?

di Marco Conterio
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Christian Eriksen, a Milano da venti giorni, ha giocato all'Inter centotrentasette minuti. Cinque partite, ottantanove minuti spalmati in tre gare di cui una pure da titolare in Serie A, due gare e quarantotto minuti totali in Coppa Italia. I venti giorni di Christian Eriksen sono le foto in giacca e cravatta alla Scala, maestro senza bacchetta, divin talento finora con più scarpe che scarpini. Più tuta che calzoncini. Il danese di Middlefart ha visto per adesso, nei suoi cinque spezzoni di partita, giocare i compagni e ha avuto modo di studiarli ma con loro è sinora sceso poco in campo. E stupisce ancor di più questo dato se si considerano i quattrocentocinquanta minuti in altrettante gare per Ashley Young e pure i centonovantasette in cinque partite per Victor Moses. Christian Eriksen, venti milioni per un parametro zero, ha giocato finora meno di tutti gli altri acquisti.

Sicché viene da chiedersi perché. Antonio Conte ieri ha detto quasi risentito che "l'Inter è arrivata qui senza di lui", diminuendo l'attesa per il Messia danese o forse solo togliendogli pressione. Però c'è da domandarsi perché, in una gara così delicata, gli abbia preferito spade e sciabole. Perché non la sua capacità di decidere, perché il tempo stringe e quello di ieri era uno scontro diretto. Vero che la salita è lunga, ma i punti agli scollinamenti contanto tanto al bilancio finale. Stride, coi sogni dei tifosi, Eriksen ancora in panchina. Giocherà e inciderà, l'impressione è che Conte ancora non abbia deciso, o forse pure capito, l'abito tattico da cucirgli addosso.

In fondo l'Inter è costruita per il 3-5-2 ed Eriksen è stato fino a ventotto anni uno straordinario trequartista. Non una mezzala, non un incursore ma un vertice alto, semmai, non previsto se hai pure Barella o se avrai anche Sensi in campo. Ieri gli ha preferito Vecino per mettere muscoli contro Luis Alberto e Milinkovic-Savic, l'ingresso di Eriksen ne ha dimostrato le doti ma Conte evidentemente crede non siano ancora abbastanza. Che sia un diamante da plasmare e da inserire. Solo che il tempo stringe e la gara di ieri, a posteriori, risulta un'occasione sprecata. Quando prendi giocatori over o alla soglia dei trenta, l'idea è che siano già pronti per incidere e per giocare. Se devon esser parte di un percorso, allora, c'è qualcosa che non torna. Ancora, s'intende. La strada è lunga, la salita pure, Eriksen può salire sul tandem con Conte e portare l'Inter in vetta. Ma Juventus e Lazio non aspetteranno.

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Lunedì 20 Maggio 2024
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