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CAPEZZI A RFV, Carrarese, che storia! Palladino l'uomo giusto. L'investitura del Pek mi ha pesato

di Redazione FV
per Firenzeviola.it
Matteo Gribaudi/Image Sport
Matteo Gribaudi/Image Sport

Tra i grandi protagonisti dell'incredibile promozione in Serie B della Carrarese c'è anche un ex viola: è Leonardo Capezzi, classe '95 di Figline e cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, con cui esordì anche in Europa League nella stagione 2013-14. Intervenuto su Radio FirenzeViola, Capezzi ha parlato così del percorso fatto: "Siamo molto soddisfatti, anche e soprattutto perché siamo riusciti ad avvicinare tanti ragazzi della città a questa squadra e non era facile. Qui è riesploso l'amore per il calcio, per il territorio e per questa città. Non ci davano per favoriti, quando ho firmato per la Carrarese ero reduce da un periodo difficile da Salerno e da un anno da svincolato. Poi l'entusiasmo del presidente mi ha contagiato e convinto. Quando sono arrivato ho capito solo il valore di questa squadra in cui abbondava il talento. Sono felice di aver dato una mano sia in campo che fuori a tanti ragazzi, sono convinto che questa promozione darà loro tanta spinta perché ho conosciuto tanti calciatori bravi".

Dopo una carriera di prima fascia, con Fiorentina, Sampdoria, Salernitana e anche un'esperienza in Spagna, ha accusato il passaggio in Lega Pro?
"Sì, direi che è stata una situazione che mi è costata tantissimo. Ho accusato parecchio il fatto di dover scendere in Lega Pro, ci sono stati mesi di riflessione e poi c'è stato un inizio difficile con anche un infortunio. La mia stagione è iniziata con l'arrivo di Calabro a metà gennaio. Sono stati mesi difficili ma adesso sono pronto per alzare il livello".

Sta diventando uno specialista delle promozioni, qual è la sua più bella secondo lei?
"La prima, a Crotone, diventa indelebile. L'ultima con la Carrarese però ha avuto tantissimo valore per tutti ma anche per me. Poi ci metto anche quella a Salerno, è difficile decidere anche se il mio cuore è rimasto in parte a Salerno. Vincere con la maglia della Salernitana ti lascia tanto anche per la passione e il trasporto della città intera".

A Firenze era uno dei talenti più interessanti, con esordio in Europa League e anche le parole d'investitura di Pizarro che la definì 'il suo possibile erede'.
"Sì, mi ricordo molto bene le sue parole. Quella frase mi ha responsabilizzato e in parte mi ha anche reso la crescita più difficile. Non è che mi abbia messo i bastoni tra le ruote, ma mi ha comunque legato a un ruolo, a un tipo di giocatore, diverso dal mio, anche perché mi sono sempre espresso meglio in un centrocampo a due mentre il Pek, lo sappiamo, è stato uno dei top nel ruolo di regista davanti alla difesa. Però sono parole che, dette da un campione come lui, mi hanno fatto piacere e mi porterò dentro sempre. Riguardo gli anni a Firenze ricordo il grande talento che c'era in prima squadra e la crescita a livello personale. A centrocampo poi c'erano dei professori, da Borja Valero ad Aquilani, passando per Pizarro appunto, poi anche negli altri ruoli c'era tanto talento, peccato perché quella squadra poteva fare anche di più".

E sulla Fiorentina dell'ultimo periodo, come giudica il ciclo Italiano?
"Credo che un titolo questa squadra se lo meritasse. Purtroppo la parte brutta del calcio riguarda questo, in finale c'è chi festeggia e chi no, ma cambia poco rispetto al percorso".

Che ne pensa invece del nuovo allenatore, Raffaele Palladino?
"La carriera che sta facendo forse non me l'aspettavo a livello di precocità. Io me lo ricordo a Crotone, ho trovato un compagno eccezionale, un gran protagonista e già un allenatore in campo. Sicuramente era uno che faceva intravedere qualità da tecnico".


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Mercoledì 26 Giugno 2024