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PENSIERI E PAROLE: QUANDO 40 MINUTI DI PALLADINO SONO PIÙ CHIARI DI TRE ANNI DI ITALIANO

di Dario Baldi
per Firenzeviola.it
Federico De Luca 2024 @fdlcom
Federico De Luca 2024 @fdlcom

“No morder la mano que te da de comer”, non mordere la mano che ti dà da mangiare. L’equivalente del nostro “non sputare nel piatto in cui si mangia”. Due espressioni che ci aiutano a capire bene la prima conferenza stampa di Raffaele Palladino da allenatore della Fiorentina. Perché non per forza deve esser paragonato in tutto a Vincenzo Italiano, ma analizzare su due rette parallele le due presentazioni può e deve essere un esercizio critico che tifosi e addetti ai lavori possono fare.

Tra la conferenza stampa di ieri mattina e quella scenica di Italiano a Piazzale Michelangelo del 15 Luglio 2021 cambia tanto, tantissimo. In primis Raffaele Palladino ci fa capire subito il suo eloquio e la sua chiarezza, non fatta di proclami o di sogni ma di certezze e responsabilità.

Vincenzo Italiano, ora allenatore del Bologna, segnò la sua conferenza stampa dicendo: “Dobbiamo essere una squadra equilibrata e sempre alla ricerca della vittoria. Lo slogan di quest’anno sarà difendere bene, attaccare benissimo”. Palladino ha rilanciato gli anni di guida del tecnico di Karlsruhe dicendo che “va proseguito un percorso” ma poi ha chiuso con un “siamo qui per portare la Fiorentina più in alto possibile e fare qualcosa di storico”.

Non servirà fare un paragone costante al passato, ma l’ex tecnico del Monza a precisa domanda ha dato precisa risposta: “Modulo? Non sono integralista, mi piace cambiare e in questi due anni ho cambiato tanto Vorrei iniziare con il 3-4-3”.  Pura aria fresca rispetto a quel “ho sempre giocato a 4, voglio che la mia squadra non faccia avvicinare gli avversari agli ultimi sedici metri” detto da Italiano. Anche perché dal 2021 a Bergamo 2024 ha rispettato la sua idea di gioco, ma è venuto meno nel non far avvicinare gli attaccanti avversari.

Vincenzo Italiano ha dato a Firenze tre finali, alla Fiorentina un gioco spumeggiante ma spesso si è bloccato dietro a sue ossessioni tattiche. Col “balocco novo”, ovvero Palladino, ci si può divertire ma come tutti i “balocchi novi” può venire presto a noia. L’unico dato fattuale è che in 40 minuti si è preso più responsabilità lui che lo stesso ex allenatore.

Non siamo qui a criticare, offendere e denigrare ciò che è stato fatto in questi tre anni, ma il nuovo allenatore della Fiorentina ha parlato di responsabilità, sue responsabilità. Sarà “paraguru”, sarà di facciata, ma in un calcio che viaggia verso colpe attribuite a fattori esterni, meteorologici o al campo, sentirsi rispondere come nel caso di Sottil che “mi prendo la responsabilità di metterlo nelle condizioni migliori di giocare” è una novità rispetto ai segreti di Fatima che si susseguivano tra video preconfezionati e conferenze stampa post-partita sempre uguali.

A chi gli dà di aziendalista, vedi il Fiorentina X (o Twitter per quelli old school), c’è solo una risposta. Esiste in Serie A un allenatore che, alla sua prima conferenza stampa, spara contro la società che ha creduto in lui? La risposta è ovviamente no. Il tempo darà le risposte, anche nel capire se e quando Palladino riprenderà a parlare al di fuori delle conferenze dettate da obblighi federali o Uefa. Per esempio, sarebbe bello risentirlo a fine mercato.

È stato molto chiaro, fin troppo. Su Sottil, su Nico Gonzalez (che lo stesso Italiano incensò), sui giovani che vuole vedere, però sul nome del centravanti ancora è nebbia più totale. Speriamo che la dirigenza peschi nel mazzo di carte coperte, quello dove i nomi ancora non sono usciti. 

Capitolo tifosi. Raffaele Palladino viene da un’esperienza calcistica nella quale le curve sono sempre state calde ed esigenti. L’allenatore sembra sentire sulla pelle quel senso di fiorentinità che ti porta allenare la Fiorentina. Firenze (e dintorni) e la squadra sono una cosa sola, sebbene tante critiche, dalle parole pronunciate sembra averlo capito. Credo che ci eviterà mesi e mesi di battibecchi col parterre di tribuna, anzi quella di ieri è stata una prima chiamata all’unione.

Il leader è il gruppo, i tifosi che devono stare accanto alla squadra e a un allenatore che decide di disturbare i calciatori nel loro periodo di ferie. È nato il nuovo PD a Firenze. E non è il Partito Democratico, ma il PallaDino, come coniato a C’è Polemica.


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