La Georgia di Kvaratskhelia sogna l'Europeo. Il CT Sagnol: "Da 3 anni abbiamo questo obiettivo"
La Georgia di Willy Sagnol è già sicura di partecipare ai playoff di accesso a Euro 2024. L'ex terzino ha parlato in una lunga intervista a FootMercato: "I primi contatti risalgono all’autunno 2020 in pieno periodo COVID. Per motivi familiari ho dovuto allontanarmi dalla mia vita da allenatore per 2 o 3 anni. Quando sono tornato sul mercato, ho ascoltato i progetti e ho parlato i dirigenti georgiani. Il presidente (Levan Kobiashvili) e il vicepresidente (Alexander Iashvili) della Federazione sono ex giocatori della Bundesliga che giocavano ai miei tempi. Mi è piaciuto il loro intervento e l’idea di costruire qualcosa per il futuro mi ha attirato subito. È così che sono finito in un paese che non conoscevo affatto".
L'importanza di Ancelotti: "Le persone intorno a me sanno che i pochi mesi trascorsi con Carlo Ancelotti al Bayern valgono tutto l'allenamento e l'esperienza del mondo. Mi ha aperto completamente le porte riguardo al suo modo di lavorare, di essere, di fare. Sì, mi ha cambiato molto, e in meglio. Soprattutto per quanto riguarda il mio approccio alla professione di coach".
Sogno Europeo: "Direi che la qualificazione non sarebbe un successo, e che la mancata qualificazione non sarebbe un fallimento. Non voglio essere svizzero nel mio modo di essere ma il lavoro non dovrebbe limitarsi a questo. Possono succedere tante cose in una partita. Il successo del mio lavoro sta nel fatto di aver offerto alla Georgia la possibilità di qualificarsi agli Europei, attraverso uno spareggio. Poi ovviamente quando arrivi lì vuoi qualificarti perché sono quasi tre anni che giochi partite con questo obiettivo.
Forse la Georgia sta scrivendo una delle pagine più belle dalla creazione della sua federazione, ma non sono io che scrivo o che ho la penna. Sono solo un tecnico che la Georgia è venuta a prendere e sto cercando di fare il mio lavoro. Attualmente sento che sto facendo bene e questo mi rende pieno di orgoglio perché preferiamo andare a letto con soddisfazione. Ma questa non deve essere la mia storia. È quella del Paese perché è il Paese che vibra dietro la selezione. Il successo va attribuito a chi lo merita".