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La qualità non basta: Spagna ingabbiata dal catenaccio della Svezia e a Siviglia finisce 0-0

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Nessun gol tra Spagna e Svezia nonostante gli sforzi della Roja, che avrebbe voluto dare una gioia ai tifosi presenti a "La Cartuja". Partita dominata dagli iberici che però non sono riusciti mai a sfondare contro un avversario sceso in campo con l'intento di non giocare. Quello messo in scena dalla squadra di Jan Andersson è un catenaccio d'altri tempi, con undici uomini dietro la linea di centrocampo, compatti a chiudere ogni spazio e costringendo gli uomini di Luis Enrique a un continuo giro palla per cercare di trovare qualche varco. Ne esce qualche occasione da gol nel primo tempo, due clamorose con Dani Olmo di testa al 16' sul quale risponde alla grande Olsen, poi con Morata che sfrutta una disattenzione difensiva, l'unica, degli scandinavi, ma che spreca clamorosamente ritrovandosi a tu per tu col portiere.

MORATA, SCOMMESSA PERSA - L'attaccante della Juventus è schierato titolare, preferito a Gerard Moreno, con grande sorpresa e sommo disappunto di molti tifosi iberici che non hanno mancato di commentare tra l'ironico e l'arrabbiato la scelta del commissario tecnico. Tra le altre novità l'esclusione di Thiago Alcantara per lasciar spazio a Pedri, divenuto a 18 anni, 6 mesi e 20 giorni il più giovane giocatore della storia della Spagna agli Europei. Svezia che si affida a un 4-4-2 vecchio stampo, linee strette ed eventuali ripartenze che in verità non se ne vedono se non in un'occasione, che quasi porta al gol di Isak, la cui conclusione trova la deviazione di Llorente sul palo e poi va fuori. Sarebbe stato decisamente troppo visto il clamoroso squilibrio di valori messi in campo.

ISAK, SPAURACCHIO DELLA "ROJA" - Isak che nella ripresa è ancora una volta l'incubo spagnolo: il giocatore della Real Sociedad ci sa fare e sfrutta i suoi 192 cm di altezza per farsi largo tra le maglie rosse dimostrando una certa abilità spalle alla porta e nella protezione del pallone. Da una sua iniziativa arriva un'altra occasione svedese, mal sfruttata dal compagno di squadra Berg. Luis Enrique decide di cambiare qualcosa solo dopo poco più di un ora di gioco arrendendosi all'evidenza e togliendo un Morata che non è riuscito a zittire i detrattori. Con Sarabia al suo posto opta per un modulo senza punta di ruolo, togliendo agli scandinavi punti di riferimento per qualche minuto, prima dell'ingresso in campo di Gerard Moreno. Ma il dispendio di energie e il caldo andaluso tolgono risorse alla squadra, che sembra prendere coscienza del fatto che la Svezia ce l'ha fatta, è riuscita a ingabbiarla. Moreno ci prova al 91' ma Olsen è reattivo. E nemmeno i sei minuti di recupero cambiano la situazione. Le statistiche dicono 85% di possesso palla della Spagna, una statistica che impressiona ma che lascia il tempo che trova: gli svedesi sono indubbiamente brutti, ma non devono nemmeno essere sporchi e cattivi per domare gli avversari (un solo ammonito, Lustig) e strappare un preziosissimo punto. Alla faccia del bel gioco.

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