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ESCLUSIVA TMW - Marchisio: “Il mio futuro nella politica sportiva. La Juve? Nella vita non si sa mai”

di Simone Dinoi
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ci sono giocatori che lasciano un’impronta indelebile nel cuore dei tifosi. Per la loro carriera da sogno che qualsiasi appassionato di sport desidererebbe vivere: diventare professionista e bandiera della squadra della propria città, tifata sin da bambino. E per le doti umane, atletiche e tecniche sopra il comune. La redazione di Tuttomercatoweb.com ha intervistato in esclusiva Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus, con la quale ha dato via al lungo ciclo vincente ancora in atto, e della Nazionale italiana.

Claudio, ha esaudito il sogno di ogni bambino che spera di giocare, e diventare una bandiera, nella squadra del cuore e della città di nascita. Si sente di dire qualcosa a qualcuno che vorrebbe ripercorrere le sue stesse orme?
Mi sento di dirgli che la strada non è semplice. Che serve impegno, costanza, sacrificio e tanta passione. Ma mi sento anche di consigliargli di crederci fino in fondo. Di inseguire, in qualsiasi ambito, i propri sogni non smettendo mai di imparare e - aspetto fondamentale - divertirsi. Perché a volte, se ci metti tutto te stesso, i sogni si realizzano...”.

Recentemente ha detto che non le dispiacerebbe un giorno entrare a far parte del mondo della politica sportiva: c’è un ruolo che la intriga maggiormente? Con la Juventus invece c’è mai più stato qualche contatto?
In questi anni ho avuto modo di ragionare con attenzione a ciò che mi sarebbe piaciuto fare nel mondo del calcio, ma più in generale dello sport. Non mi vedo un professionista di “campo”, quanto piuttosto da scrivania. Per questo ho deciso di mettermi a studiare sodo, per chissà magari poter dare una mano un giorno a livello federale o associativo. La Juventus è sempre nel mio cuore, prima di tutto sono un grande tifoso bianconero e la seguo sempre con affetto assoluto. Nella vita mai dire mai”.

Sulla Juve: la brutta sconfitta contro l’Inter in campionato poteva rappresentare un macigno difficile da togliersi di dosso e invece la risposte sono arrivate sin da subito con il primo trofeo messo in bacheca. A che punto è il percorso bianconero avviato sotto la guida di Andrea Pirlo?
Il dna della Juve è sempre lo stesso: vincere. È una squadra fatta di grandi campioni e grandi persone, non avevo dubbi sulla reazione dopo quella sconfitta. Quando hai giocatori di un certo spessore, rialzarsi dopo un passo falso è fin più semplice. Le motivazioni vengono da sole”.

Da un ex compagno ad altri due: Buffon e Chiellini. Per l’ennesima volta quando chiamati in causa hanno risposto nel migliore dei modi: se li aspetta ancora in campo il prossimo anno?
Non so dire cosa faranno nell’immediato futuro, ma le loro prestazioni parlano per loro. Hanno una tale tranquillità e sicurezza che ancora oggi sono due elementi importantissimi. In certi casi la carta d’identità è soltanto un numero...”.

I bianconeri sembrano aver trovato l’assetto giusto in mezzo al campo con Arthur, Bentancur e McKennie a dividersi i compiti. É un terzetto che la convince e che può essere quello definitivo per quest’anno?
Sicuramente stanno facendo bene, ma la Juve ha tante carte nel proprio mazzo e soprattutto vanta una rosa molto profonda. Pirlo stima molto Ramsey, che non è il classico trequartista ma è in grado di fare da collante tra attacco e centrocampo. Il gallese è un giocatore dotato di grande intelligenza tattica. E non dimenticherei nemmeno Rabiot: ha potenzialità inespresse e sa far bene le due fasi. Pirlo può aiutarlo tantissimo nella sua crescita”.

Le chiedo che impressione le sta facendo l’uomo del momento Weston McKennie, alla Juve mancava da anni un giocatore con le sue capacità di inserimento.
Vero, ma non sono solo le capacità di inserimento il punto forte dell’americano. È un giocatore di grande atletismo, in grado di dare intensità alla squadra. Lotta, combatte su ogni pallone ed è forte anche in interdizione. Deve ancora crescere tecnicamente, ma la strada è tracciata...”.

È stato un grande interprete del reparto, secondo lei alla Juve mancano più le caratteristiche di un centrocampista alla Locatelli o alla Pogba? E su quest’ultimo: immaginava che dopo il suo addio si sarebbe chiacchierato così tanto di un suo possibile ritorno?
Sono giocatori tanto diversi. Paul conosce l’ambiente e a Torino ha lasciato uno splendido ricordo. Parliamo di un ragazzo che si è integrato benissimo con società, tifosi e compagni e quindi non mi stupiscono le tante voci di mercato: le sue doti non le scopro certo io. Locatelli ha invece completato il suo processo di maturazione. Mentalmente è un giocatore diverso rispetto a quello del Milan. Ora è dentro la partita, sa dettare i tempi ed è bravo a leggere le diverse fasi di un incontro. Vedrei bene entrambi in bianco e nero… (sorride, n.d.r.)”.

Le chiedo di Dybala: che consiglio gli darebbe per il suo futuro? Vede possibilità di un tridente con Ronaldo e Morata?
Paulo è un ragazzo con delle qualità straordinarie e con un talento cristallino. Il mio consiglio è di continuare a lavorare duro, come ha sempre fatto. Non dimentichiamoci che parliamo del giocatore forse più decisivo nella passata stagione, ma nel calcio spesso si danno giudizi frettolosi, sull’onda di un paio di prestazioni. È difficile ipotizzare un tridente, ma per un allenatore questi sono finti problemi. Quando c’è abbondanza di talento, una soluzione si trova sempre”.

In estate ci sarà l’Europeo, ritiene l’Italia fra le favorite? E c’è un giocatore in particolare, al momento, che secondo lei non dovrà mancare fra i 23 convocati?
Credo che Mancini abbia le idee abbastanza chiare e che i 23 convocati non si discosteranno molto da quelli attesi. L’Italia può far bene, perché esprime un gioco corale di ottimo livello. Mancini ha dato energia e frizzantezza ed è riuscito a creare un bel gruppo. Barella in questa stagione si sta imponendo come uno dei migliori centrocampisti non solo nel panorama italiano: belle notizie per il Commissario Tecnico”.

La crescita del settore femminile calcistico in Italia è sotto gli occhi di tutti. Le chiedo un suo giudizio sul movimento, sulla Serie A e, in particolare, sulla Juventus Women che pare imbattibile.
Sul movimento ci sono tante cose da dire. Il Mondiale del 2019 e il cammino strepitoso dell’Italia hanno portato anche qui da noi alla ribalta ragazze serie, talentuose e che da anni stanno facendo un qualcosa di incredibile. L’ingresso negli ultimi anni di club come Juve, Milan, Fiorentina, Inter e Roma ha finalmente dato luce a un movimento per troppo tempo dimenticato e il campionato italiano sta salendo di livello, come hanno dimostrato la Juventus contro il Lione e la qualificazione della Fiorentina ai danni dello Slavia Praga. La Juventus è un gradino sopra tutte le altre al momento, ma anche il Milan è una squadra attrezzatissima e ha vinto tutte le partite tranne quella contro le bianconere, in campionato. Una competitività così alta non può far che bene a un movimento che è destinato a crescere ancora. E l’ingresso nel professionismo nelle prossime stagioni è un altro bel tassello per l’intero settore”.

Lei è entrato a far parte del mondo del calcio a 5 attraverso la collaborazione con la L84, formazione dell’hinterland torinese. Come prosegue e che sogni e obiettivi ha legati a questo settore?
È nata una bella sinergia che sta dando i suoi frutti, nonostante il Covid abbia rallentato un po’ questo processo. Non abbiamo obiettivi prefissati nel breve periodo, ma la L84 era già prima e continua ad essere una bella realtà in espansione, che può togliersi più di una soddisfazione...”.

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