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Superlega, la rivoluzione del calcio in 12 fetentissimi punti

di Fabrizio Biasin
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Eccoci qui a discutere dell’argomento di cui tutti parlano da 24 ore: il gol di Eriksen. No, dai, si tratta di quell’altro argomento, quello che da ieri riempie social e portaloni: l’addio tra Diletta Leotta e il turco Yaman. Bene, dopo queste simpaticissime spigolature passiamo al sodo, che qui non c’è niente da ridere.

Siete pronti? Parliamo della Superlega. La Superlega ha il nome di un supereroe ma a differenza dei supereroi non serve a salvare i più deboli, semmai ad affossarli. Trattasi in definitiva di supereroe fetentone che ruba ai poveri per dare agli indebitati (ovvero loro stessi).

Nell’universo di cose che si possono dire rispetto alla rivoluzione del calcio, ci limitiamo a buttar giù una dozzina di pensierini veloci veloci.
Doverosa premessa: nessuno ha la verità in tasca, soprattutto il sottoscritto.

1)La Superlega è una sorpresa per come è stata annunciata, ma non nella sostanza. I grandi club avevano la necessità di interrompere la filiera “Copro il buco del mio debito con un prestito, il quale prestito aprirà un buco più grande, che andrò a coprire aprendo un buco ancora più grande ecc…”. Questa roba qui poteva terminare solo in due modi: A) il fallimento del sistema (tecnicamente già fallito, tra l’altro). B) La nascita della Superlega delle centinaia di milioni (350 a testa alle fondatrici, solo per il fatto di essere fondatrici).  E gli altri? “Fatti loro”, pensano simpaticamente i fantastici dodici. Parliamoci chiaro: la Superlega non è il torneo dei club più ricchi, ma dei più indebitati.
2)Ceferin è molto incazzato e lo capiamo, ma da lì a passare per moralizzatore ce ne passa. Cioè, il presidente dell'Uefa chiede soccorso alla Fifa, ovvero l'organismo che ha scelto di organizzare il prossimo mondiale in Qatar, terra dalla grande tradizione calcistica, come no. La verità è che a Palazzo si sono dimenticati di affrontare i problemi, anzi no, li hanno alimentati e ora non sanno che pesci pigliare.
3)Gli amici della Superlega dicono alcune balle, la più clamorosa riguarda i tornei nazionali “che continueranno ad essere al centro!”. È evidente che il nuovo torneo avrà come diretta conseguenza la morte di fatto dei campionati nazionali. Se il grano girà “di là” perché mi devo impegnare “di qua”? Per qualificarmi a qualche Coppa? No, tanto son già qualificato. E allora tanti saluti alla Serie A e alle sue sorelle.
4)La stessa Uefa, nel frattempo, ha varato la nuova Champions. Per intenderci, anche quella porta allo svilimento dei tornei nazionali. Ceferin, però, quello non lo dice.
5)Un paio d'anni fa ho visto un padre con il proprio figlio allo stadio Sinigaglia di Como. “Papà, ma il Como un giorno vincerà la Champions?”. “Un giorno ci riuscirà, figliuolo”. Lo ha preso per il culo per tenerlo buono, è chiaro, ma lo ha fatto sapendo che si trattava di una bugia bianca perché "non si sa mai". Da ieri nessun padre potrà più raccontare cazzate. “Luigino, o tieni per una squadra della Superlega o ti attacchi al birignao”.
6)Il primo effetto della Superlega è stato l’azzeramento del virus: non ne parla più nessuno da 24 ore. La Superlega era il vaccino, evidentemente.
7)Se un protagonista del calcio va davanti alle tivvù e dice “che cattivone quello lì” significa che sta fingendo, oppure che è uno sprovveduto. Nel calcio non ci sono agnelli. Anzi, ce n’è uno, ma è un lupo come tutti gli altri.
8)Piantiamola di paragonare questa cosa qua con l'Nba. Quello è basket e loro sono americani, questo è calcio e noi siamo europei.  Il loro modello funziona? Certo che sì, ma quello è basket e loro sono americani. A noialtri, francamente, di urlare "Difesa! Difesa!" allo stadio o di mangiare hamburger a strafottere frega pochissimo perché - giusto o sbagliato che sia - ci arrapiamo solo con una cosa: la competizione.
9) Ceferin dice: "I calciatori che partecipano alla Superlega verranno esclusi da Europei e Mondiali". La sensazione è che possano rispondere "Vabé, pazienza". E questo perché quelli che ora li "minacciano" sono gli stessi che li hanno abituati a pensare che il denaro sia più importante di ogni cosa.
10) I politici che dicono “no alla Superlega” fanno abbastanza ridere. Quelli che dicono "i tifosi vengono prima di tutto", pure. Si chiama propaganda. "I tifosi vengono prima di tutto", nel calcio di oggi, lo possono dire solo i tifosi.
11) Ecco, certe frasi le ha dette anche Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool. Per lui, invece, solo applausi. In queste ore ci vuole coraggio per esporsi da "affiliato".
12) A prescindere da tutto, la cosa più urgente da fare è smetterla di chiamarlo "Gioco": almeno la smettiamo di prenderci per il culo.

Ps. Oggi e domani si gioca il turno infrasettimanale. Ovviamente lo seguiremo, ma sono riusciti a farci perdere un po' di voglia.
Tornerà, ovvio, ma oggi ce l'hanno tolta.

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