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Superlega, la Juventus guadagna campo. Vendesi Ronaldo disperatamente: proposto al PSG, ecco da cosa dipende. Donnarumma alla Juve era un affare di Paratici, ma Cherubini ha detto no

di Tancredi Palmeri
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La settimana scorsa avevo scritto come la sentenza Uefa su Juventus, Real Madrid e Barcellona fosse imminente, sicuramente entro l’inizio degli Europei, e che seppur mancando la sicurezza tuttavia ogni indizio facesse presagire una ineluttabile squalifica.
Ma la notifica della sentenza del Tribunale Commerciale di Madrid inoltrata dal Ministero della Giustizia svizzero è stato un qualcosa di più che un atto dovuto. Stavolta Florentino Perez ha giocato bene le proprie carte politiche, e i tempi di notifica sono arrivati giusto prima che venisse erogata una sanzione, vincendo la sfida dell’orologio. Sanzione la quale a dire il vero sarebbe (stata?) più che altro una finezza giurisprudenziale: ovvero piuttosto che comminare una squalifica, la Uefa avrebbe notificato la non iscrizione causa inadempienza dovuta alla mancanza di requisiti, dove il requisito in oggetto si riferiva all’essere dichiaratamente fuori dalla Superlega.
La Uefa ha preso molto sul serio la notifica della Giustizia svizzera, e dopo aver fatto tutti i passi interni con i propri giuristi per trovare la formula migliore per la decisione, adesso è altrettanto orientata a prendersi tutto il tempo possibile per essere sicura - o soprattutto, non essere sicura - del prossimo passo senza che questo contravvenga alle disposizioni della Giustizia locale.
Stante la determinazione di non oscurare gli Europei con la decisione, significa che le 3 ribelli dovrebbero aver guadagnato quantomeno un mese di tempo. Secondo alcuni la data limite sarebbe il 2 agosto, giorno di sorteggio della Conference League, ma in verità non c’è certezza. Il 2 agosto nell’urna della Conference dovrà andare il nome della Roma o, se la Juve fosse esclusa ad esempio, quello del Sassuolo, ma poi ci sarebbe fino al 19 agosto per giocare il play-off.
In verità come detto, certezze non ce ne sono, ma il fatto che la Uefa stia pensando a uno stop temporaneo è solo un vantaggio per Juve, Real Madrid e Barcellona, che potrebbe andare anche ben oltre il solo attendere la sentenza un mese in più.

Nel frattempo la Juventus spera ormai di liberarsi di Cristiano Ronaldo: costo insostenibile soprattutto per il rendimento non all’altezza in Champions, lì dove avrebbe dovuto incidere.
Mendes ha avuto incarico totale di trovare la nuova casa: che il Real Madrid abbia detto di no è cosa nota (e questo nonostante il ritorno del suo ex sodale Ancelotti); il Manchester United si dimostra possibilista in caso di taglio dello stipendio del 50%, e Cristiano Ronaldo non ha più rifiutato nettamente come fatto in principio, ma ancora non è riuscito a digerire il concetto di valere la metà di quanto valesse il giorno prima.
E allora superJorge ha per l’ennesima volta bussato alla porta del PSG, dove già era passato nel 2018 senza successo, prima che la Juve si facesse avanti. Proposto Cristiano, senza tagli particolari ma giusto con una sforbiciatina, e per curarsi dell’eventuale perdita di Mbappé. Il PSG per ora non si è detto interessato, ma Mendes è pronto a rifarsi vivo per eventualmente consolare una Parigi abbandonata dal suo amore giovane.

Leonardo a Parigi deve stare attento a calibrare le prossime mosse: la manovra Donnarumma ha indispettito in parecchi perché ritenuta non necessaria, e adesso rischiano di saltare gli equilibri.
Nell’editoriale del 31 marzo scrivevo: “Per quanto riguarda l’alternativa francese, Leonardo ha preferito per ora tenere il PSG lontano dalla trattativa rossonera: non è stata fatta un’offerta ma nemmeno si è andati oltre l’interesse manifestato precedentemente; Leonardo ha deciso di rispettare gli equilibri rossoneri senza diventare motivo di disturbo, e solo qualora la situazione precipitasse, solo allora potrebbe vagliare se entrare in gioco.Il PSG non può essere leva per le richieste di Donnarumma al Milan. Ma l’alternativa italiana sì che può esserlo”.
E’ andata proprio così.
E l’alternativa italiana è decaduta, di colpo, perché la Juventus aveva stretto accordi verbali nel nome di Paratici. Che fino a pochi giorni prima della fine del campionato era convinto di riuscire a mantenere il posto, e che quindi in quel 31 marzo procedeva per il colpaccio di giustezza.

Donnarumma-Juventus era un affare di Paratici, ma Cherubini ha detto di no.
Messo di fronte alla responsabilità di apporre la propria firma su un investimento così oneroso pur in presenza di Szczesny, non se l’è sentita Cherubini di inaugurare così il nuovo corso agli occhi dell’arrivante Arrivabene, e soprattutto agli occhi sorveglianti dall’alto della real casa, e dunque la Juventus ha dovuto fare un passo indietro.
Solo questa estate dirà se è stato un caso di facciata, o una nuova politica.
Questa estate o forse anche l’autunno a seguire, perché una corrente di pensiero sostiene che Andrea Agnelli abbia ancora mantenuto il proprio posto solo perché in quanto Agnelli non lo si sarebbe potuto sottoporre alla brutalità del benservito all’indomani della fine del campionato. Mentre invece sarebbe chiamato al passo indietro solo sul finire dell’anno, in concomitanza con le scadenze finanziarie.
Chissà che il tempo guadagnato sulla Superlega non si riveli come tempo guadagnato da Andrea Agnelli, presidente dalle sette vite.

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Lunedì 20 Maggio 2024
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