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Sarri e Giampaolo: la settimana operaia! Retroscena da Sorrento a Cremona. Firenze e la miniera di un "Corvo" pronta per Rocco. Napoli, De Laurentiis, ora i fatti

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Finalmente ci siamo. Questione di giorni, forse anche ore. La Juventus avrà il nuovo allenatore, il Milan un nuovo organigramma e una nuova guida tecnica. Sostituire Allegri e Gattuso, per un motivo o per un altro, non sarà comunque semplice. Uno ha vinto, anche se non tutto; l'altro ha sfiorato l'impresa accesso Champions, con tutti i guai del caso. A proposito: complimenti a Leonardo, unico uomo sulla terra capace di cadere sempre in piedi. Lascia il Milan e trova il PSG. Sempre così. E' una qualità e ci inchiniamo. Dicevamo di Juventus e Milan, ma anche la Roma che abbraccia Fonseca. Con questa settimana dovremmo, finalmente, chiudere il cerchio panchine. Maurizio Sarri a vederlo potrebbe sembrare l'antieroe, fuma, ogni tanto dice le parolacce, indossa la tuta, però con i fatti e non a parole ha steso tutti da Empoli in poi. L'impiegato bancario che insegna calcio... e adesso vince anche. Una storia così va solo raccontata a chi non crede più nei sogni, va portata in Università e non demolito il personaggio Sarri. Se poi, in Italia, vogliamo sempre il pallone dei raccomandati e dei traffichini diciamolo e lasciamo Sarri al Chelsea. Ci sono direttori che lavorano per il proprio conto in banca e non per la società che gli dà uno stipendio. Società create ad hoc, con mogli di procuratori in Spagna per far girare il danaro delle "torte" all'albicocca. Direttori raccomandati dal sistema che più vincono e più vengono assunti, club manager yes man dei presidenti e allenatori lanciati nello spazio da vecchi agenti tromboni che li accostano anche alla panchina della Juventus dopo essersi presi pernacchie in giro per il mondo. Certamente, Sarri è fuori luogo: per questi motivi e non per quelli elencati sopra. Uno che realizza il suo sogno e che dal Sorrento arriva alla Juventus va solo presentato ai frustrati come l'uomo che ce l'ha fatta con le proprie gambe; anche se a grandissimi livelli è arrivato tardi. A Londra si è presentato parlando bene in inglese, quando tutti già dicevano "Pensa te Sarri a Londra. Non saprà neanche dire hello alla prima conferenza stampa". Tiè. Che poi sia un profilo, o meno, da Juventus lo dirà il campo. Cosa dovrà portare a Torino? Lo scudetto in faccia a Conte, far fare a Ronaldo quello che non ha del tutto fatto quest'anno, far giocare bene la Juventus ed avvicinarsi alla Champions League. Sarri come Klopp? In teoria ci potrebbe stare, in pratica vedremo. Paratici è pronto.
Giampaolo studia da Milan e, nonostante le vacanze, non sta più nella pelle. Un altro Sarri che arriva nelle big dopo tanta gavetta. Riavvolgiamo il nastro. Cosa è successo nelle puntate precedenti... Sono stato il primo detrattore mediatico di Marco Giampaolo. Da sempre. La mia accusa: un grande teorico a Coverciano, un pessimo pratico in panchina. La fuga da Brescia, il pessimo lavoro di Cesena fino ad arrivare alla Cremonese metà classifica in serie C, prese il posto di Pea, pur di tornare in panchina. Forse Cremona la sua svolta e l'occasione del doppio salto, di tornare in serie A, con l'Empoli per prendere proprio il posto di Maurizio Sarri. Lì è cambiato Giampaolo e, forse, lì è cambiato il mio concetto su questo allenatore che ho sempre ritenuto bravo ma un debole non vincente.

Ha preso gli schiaffi e ha reagito, si è rimesso in gioco dal basso e questo va apprezzato. Empoli e Genova per prendersi una big, alla quale era già stato vicino anni fa (Juventus). Ora arriva al Milan ed è l'occasione della vita. I treni passano per tutti. Alcuni li prendono e viaggiano a mille sul binario, altri li perdono, altri ancora li vedono passare e dicono di essere sfortunati. Quello è l'alibi dei perdenti. Il treno Napoli è passato per Sarri che l'ha preso e l'ha fatto diventare un jet privato, è passato per Brocchi, Seedorf e Inzaghi (deragliato), Gattuso l'ha preso, Conte l'ha trasformato in un jet privato, Montella è finito sotto le rotaie, è passato anche per Gasperini che l'ha visto sfrecciargli davanti a Milano Centrale ma era in ritardo e si è dovuto quindi allungare a Bergamo per salire sulla prima carrozza utile. Prossima fermata: Firenze Santa Maria Novella.
Rocco arriva e infiamma subito Firenze. I Della Valle falliscono il progetto viola e lasciano, dopo 17 anni, con la coda tra le gambe. Non è stato un successo. Anzi. A Napoli dovrebbero apprezzare De Laurentiis vedendo il flop Firenze. Ma di Napoli parleremo tra poco. La Fiorentina diventa americana e il primo impatto con Rocco è buono: faccia simpatica e persona concreta. Ben venga. Giuste le parole su Chiesa; ovviamente dovrà silurare Montella e disegnare presto la nuova società e il nuovo staff. Se è giusto mandare via Montella perché i risultati sono da tutt'altra parte, forse, meriterebbe una discussione Pantaleo Corvino che ha dimostrato di saper far calcio nonostante le difficoltà e le avversità dei Della Valle. Quando il Corvo arrivò a Firenze c'era una società che aveva un debito di 40 milioni di euro, 72 milioni di monte ingaggi ed era la squadra più vecchia d'Europa. Rocco arriva e si ritrova un club senza debiti e quindi appetibile, 37 milioni di monte ingaggi e una delle squadre più giovani d'Europa: basti pensare al tridente Simeone-Muriel-Chiesa. Con un settore giovanile tornato protagonista assoluto con Inter e Torino, nell'anno in cui la Primavera del Milan è retrocessa e la Lazio risale un anno dopo la retrocessione in Primavera 2. Senza dimenticare il primo ciclo di Corvino con le quattro partecipazioni Champions e quattro titoli italiani nel settore giovanile. 60 punti al primo anno, 58 punti al secondo e un terzo anno positivo fino a dicembre, prima del crollo voluto dai Della Valle con l'apice il giorno dell'ingaggio di Montella. Roba da pazzi.
Sarà anche il mercato del Napoli. Dovrà esserlo perché - se è vero che De Laurentiis ha ridato fascino e competitività a questa società - c'è uno stadio vuoto che cade a pezzi. I napoletani vogliono fare il salto e con il solo Ancelotti non puoi fare il salto. Bisogna dargli la squadra che lo scorso anno non ha avuto. Il Napoli deve svoltare. Va bene partire da Di Lorenzo ma ora servono i big da Napoli europeo. Chi sono? Nomi e cognomi. Gente come James Rodriguez ad esempio. Calciatori che infiammino Napoli. Anche perché questi investimenti sarebbero ripagati dal napoletano medio. Giuntoli, tra Napoli e Bari, avrà un gran da fare questa estate. Due squadre da costruire per rendere perfetto il giocattolo di De Laurentiis che funziona, ma ancora non vola del tutto. Questo sarà l'anno della svolta? Lo dirà soprattutto la sessione estiva di calciomercato.

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