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Pirlo, un bluff ma per molti era Maestro! Inter, il paradosso di Zhang. Bentornato Mou ma serve chiarezza in società. Salerno, tutti sul carro di Lotito. Vigorito, visto? Un mese che te lo dico...

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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A fine ottobre scrivemmo che, tra serie C e serie D, ci sono 10 allenatori più preparati di Andrea Pirlo. Ricordate? Io sì. Insulti, pernacchie e bestemmie. Titoloni per lui: "Varietà di moduli e possesso palla, nasce Pirlolandia. Il maestro ama il 4-3-3 e vuole essere duttile. Il capo degli allenatori Ulivieri dice è già un top". Signori, benvenuti a Torino. Nessuno chiedeva il decimo scudetto di fila. Ci mancherebbe. Credevamo ad un testa a testa con l'Inter, ad un percorso europeo più dignitoso e ad una serie A decente. Pirlo ha distrutto tutto. Le colpe non sono solo sue perché la squadra è stata costruita malissimo, Ronaldo contro il Milan è lo stesso di Udine: imbarazzante. Poi segna un rigore e sfrutta un errore di Scuffet e si prende 7 in pagella. Ho visto la Juve dal vivo ad Udine, era peggio che in televisione. Gioco? Zero. Spirito? Zero? Mentalità? -1. Solo grande confusione in panchina dove stanno tutti in piedi, dove Baronio urla come se fossimo in serie D e dove Paratici scende in campo tra primo e secondo tempo come accade, a volte, sui campi di Provincia che io tanto amo. Questa Juve è figli di Pirlo. Moscia e senza grinta. Non merita di andare in Champions. Inter, Atalanta, Milan e Napoli sì. Il Napoli, con Mertens e Osimhen a disposizione qualche gara in più, sarebbe già in Champions.
CAPITOLO INTER
Ragazzi, siete stati bravissimi. Mi complimento con voi. Conte, sei un fenomeno. Grazie per averci regalato lo scudetto numero 19, insieme adesso conquistiamo la seconda stella. Come premio vi tolgo due stipendi e tutti i premi di squadra e singoli che avevamo pattuito. Ogni ricostruzione è puramente opera della fantasia di chi scrive. Ho provato ad immaginare il discorso del piccolo Zhang, ad Appiano Gentile, a centrocampo quando con la bottiglia di champagne si è complimentato con la squadra e lo staff. Mancava da ottobre a Milano. E' arrivato per la festa ma non ha portato buone notizie, anzi. Per questo pensare ad un ciclo nerazzurro ci riesce difficile. I cicli si aprono con grandi società e non con grandi squadre senza il supporto di una proprietà forte. L'Inter ha stravinto e strameritato grazie a Marotta e Conte che hanno saputo gestire le difficoltà e hanno compattato la squadra quando qualsiasi calciatore dalla A alla D avrebbe mandato tutti a quel paese. I calciatori sono come le macchine: senza benzina non camminano. Invece Marotta ha messo l'acqua e la macchina è andata più forte di prima. Ora, però, questa proprietà non può pretendere che questi ragazzi rinuncino a premi e due stipendi. Se non puoi mettere i soldi meglio lasciare. Evitatemi anche il classico "sono già ricchi possono rinunciare a qualcosa" perché questi soldi li hanno concordati prima. Glieli avrebbero dati anche in altre squadre. Puoi cambiare le regole del gioco ma devi farlo prima e non dopo aver giocato e vinto. Soprattutto vinto e soprattutto dopo che manchi in Italia da sei mesi. Se questi sono i presupposti, l'Inter non può stare serena con una proprietà troppo lontana e troppo vulnerabile. Quello che hanno fatto in Cina con il calcio fa davvero paura. Hanno fatto saltare, dalla sera alla mattina, una squadra di calcio forte e potente nel loro Paese. Qui siamo dall'altra parte del mondo e, sinceramente, abbiamo paura che non si facciano scrupoli.
Tema Roma: all'improvviso arriva Josè Mourinho e come comunicazione abbiamo capito che gli americani sono dei furbacchioni. Hanno distolto l'attenzione dalla figuraccia europea e hanno cancellato il finale di stagione con l'annuncio improvviso di Mourinho. Che ne pensi di Josè? Lo hanno chiesto in centinaia. Impossibile dare una risposta. Mourinho è bravo, un grande motivatore e il palmares parla per lui. Bisogna, però, fargli la squadra altrimenti da solo Mourinho non può cambiare le carte in tavola.

Una cosa è certa: glli americani devono fare subito chiarezza in società. Fienga stava chiudendo Sarri e Pinto ha piazzato il blitz Mourinho. Questa società non può avere un'anima italiana e una portoghese. I dirigenti non possono andare ognuno per la propria strada. Gli intermediari che fanno da direttori non ci possono più stare e tra Pinto e Fienga uno solo basta e avanza. Cosa faranno? Una decisione va presa, altrimenti l'arrivo di Mourinho porterà solo altra confusione.
Oggi è il giorno della festa a Salerno. La serie A torna dopo 22 anni. La storia granata, nonostante un grande trasporto di pubblico, parla di molta serie B, tanta serie C e solo due fugaci apparizioni in serie A. La Salernitana si inchina a quel Presidente che, in questi anni, è stato insultato, contestato e invitato ad andare via dalla città. Alla fine ha avuto ragione lui. Lotito riporta Salerno dove nessuno era riuscito e state certi che, una volta andato in A, Claudione nazionale difficilmente perde la categoria come l'ultimo dei Crotone. Per Salerno si preannunciano anni belli. Oggi l'ultimo sforzo. Arriva una promozione, alla vigilia, anche inaspettata. Castori, però, è stato bravo. Fabiani anche. Il Lecce ha buttato la serie A diretta in casa con Spal e Cittadella. Un vero peccato anche perché la squadra di Corini sembra arrivare ai play off un po' scoppiata fisicamente. Il Lecce, per la società, per i tifosi e per il progetto giovani di Corvino merita la promozione. Sarà dura ma bisogna provarci nei play off. E' questo, però, il giorno della festa della Salernitana. Ma un avviso a Salerno va fatto: sono passati tanti anni ma la storia la ricordiamo tutti bene. Salerno dimostri di essere maturata e di meritare questa serie A. L'inizio, a promozione ancora da certificare, non è stato il massimo. Lo schifo che ha riguardato la figlia di Grassadonia non può essere liquidato con il classico "sono tre stupidi che non rappresentano una città". Tre stupidi c'erano anche venerdì pomeriggio a rincorrere Manuel Parlato corrispondente di Sportitalia, il quale è dovuto fuggire per non essere aggredito e questa sera in diretta tv non riusciremo a raccontarvi la festa della città perché, per paura, nessun nostro giornalista vuole andare a Salerno. Gli sfottò, gli striscioni e gli insulti di campanile ci stanno e sono belli ma Salerno dimostri, per una volta, che certi atteggiamenti non sono una triste abitudine della tifoseria che ha molti sostenitori puliti e sportivi.
Resto in Campania per parlare di Benevento. Non ho rapporti stretti con Oreste Vigorito. Li avevo con il fratello Ciro, persone eccezionali. Ad Oreste, da queste colonne, sono settimane che dico che lo avrebbero messo in mezzo. Leggete gli editoriali dell'ultimo mese. Il Benevento in A non può starci se se la gioca con Torino e Cagliari. Ci mancherebbe, parliamo di due grandi realtà ma far fesso Vigorito è più facile che fregare gli altri. Così è stato. Quando Foggia si avvicina all'auto di Mazzoleni fa bene a dirgliene 4 in francese. Fa bene anche a lamentarsi Vigorito in diretta tv. E' tardi, ormai. Troppo. Si dovevano svegliare prima ma non hanno capito il rischio. Ci sono cascati con tutte le scarpe. Il palazzo è più importante del campo. Gli arbitri li conosciamo. Rizzoli sta facendo più danni della grandine e, anche in forma privata, scrive sms ad alcuni addetti agli arbitri deprecabili. Atteggiamenti, compresi quelli di Trentalange, che il calcio lo ammazzano. Gli arbitri vogliono e vengono mandati per decidere le sorti dei club. Una vergogna tutta italiana. A Gravina abbiamo scritto settimane fa e adesso lo ripetiamo: serve una commissione che vigili sull'AIA. Questo potere incondizionato non va bene e bisognerebbe condurre una bella indagine su arbitri e designatori per capire tutto quello che questo mondo nasconde.

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Giovedì 2 Maggio 2024
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