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Juve: piaccia o non piaccia bisogna fare una cosa... Inter: già archiviata la prima mossa per tornare al top. Milan: occhio all'Uefa. Napoli: Koulibaly e altre "distorsioni pallonare". Parte il mercato: non fatevi fregare! E buon anno a quasi tutti

di Fabrizio Biasin
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L'uomo a cui ho più rotto le balle nel 2018 è Alessio Alaimo, giornalista di Tmw al quale invio tutti i lunedì le mie stronzate, sempre puntualissimo alle ore 23.59. Oggi mi ha scritto "abbi pietà, mandamele un po' prima che c'ho il Veglione anche io". Gli ho risposto "ok", ma non lo farò: la coerenza viene prima di tutto.
L'ultimo editoriale dell'anno è sempre quello dei bilanci e fa venire il latte alle ginocchia. Questo non sarà da meno. Intanto salutiamo tutti quanti Ivan Cordua che è in ospedale con un problema serio e mi ha detto "mi saluti nell'editoriale?". Fatto: forza e coraggio Ivan. E poi anche i due ragazzi conosciuti in tribuna a Empoli che mi hanno detto "ti leggiamo sempre". E io: "Grazie, ma come fate ad essere qui? C'e il divieto di trasferta per i non-residenti". E loro: "Eh... sai com'è, aumm aumm...". L'Italia è un Paese straordinario. Vi voglio bene ragazzi.
L'ultima cosa minimamente seria che volevo dire è che da una settimana "siamo tutti Koulibaly" e "siamo tutti Meité", ma "siamo più Koulibaly che Meité e non è giusto!" e siamo tutti qualcosa o qualcuno ma invece, forse, dovremmo solo imparare a non vergognarci di essere noi stessi. Se sei "fatto bene" non hai bisogno di essere "nessun altro" perché rispetti tutti e hai già il rispetto di tutti, compreso quello di coloro che periodicamente vengono offesi e di sicuro non hanno bisogno di fasce da capitano "offerte" o di attestati di solidarietà che lasciano il tempo che trovano: io "non sono Koulibaly" perché non ho bisogno di farlo sentire "specie protetta" o "diverso" o "poverino, diamogli una carezza". Che poi, magari fossi Koulibaly, sarei un centrale difensivo con i controcazzi e invece sono un giornalista pelato, attualmente in baita.

Ma veniamo alle cose serie che è già partito il giro di affettati. Oggi apre il mercato e allora andiamo sul sicuro: l'Inter è su Lavezzi. Fine della parentesi di mercato.
Altre cose serie e la finiamo, giuro.

Il campionato è ufficialmente in pausa, nel senso che son già tutti alle Maldive (i giocatori, noi se va bene ci facciamo due pizzoccheri a quota 1800). Alle Maldive in questi giorni ci sarà una concentrazione di terzini, mediani e tronisti di Maria de Filippi incredibile. Maledetti, soprattutto i tronisti.
Comunque, è terminato l’anno calcistico e a noi tocca affrontare un paio di settimane assai noiose (a meno che voi non siate appassionati di "balle di mercato", ovvio). La verità è che sbraitiamo, ci indignamo, chiediamo sospensioni, diciamo "io non li guardo più! Mi do al paddle!", ma poi non sappiamo stare senza partite, borbottii e polemiche sterili, ovvero quelle che vengono a galla appena la classifica affossa il nostro umore.
Prendiamo la Juve. La Juve ha vinto lo scudetto a luglio, ovvero quando la squadra sette volte campione d’Italia (di fila) ha portato a Torino Cancelo, Emre Can e un portoghese di belle speranze del quale non faremo il nome per evitare che qualcuno ci dica "ecco, parlate sempre di quel tale".
Quella squadra lì, la Juventus, ha chiuso il girone d’andata con 53 punti (17 vittorie, 2 pareggi, 0 sconfitte), ha "sofferto" solo con Genoa, Atalanta, per un tempo con l’Inter, dieci minuti con il Napoli, un po' con la Samp, parecchio con il Chievo (ma era la prima giornata). Per il resto ha più o meno passeggiato, ma non con l’atteggiamento arrogante di chi pensa "me ne fotto", semmai con la consapevolezza delle grandi ("accelero e rallento a seconda di quel che serve").
Ebbene, di fronte a “questa cosa qua” (i suddetti 53 punti) c’è chi invece di scegliere la via della logica ("forse sono i più forti, sarà il caso di provare a scopiazzare il loro “modello”") preferisce insinuare il dubbio ("gli arbitri li aiutano, il Palazzo li spinge, è tutto un magna-magna"). La consueta polemica, insomma.
Fateci caso: per tre giorni abbiamo parlato dell’"Italia razzista", ci siamo posti 34233432 domande, ci siamo interrogati sui "perché", sulle soluzioni, su tutto quanto, abbiamo detto "rallentiamo", "smettiamola", "comportiamoci bene", ma poi il pallone è tornato a rotolare e i "vaffanculo" sono tornati ad abbondare come spumantini al Cenone ("non c’era il rigore per la Samp!", "neanche quello per la Juve!", "neppure quello per il Toro!", "c’era quello per la Lazio!", "non siamo tutelati!", "prima usavano poco il Var, ora lo usano troppo!", "alcuni cori li puniscono, altri no!", "cacciate quell’allenatore, ma anche quell’altro!").
Il calcio in Italia è questa cosa qua, arrendiamoci. Non arriveremo mai a valutare le cose per quello che sono, ragioneremo sempre sul "marcio" e così facendo lasceremo che il club più forte, la Juventus, continui a fare il bello e cattivo tempo.
Chi può dare fastidio ai super scudettati? Il Milan? Con tutti i problemi di gestione che deve affrontare (leggi "fair play finanziario")? Difficile nell'immediato. Il Napoli? Con un presidente che invece di pensare al "passo in più" preferisce ragionare su complotti e designazioni arbitrali inadeguate? Difficile. La Roma? Con una proprietà che quando le cose vanno bene dice "facciamo lo stadio!" e quando vanno male dice "così non va bene! Facciamo lo stadio!"? Difficile (e comunque sì, lo stadio di proprietà serve a tutti altrimenti buonanotte alla competitività). L’Inter? Ecco, l’Inter. I nerazzurri una possibilità ce l’hanno, ma nel prossimo futuro dovranno essere bravissimi, attentissimi e "cazzutissimi". I cinesi che, si diceva, "scapperanno presto" sembrano intenzionati a fare sul serio; il nuovo Dg Marotta "sa come si fa" (la Juve dei record è in gran parte merito suo); l’Uefa a partire da giugno allenterà la morsa del "non potete" e "guai a voi se investite". Ecco, nel prossimo futuro i nerazzurri sembrano i più indicati a dar fastidio ai marziani piemontesi, almeno sulla carta.
Parliamoci chiaro, a Torino non ve lo confermeranno mai, ma anche da quelle parti sperano che qualcuno possa tornare ad essere competitivo ai massimi livelli, e non lo fanno certo per questioni di "solidarietà tra club", semmai per la necessità di non far ammosciare il "prodotto serie A". Che poi, se anche fosse, la strada è già segnata: prima o poi arriverà la Super Lega e il nostro campionato diventerà un semplice "complemento". Ecco, a quel punto forse spariranno anche le polemiche.

Ps. Non andate alle Maldive che ci si rompe le balle.

Ps/2. Se il vostro Veglione di capodanno è stato una schifezza non preoccupatevi: è capitato anche al 90% della popolazione mondiale, anche se non lo ammetterà mai (l'altro 10% invece aveva l'influenza).

Buon hanno con l'acca a tutti: partire con un refuso è cosa buona e giusta.

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Domenica 5 Maggio 2024
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