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Juve: il futuro di Sarri è deciso. Inter: il problema (serio) tra Conte e proprietà. Milan: la firma di Ibrahimovic. Napoli: Gattuso si "merita" Insigne. E su De Zerbi...

di Fabrizio Biasin
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© foto di Alessio Alaimo

Proverò a parlare del, definiamolo, caso-Conte (“Zitto! Scemo!”).
È molto difficile parlare del caso-Conte perché appena scrivi “Credo che abbia sbagliato a perdere il controllo dopo Atalanta-Inter” arrivano in massa a dirti cose come: “Vergognati!”. “Prezzolato!”. “Scrivi le notizie!”. “Figlio di maiala!”. “Sei tu la talpa!”. “Devi perdere il lavoro e finire sotto i ponti!”. Altro. Allora tu dici “Ma io vorrei semplicemente parlare di quel che è accadut…”. “Zitto, minchia secca!”. “Che ti venga un colpo!” (quest’ultimo un po’ vecchio stile, ma sempre bello).

Ebbene, proverò a parlare del caso Conte.
Il 2020 passerà alla storia per il fetente virus, ovvio, ma anche per l’enorme peso “dei Conte”. Prima Giuseppe, gran visir della quarantena, poi Antonio, tecnico dell’Inter dall’umore ballerino. Ieri si è aggiunto un capitolo alla telenovela innescata dall’Antonio-furioso sabato sera. I nerazzurri vincono alla grande a Bergamo, terminano la stagione con la miglior difesa, il secondo miglior attacco, il minor numero di sconfitte e, soprattutto, il secondo posto a un solo punto dalla Juventus (che pure ha fisiologicamente rallentato nel finale) e il mister che fa? Sorride e incassa i meritati applausi? No, getta la bomba in piazza.
Conte attacca proprietà, dirigenza, parla di “scarsa protezione”, di “carri” sui quali non si può salire, fa intuire - come i suoi predecessori del resto - che ad Appiano campi il “talpone galattico”, ovvero uno o più spioni, però non fa nomi e lascia tutti di stucco: “A fine stagione farò le mie valutazioni”.

La domenica non trascorre in pace come poteva essere (con il secondo posto sei “il primo dei perdenti”, ma dopo 10 anni di bocconi amari è già molto) e al contrario è tutto un “che casino all’Inter!”. Francamente, un trattamento che il club non meritava. Le voci si sprecano: da Marotta che avrebbe già contattato Allegri, alla possibilità che il club impugni le dichiarazioni del tecnico per ragionare su un licenziamento per giusta causa, fino a Conte che - parola di Repubblica - sarebbe in contatto con la Juventus (giocatori e dirigenti) per apparecchiare un complicato ritorno in terra sabauda.

L’articolo non piace al diretto interessato che, nel pomeriggio di ieri, torna a farsi sentire con alcune pepatissime dichiarazioni all’Ansa: “Ho sposato un progetto triennale, mi batterò con tutte le mie forze affinché sia un progetto vincente”. E ancora: “Smentisco categoricamente di aver sentito dirigenti e giocatori della Juventus chiedendo "ma Sarri lo cacciano?”.

Tutto risolto? No. Conte ripassa la palla, fa capire che non è sua intenzione scendere a patti o rassegnare le dimissioni (altri due anni di contratto da 11 milioni di euro netti a stagione), confida nel fatto che la proprietà lo accontenti nella sua idea di “rivoluzione”.

Morale, la situazione resta parecchio tesa e tocca a Marotta - giustamente indispettito nel post-Atalanta - trovare una via d’uscita nel breve periodo.

Considerazioni finali. 1) Questo casino andava evitato: l’Inter ha ancora dei problemi di gestione, è vero, ma sono relativi rispetto al livello di crescita che ha avuto il club negli ultimi anni. Si poteva (si doveva!) affrontare la situazione in altro modo, di sicuro privatamente. 2) Non proseguire con Conte sarebbe pericoloso: le controindicazioni caratteriali spariscono di fronte alla sue capacità, ma è il tecnico che deve capire se crede davvero in un futuro interista o sta cercando un modo per uscirne immacolato. 3) L’Inter, si sa, è “pazza”, chi ha provato a spegnere il “fuoco della follia”, alla fine, non ha fatto altro che alimentarlo. 4) Domani c’è l’ottavo di Europa League con il Getafe e al di là di tutti gli scazzi è decisamente la cosa più importante.
Ps. Applausi a scena aperta per il “Piccolo capolavoro” Sanchez: il cileno diventa ufficialmente interista, arriva a costo zero e guadagnerà 7 milioni netti a stagione. Sono tanti, ma potevano essere molti e molti di più.

Pillole sul resto.

C’è chi parla di panchina traballante in casa-Juve. Per carità, Sarri ha l’obbligo di passare il turno con il Lione, ma c’è chi assicura che verrà silurato anche dovesse andare fino in fondo. Si vedrà. Nel caso, “a monte”, chi l’ha scelto dovrà a sua volta dare delle spiegazioni di qualche genere.

Ibra è sempre più vicino al rinnovo con il Milan. Guadagnerà – bonus compresi – una cifra vicina ai sei milioni. Tutti meritati, non c’è altro da aggiungere.

In Spagna quotano De Zerbi (a 20) per la panchina del Barcellona. È chiaramente una suggestione, ma già il fatto che prendano in considerazione il tecnico del Sassuolo è la dimostrazione di quanto valga la sua filosofia pallonara (Guardiola e Bielsa i suoi maestri).

Il campionato ricomincerà il 19 settembre e praticamente non si fermerà mai fino a maggio 2021 inoltrato. A Palazzo hanno pensato (giustamente, per carità) a portare a termine questa stagione, non a quella successiva. Buona fortuna a tutti noi.

Gattuso è un signore. E non c’è neanche bisogno di spiegare perché. Si “merita” decisamente il - difficile - recupero di Insigne per Barcellona-Napoli.

Ho perso il fantacalcio per un "72 a 71" all’ultima giornata. Fare la formazione ai tempi del covid è una iattura. “Che vita di merda” cantava qualche anno fa una straordinaria Levante.

“Credo negli esseri umani” canta, invece, Marco Mengoni. Un ottimista.

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Sabato 4 Maggio 2024
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