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Inter, una spina per Spalletti. Milan, due colpi entro giovedì. Bologna, l'indeterminato di Bigon...quando termina? Allan andava ceduto

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Se Gattuso avesse fatto i punti di Spalletti, con la squadra che si ritrova Luciano, oggi i giornali manderebbero cronisti a Gallarate e le televisioni farebbero speciali su quanto sia scarso Rino. Diciamolo una volta per tutte: l'Inter è la vera delusione della stagione. Certamente, in compagnia. Ad esempio della Roma. Sta di fatto che, per il mercato svolto e per come si erano messe le cose, non ci aspettavamo da Spalletti la vittoria del campionato ma neanche di non essere mai in corsa e, soprattutto, di uscire così presto dalla Champions League con una squadra che non aveva più ambizioni di classifica. Inoltre l'Inter gioca male, non diverte e quando si inceppa Icardi il motore va in fumo. Dove sono le idee di Spalletti? Per ora restano ad Appiano, ma il tempo sta per finire e gli obiettivi stanno sfumando, lentamente, uno alla volta. Bilancio negativo per i nerazzurri che la scorsa estate furono protagonisti con il mercato di Ausilio. Adesso mancano tre giorni alla chiusura della sessione invernale. Sarebbe dovuto essere un gennaio da zero a zero e, invece, arriveremo fino all'ultimo con diverse big impegnate a fare qualcosa. La spina Perisic rischia di far male a Marotta ed Ausilio. Le ammissioni pubbliche di Beppe Marotta mettono spalle al muro la società. Il ragazzo vuole andare via? Bene, se non ci sono offerte non può andare ma soprattutto l'Inter non può pensare di dimezzare la valutazione solo per accontentare Perisic. Due sono le cose: o l'Inter ha già in mano un'offerta soddisfacente per Perisic oppure le dichiarazioni di ieri, a Torino, rischiano di diventare un boomerang quando mancano così poche ore al gong finale. Solo cinque mesi fa, il valore di Perisic era un altro. Cedere a gennaio non è mai conveniente, figuriamoci se qualcuno ti prende per il collo il 30 del mese con una squadra che ha solo un obiettivo stagionale: la Coppa Italia. Poco se pensiamo alle ambizioni di agosto.
Altra musica al Milan, dove senza calciatori, senza mercato, senza Higuain e senza soldi da poter spendere la squadra è in piena corsa per il quarto posto, massimo obiettivo stagionale. Rispetto ad inizio anno, i rossoneri sono indeboliti. Tra infortuni, partenze ed assenze. Il Milan ha perso pezzi per strada. Biglia e Bonaventura su tutti. Mai sostituiti nei ruoli di appartenenza. Mancano tre giorni e Leonardo qualcosa dovrà fare. Come se non ha soldi da spendere? Dovrà mettere in moto la fantasia; è pagato anche per inventare. Come ha inventato bene Paqueta. Un centrocampista e un esterno alto. Non può perdersi per così poco il Milan, quando vede alla portata il grande obiettivo di ritornare in Champions. Lo sforzo va fatto e adesso. Poi ci sarà spazio solo per malumori e rimpianti.

E' l'anno zero per i rossoneri. Immaginare un'altra stagione in Europa League diventa una angoscia per i tifosi milanisti. La squadra c'è e anche contro le grandi, finora, non ha mai deluso. La vera differenza tra la classifica dell'Inter e quella del Milan la fa il derby perso allo scadere. Altrimenti oggi, forse, parleremmo di altro. Di un film ancora non visto.
A Bologna hanno fatto spazientire, perfino, Saputo. Il Presidente sembrava docile e innocuo. Ieri sembrava un leone affamato uscito dalla gabbia. Certo, perdere 0-4 con il Frosinone con una prestazione del genere significa che in settimana certi calciatori pensano di essere al dopo lavoro più che in serie A. Inzaghi si conferma non allenatore di categoria. Certamente la squadra è oggettivamente scarsa ma della mano del Mister, a Bologna, non si vede neanche un mignolo. Adesso non vorrei tornare sempre sullo stesso argomento ma, per molto meno, dirigenti di serie A e serie B hanno pagato risultati così scadenti. Saputo dovrebbe farsi delle domande, non solo su Inzaghi, ma anche su Bigon e Di Vaio. Non ha una giustificazione il contratto a tempo indeterminato di Bigon. Prima o poi finirà anche questo? Ci sono direttori sul mercato validi che non lavorano per aver sbagliato squadre e stagioni per molto meno.
In chiusura una riflessione sulla non cessione di Allan. Non sappiamo se il PSG abbia fatto due passi avanti e poi tre indietro, ma una cosa è certa: se ti offrono 70-80 milioni per Allan, il calciatore va ceduto. Meglio in estate; ma se l'offerta arriva a gennaio va bene uguale. Anche perché la stagione del Napoli ha, ormai, già detto tutto. Puoi provare ad andare avanti, il più possibile, in Europa League ma gli spettatori allo stadio nel recente passato hanno confermato che della coppetta europea, ai napoletani, frega ben poco. Allan è arrivato da Udine a 12 milioni di euro. Ha fatto grandi cose, ma è un motorino di centrocampo, uno di rottura. Se arriva, oggi, a quel valore va ceduto. Per far contento il calciatore, ma anche e soprattutto per realizzare una maxi plusvalenza. Le sue qualità sono indiscutibili ma quando il mercato si droga devi seguire l'onda giusta. Nel dettaglio non entriamo perché non sappiamo, realmente, se il PSG si sia improvvisamente ritirato oppure se De Laurentiis abbia tirato troppo la corda. Sta di fatto che resta in rosa un ragazzo che avrebbe potuto svoltare la sua carriera e il Napoli avrebbe potuto avere soldi importanti da reinvestire sul mercato estivo.

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