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Giudice sportivo: decisione netta. Ma il virus non molla il calcio. E la pausa Nazionali ci regala due spunti

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Finito il capitolo nazionali. Si è parlato poco di campo e molto di virus, in questi giorni. E non possiamo esimerci anche noi visto che più che il pareggio della nostra Italia fa più notizia la decisione del giudice sportivo riguardo a Juventus-Napoli. La decisione è forte: 3-0 a tavolino e un punto di penalizzazione in classifica. Con alcuni passaggi molto chiari che testimoniano la base delle scelte del Giudice rispetto poi alla decisione presa. Una volta avuti in mano tutti gli atti ed essendosi preso qualche giorno in più per decidere la sentenza è stata netta. Soprattutto per le tempistiche, sottolineate nella lunga nota.
Per Mastrandrea la nota arrivata dall’Asl Napoli 1 successiva alla positività di Zielinski evidenziava in maniera inequivocabile che la responsabilità della gestione del Covid spettava al Napoli e conseguentemente al protocollo Figc: ovvero che c’era la possibilità di giocare la partita di Torino.
Inoltre in prima battuta il carteggio dell’Asl con il Napoli non impediva la trasferta e soltanto successivamente l’ordine “assumeva valenza incidente e connotati prescrittivi chiari”. Ma arrivati a quel punto non c’era più tecnicamente il tempo per poter organizzare la trasferta a Torino e giocare la partita.
Il giudice sportivo insiste su questa argomentazione: è come se il Napoli avesse rinunciato alla trasferta (contravvendendo quindi alle norme introdotte dalla Figc per la ripresa del campionato).
Sempre cercando di rendere ancora più chiara la ratio della decisione il Napoli non avrebbe fatto tutto il necessario per giocare la partita e rispettare il protocollo.
Il Napoli, annuncia ricorso e ha affidato la sua reazione a un tweet: “La SSCN da sempre rispetta le regole e la legge. Attende con fiducia l’esito dell’appello credendo fermamente nella Giustizia”. Per il Napoli infatti le indicazioni che arrivavano dall’ASL impedivano forzature di alcun tipo. Quindi la parola fine è ancora lontana dall’essere scritta.
Sicuramente questo passaggio testimonia ancora una volta la grande fermezza nel voler applicare il protocollo e la volontà di tenere unito (e in moto) il mondo del calcio nonostante una situazione che in tutta Italia sta diventando giorno dopo giorno sempre più preoccupante.


Anche nel mondo del calcio. Perché dopo la positività di CR7, arrivata in Nazionale in Portogallo (ma con CR7 già tornato in Italia per fare la quarantena a Torino), in casa Juve si torna in bolla allo J Stadium (come prevede il protocollo Figc) dopo la positività riscontrata in McKennie. E nel giorno in cui continuano a scendere i positivi in casa Genoa, se ne aggiungono invece 4 nel Parma, che quindi entra in bolla (anche in questo caso seguendo il protocollo Figc) al centro sportivo di Collecchio.
Ma due flash sul calcio giocato dobbiamo farli per forza. Per dimenticare anche le polemiche, per allontanare il pensiero di un virus che non molla la presa.
Primo flash: Mancini non perde mai la speranza e l’ottimismo. Sebbene abbia perso il primato in classifica, si dice fiducioso di poter vincere il gironcino di NL. “Vinceremo le prossime due”: è una grande iniezione di fiducia per un gruppo che ha bisogno di questo, visto che la qualità c’è. Forse con un pizzico di convinzione e di sfrontatezza in più l’Italia può fare anche meglio. Mancini ha dato una mentalità vincente alla sua squadra, ma può migliorare ancora. E Mancio sa che passa attraverso questo.
Secondo flash: nonostante le assenze l’Inter alla vigilia del derby si sente un po’ più tranquilla. Lukaku continua a segnare anche in Nazionale, ma forse la notizia che aspettava Conte è quella che arriva da Eriksen: firma la vittoria a Wembely (su rigore d’accordo) ma sembra in grande spolvero visto quello che aveva già fatto nella partita precedente. Il Milan si consola con Calhanoglu, sempre più in palla. E’ l’anticipo del derby, il big match che ci apprestiamo a vivere. Per riprendere a pensare al campionato

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