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Follow the money: il mercato 2024 e i nuovi equilibri

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

E’ stato un mercato diverso e ora possiamo dirlo. Dopo un paio di settimane in cui tutto si è chiuso, in cui abbiamo visto giocare le nostre nazionali e in cui è stato possibile analizzare i dati, anche grazie al lavoro di Football Benchmark.
E’ stato un mercato diverso perché se da una parte sono mancati i soldi degli inglesi e degli arabi (che hanno speso meno rispetto a un anno fa), dall’altra hanno avuto un saldo negativo praticamente tutte le grandi leghe. E probabilmente i due eventi sono collegati. C’è stata l’esigenza di fare comunque la squadra, a prescindere dalle entrate. Scommettendo più sui risultati, ci verrebbe da dire.
Facciamo un esempio tutto italiano per capire meglio quello che potrebbe essere successo: il Napoli pensava di poter vendere Osimhen a una determinata cifra. E ha aspettato di fare mercato, la seconda parte almeno, di vendere il giocatore. Poi quando ha capito che la situazione di Osimhen forse non si sarebbe sbloccata o lo avrebbe fatto tardi (guarda un po’ i mercati di destinazione erano quello inglese e quello arabo, i due in contrazione di spesa), ha comunque speso quello che avrebbe voluto fare. Sperando in una cessione di Osimhen nelle ultimissime ore o in un altra sessione di mercato (come poi è successo). Ma il rischio il Napoli se lo è accollato. E ha scommesso sul risultato sportivo: è (giustamente) convinta che con questo sacrificio sia meno complicato arrivare all’obiettivo (qualificazione in Champions League).
Ma come è cambiato il mercato e come mai il Napoli (e chi per loro) ha dovuto prendere questa decisione?

Affidiamoci anche al lavoro di Football Benchmark. L’estate scorsa sei delle 8 leghe avevano concluso la finestra estiva di mercato con un saldo positivo. Oggi soltanto due di queste otto sono in attivo: Olanda e Portogallo.
Quello che ha fatto la differenza sono stati i grandi cambiamenti soprattutto nella Premier League (oltre che nel campionato saudita).
L’inversione di tendenza è palese: la Premier ha migliorato il suo saldo di 550 milioni di euro, passando da -1,27 miliardi a -718 milioni. La stessa cosa, in proporzione, è successa in Arabia, passata da -882 a -383,2 milioni.
Ovviamente la spesa inglese rimane sempre una spesa incredibile: 2,33 miliardi, ma è comunque nettamente inferiore rispetto a quella della passata estate: per la prima volta le regole di profitto e sostenibilità della Premier hanno fatto effetto.

Questo tipo di contrazione (inglese e saudita) non ha fermato le spese negli altri paesi: in Serie A per esempio si è speso quasi un miliardo. Ma la differenza si nota: pensate che il divario di spesa tra Serie A e Saudi Pro League la scorsa estate era di 1 mld di euro, ora si è ridotto a 86 milioni…

Ovviamente, come sottolineavamo, meno soldi investiti da Premier e Saudi significano meno incassi (si è passati da un miliardo a 700 milioni) ma a questo va aggiunto una spesa superiore complessiva della nostra serie A di circa 100 milioni. E così, rispetto alla passata stagione, la differenza di spesa è di oltre 420 milioni: è passata da un +124 a un-297,7.

Si è completamente invertita la dinamica del saldo dei trasferimenti: se lo scorso anno in Italia erano 11 i club che avevano chiuso in positivo, quest’anno sono 11 quelli che hanno chiuso il mercato in negativo. Al contrario in Arabia lo scorso anno erano soltanto du ei club che avevano chiuso con il segno più, oggi sono 9 (inclusi i 3 con una spesa netta pari a zero).

Proprio come la Serie A ha vissuto un’inversione di tendenza, così anche la Bundesliga: lo scorso anno era il campionato (fra quelli dei grandi) che aveva incassato di più +295,7: quest’anno è sotto di -72. Solo la Liga ha tenuto un sostanziale equilibrio (la bilancia generale dei trasferimenti segna un -12) ed è fra i BIG5 il campionato ch eha speso di meno. E infatti in Liga sono addirittura 14 su 20 le squadre che hanno avuto un saldo positivo dal mercato. Chi ha speso di più è stato l’Atletico Madrid acquistando Alvarez, Gallagher, Le Normand e Sorloth per un totale di spesa di 185 milioni di euro. Pensate che è la quarta volta negli ultimi 10 anni che l’Atletico segna un saldo trasferimenti peggiore sia del Real che del Barcellona. Real che ha preso, Mbappé, è vero, ma praticamente a parametro zero, che ovviamente zero non è, se andiamo a considerare tutti i costi accessori.
In Premier chi ha avuto il saldo trasferimenti più ampio non è nessuna big ma il Birghton con -182 (e addirittura 231 di spesa). Pensate che il Chelsea ne ha spesi 238 ma ha venduto per 200. E anche due neopromosse non hanno badato a spese (almeno 120 milioni a testa per Ipswich e Southampton).
In Italia è il Napoli che ha la spesa netta peggiore: con -138 e come detto tutto ruotava intorno a Osimhen.
L’altra sorpresa arriva dalla Francia dove il PSG alle prese con la sostituzione di Mbappé ha investito 170 milioni di euro (con saldo negativo di -98,4 milioni): e questa non è la spesa netta più bassa. Il deficit più importante è del Lione: -105. E’ la prima volta dalla staginoe 19/20 che non è il PSG la più spendacciona della Francia.

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Martedì 17 Settembre 2024
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