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Dybala, dopo un anno (quasi) nulla è cambiato: l'incedibile CR7 vuole un 9 al suo fianco. Giuntoli e l'esame di maturità: se sarà di nuovo un grande Napoli lo si capirà dalle cessioni

di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012
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Quando in un anno le scelte sbagliate di mercato superano quelle giuste ti ritrovi l'anno successivo col triplo dei problemi. E' così per tutti, è così anche per la Juventus che da nove anni domina ininterrottamente la scena in Italia. Un anno fa Fabio Paratici provava a scambiare Dybala per Lukaku e a cedere Higuain (salvo poi non riuscire a fare nulla di tutto ciò) e adesso si ritrova a fare i conti con gli stessi problemi, più acuiti ed evidenti. Il Pipita è ormai al tramonto della sua fantastica carriera e la Juventus pur di liberarsi del suo ingaggio - proprio come fatto con Matuidi - vorrebbe risolvere il contratto e a liberarlo gratis. E Dybala è sempre lì, con una stagione certamente migliore di quella precedente ma alle prese con gli stessi dubbi tattici, di feeling, che non sono mai stati risolti.
La giocate individuali di Cristiano Ronaldo e Dybala, i loro gol, sono stati la base dell'ultimo Scudetto. Due giocatori così dotati tecnicamente sono bastati per la conquista del titolo in Italia, ma il feeling di coppia anche quest'anno non è scattato. Restano incompatibili perché troppo simili. Entrambi avrebbero bisogno di un grande 9 al loro fianco, quello che Higuain è stato e non è più.
E allora via uno dei due, proprio come doveva capitare un anno fa. La logica direbbe Cristiano Ronaldo, il mercato dirà Paulo Dybala. Perché il portoghese è un fantastico campione che però va per i 36 anni e ha altri due anni di contratto con un ingaggio da 30 milioni di euro netti a stagione. Il suo addio potrebbe sbloccare trattative e soprattutto i soldi per portarle in porto. Ma chi può permettersi queste cifre per Cristiano Ronaldo? E soprattutto, chi pensa a un investimento complessivo da (almeno) 150 milioni di euro per un campione, ma che è pur sempre un classe '85? Nessuno tra i top club europei. E se c'è qualcuno che lo fa tra i club di seconda fascia o tra i mercato emergenti, in quel caso è Ronaldo a dire di no.
Più semplice cedere Paulo Dybala, più semplice anche di un anno fa perché dopo l'esperimento fallito da todocampista nell'ultima stagione di Allegri, Dybala da Sarri è stato riportato nel suo ruolo naturale ed è tornato a brillare. Non è (non sarà mai...) al livello dei Messi e dei Ronaldo, ma resta un eccellente attaccante classe '93, con un ingaggio che oggi possono migliorare tutti i top club europei. E quindi ha tutti i requisiti per essere giocatore appetibile sul mercato.
Dybala a Torino resterebbe volentieri, chiede un rinnovo da secondo giocatore più pagato della rosa. Ma oggi più che nell'estate 2019 si sente pronto per una grande sfida, per un ruolo da protagonista anche altrove.
Dal canto suo, la Juventus solo con l'inserimento di Dybala nella trattativa può arrivare a quel grande centrocampista (Isco o Pogba) necessario per rinforzare un reparto che non è migliorato un anno fa con Rabiot e Ramsey e per mettere a segno una plusvalenza necessaria per liberare fondi per l'acquisto di un nuovo centravanti titolare, quel 9 che Cristiano Ronaldo avrebbe voluto anche nelle ultime due stagioni.

Questa estate ci dirà molto del Napoli che verrà, ci dirà se il Napoli tornerà ad essere una bella certezza del calcio italiano. Fallito il progetto Ancelotti, De Laurentiis ha dato il via libera a una profonda ristrutturazione del parco giocatori. E da gennaio ne sono arrivati diversi: da Demme a Lobotka, da Rrahmani a Petagna, da Politano a Victor Osimhen, l'acquisto più costoso della storia del club. Manca ancora qualcosa, un esterno alto a destra e un terzino sinistro. Ma a mancare, in questo momento, sono soprattutto le cessioni. Più importanti di ulteriori acquisti per dare davvero il via a un nuovo ciclo. Perché è difficile per Gattuso escludere dall'undici titolare un giocatore come Koulibaly (il giocatore più pagato della rosa) nelle sfide più importanti, ma il match col Barcellona ha fotografato in maniera limpida la sua stagione e la sua condizione. Perché Allan è chiaramente un pesce fuor d'acqua da due anni e più passa il tempo e più aumenta il rimpianto per non aver accettato l'offerta da oltre 50 milioni di euro presentata nel gennaio 2019 dal PSG. De Laurentiis ne chiedeva 80 e oggi, 18 mesi dopo, anche solo pensare di incassare la metà è utopia.
Pure oggi alcune cifre fissate dal presidente del Napoli (90 milioni per Koulibaly, 40 per Allan, 50 per Milik) sono fuori mercato ed è qui che deve intervenire il direttore sportivo. Cristiano Giuntoli sa perfettamente che incassare 170-180 milioni di euro da queste tre cessioni è impossibile, che mettere su un tesoretto (in buona parte già reinvestito) da 120 milioni) sarebbe già ottimo. E dovrà essere lui a mediare. Dovrà essere lui a concludere queste operazioni e a convincere De Laurentiis che se Koulibaly va via per 65 milioni e Allan per 25 restano comunque ottime cessioni, perché son tutte operazioni necessarie per voltare davvero pagina. E che se non vengono ceduti oggi a queste cifre, tra un anno questi calciatori varranno ancora meno, molto meno.
La bravura di un direttore sportivo la si valuta da come vende piuttosto che da come acquista e questa è verità sacrosanta. Che non cambia e non può cambiare: ecco perché per Giuntoli questa estate è la prova del nove.

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Domenica 5 Maggio 2024
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