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Chi ha funzionato, dei nuovi arrivati?

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Possiamo fare un primo punto sul mercato, dopo la seconda pausa. Dopo la prima, si è fatta un’analisi rispetto a quello che si era appena concluso. Ora, qualche settimana più tardi, si possono fare le prime considerazioni. Al netto di infortuni (o stati di forma) che hanno condizionato l’utilizzo dei giocatori nuovi.
Alcuni giocatori è inevitabile che abbiano lasciato il segno. Prendete per esempio il tridente di mercato Kean, Gudmunsson, De Gea della Fiorentina. Soprattutto ora, nell’immediato post della vittoria contro il Milan, non si può dire che non funzioni. Anche perché si partiva con la consapevolezza che un’area di rischio c’era, Gudmunsson a parte. E invece all’incasso di ottobre la Fiorentina si presenta con la consapevolezza di essere sulla buona strada.
Insomma ci siamo capiti: chi ha funzionato e chi no. Chi sta facendo la differenza, rispetto ai nuovi. Il migliore, per impatto, per numero di gol, per utilizzo è certamente Retegui. Arrivato per sostituire Scamacca, nel giro di 24 ore Gasperini l’ha avuto a disposizione. E lui ha ripagato avendo già fatto 7 gol in stagione: tanto quanto fatto tutto lo scorso anno. Anche Kean, già citato, sta “funzionando”: la Fiorentina ha trovato un punto di riferimento in avanti notevole, che probabilmente negli ultimi anni era venuto meno. Per rimanere in tema di attaccanti meritano certamente una menzione: Dobvyk, che piano piano si sta facendo conoscere dai tifosi della Roma; Che Adams, rivelazione di questo avvio di campionato del Toro e che ora dovrà sostituire anche Zapata, di fatto; e Dia che non sempre parte titolare nella Lazio ma che la firma sul tabellino la mette lo stesso.
Per il momento fuori Lukaku che deve recuperare la sua forma migliore ma che ha fatto già vedere quanto sarà importante per il Napoli. Ma a proposito di Napoli ci sono almeno due giocatori dei nuovi che hanno meravigliato: uno è certamente McTominay che ha “costretto” Conte anche a un cambio di sistema di gioco (peraltro consentendo così al Napoli di avere due vestiti da potersi mettere a seconda delle circostanze: particolare di non poco conto) e l’altro è Neres che ha giocato molto poco ma ha dimostrato di avere qualità fuori da comune. Così come Francisco Coincecao, per rimanere nello stesso ruolo, che ha sfruttato al massimo le opportunità che gli ha concesso Thiago Motta e ha dimostrato di essere obiettivamente un giocatore molto utile.
Di centrocampisti, appena arrivati, protagonisti non ce ne sono molti. Colpani ancora non ha carburato, Koopmeiners idem (dopo essersi fermato proprio a causa del mercato per un paio di settimane almeno), K Thuram alle prese con infortunio, Samardzic che ha appena iniziato a far vedere le sue qualità a Bergamo, Koné si è trovato in un frullatore a tinte giallorosse. L’altro che si staglia insieme a McTominay è Fofana: certamente per l’utilizzo che ne fa Fonseca, anche se paga il momento altalenante del Milan.

E un pensiero va fatto anche per Brescianini che si è presentato a Bergamo con una doppietta (non solo di visite mediche, insomma)
Fra i difesa la nomination va certamente a Tavares, che sta facendo veramente la differenza per la Lazio a sinistra, fornendo prestazioni straordinarie e tanti assist. Va a Kalulu della Juventus che è addirittura arrivato in prestito dal Milan. Ma certamente a Buongiorno del Napoli che è riuscito a dare solidità (grazie anche al lavoro di Conte con i suoi compagni di squadra) a una difesa che veniva da un anno orribile. E ci mettiamo - in prospettiva - anche Kossonou, che sta cominciando a scalare gerarchie nell’Atalanta, e che diventerà certamente protagonista.
L’Atalanta è, appena dopo l’Inter, la squadra che fra le grandi ha “utilizzato” di meno il mercato. Negli 11 più utilizzati delle due squadre nerazzurre, praticamente in nuovi non ci sono: c’è solo Retegui nell’Atalanta. Facilmente spiegabile. All’Inter sono arrivati dal mercato soltanto Taremi e Zielinski (più Martinez come portiere) e vedremo se le rotazioni che Inzaghi ha cominciato a fare con grande frequenza, faranno salire il loro minutaggio. A Bergamo di fatto, rispetto alla passata stagione (al netto degli infortuni), è cambiato soltanto Koopmeiners, dei titolari. E se è vero che sono stati cambiati 12 giocatori è anche vero che la qualità media della squadra è aumentata notevolmente: le seconde linee (quelli che Gasperini utilizzava di meno) sono cambiate e oggi sono potenzialmente più forti. E infatti stanno giocando, piano piano, sempre di più.
Naturalmente ci sono anche le note negative del mercato, quelli che non hanno funzionato, almeno fino al momento. E non possiamo non partire da Douglas Luiz, che doveva essere uno dei grandi acquisti sul mercato della Juventus e invece finora ha giocato poco e raccolto (probabilmente) ancora meno. Quasi a sottolineare un po’ di nervosismo latente in questo momento della stagione. Di Koopmeiners abbiamo parlato prima, non lo possiamo definire una delusione: sta prendendo i ritmi (nonostante la cifra spesa). Certamente non ha brillato Soulé che si trova nella scomoda posizione di dover fare meglio di Dybala (o di dover togliere il posto a Dybala) invece di giocarci insieme, come magari sperava. Il contesto generale poi evidentemente non aiuta. Un piccolo passo indietro, rispetto alle prime partite, per Pavlovic che poi ora dopo il gol nel derby si trova in difficoltà a dover risoffiare il posto a Gabbia. Siamo obiettivamente (causa infortuni) ancora in attesa di Zaniolo a Bergamo e Hummels a Roma. E poi ci sono quelli che hanno fatto il loro (e che probabilmente sono la maggioranza) su cui sono riposte le speranze dei tifosi. Finora non si sono messi particolarmente in mostra, ma il che non significa che non siano stati funzionali. Magari diventeranno indispensabili…

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