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ESCLUSIVA TMW - Rapaic: "Divertivo la gente, oggi nessuno dribbla. Ho investito su energie rinnovabili"

di Gaetano Mocciaro
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Che fine ha fatto Milan Rapaic? Vecchia conoscenza del calcio italiano, ha deliziato la platea di Perugia per quattro stagioni, dal 1996 al 2000, facendo una seconda tappa italiana nel 2003 con l'Ancona. Fra i giocatori più talentuosi sfornati dal calcio croato, Rapaic si è dedicato ad altro una volta appese le scarpette al chiodo. È tornato nella sua Croazia, dove ha diversificato i suoi interessi. È lui a raccontarci la sua nuova vita, ripercorrendo le tappe principali della sua carriera, ai microfoni di Tuttomercatoweb.

Di cosa si occupa oggi Milan Rapaic?
"Faccio tante cose. Prima ero nell'edilizia, da un paio d'anni mi occupo di energia rinnovabile: eolica e solare, che rappresenta il futuro. Abbiamo acquistato 4 terreni, c'è un grande progetto e persone professionali che lavorano a questo".

E il calcio?
"Non l'ho abbandonato. Ho un'agenza, la World Soccer Group: gestiamo giocatori, facciamo scouting, service per le società, consulenza. L'idea è nata recentemente, non mi andava di parlare di calcio ma volevo passare all'azione. Ora che ho tempo libero mi ci sto dedicando".

Dove fate attività di scouting?
"Per ora solo in Croazia".

Il Suo rapporto col calcio italiano?
"Sono molto legato a Perugia. Una città, una piazza a cui voglio tanto bene da sempre e per sempre. Mi dispiace che adesso non giocano nei livelli che meritano, però speriamo un giorno sicuramente di tornare dove ci compete".

Recentemente però è arrivata la promozione in Serie B
"Vero, ma il Perugia non doveva nemmeno finirci in C".

Perché scelse proprio Perugia nonostante ci fossero altri club che potevano offrirle la vetrina di una competizione europea?
"Negli anni '90 esisteva solamente l'Italia, gli altri campionati erano a un livello molto più basso. Io volevo giocare in Serie A, mi piaceva il calcio e da voi era il top".

Si presentò però con diversi kili in sovrappeso. Si dice addirittura 12
"Ma no, non è possibile così tanti... magari 3-4 kili sì".

Di Lei si ricordano soprattutto le grandi giocate, che esaltavano il pubblico allo stadio
"Anzitutto giocavo per la mia società e la mia squadra, ma ho cercato di far divertire anche i tifosi. Adesso è diverso, non vedi più un dribbling, non ci sono i Totti o i Del Piero. Gli allenatori oggi ti ingabbiano. E poi c'è troppo calcio al computer. Tutti schemi, secondo me persino falsi. Ma alla fine la differenza la fanno i giocatori che non seguono schemi e faccio un esempio attuale: Mbappé".

Lei ha rifiutato diversi trasferimenti per Perugia. Poi fu costretto ad andarsene per il bene della società
"Avevo tutto: ero ben pagato, stavo alla grande e i tifosi mi volevano bene. Potevo andar via ma chi me lo faceva fare? In tanti sono venuti da me a parlare, però io avevo il contratto a Perugia non pensavo a cambiare aria. Poi Alesandro Gaucci mi disse che il club rischiava di fallire e che la mia cessione avrebbe salvato la società. E sono andato al Feberbahçe".

Come si è trovato in Turchia?
"Benissimo, uno spettacolo. Il Fenerbahçe ha una tifoseria di 30-40 milioni di persone, qualcosa di incredibile. E poi ho trovato infrastrutture all'avanguardia, stadi, e campi di allenamento fantastici".

Poteva tornare al Fernebahçe in un ruolo dirigenziale
"Il mio presidente ha perso le elezioni, adesso c'è un altro quindi ha scelto i suoi uomini".

A posteriori ha qualche rimpianto per non aver scelto una big?
"Non ho mai visto il calcio come un lavoro, ma come un gioco. Però devo dire di aver fatto una carriera molto importante. Sono fortunato, giocavo e mi pagavano: cosa chiedere di più? Mi sono goduto il calcio e dove sono stato sono stato idolo. Il fatto che mi vogliano bene dopo tanti anni mi gratifica".

Gol più bello della carriera?
"Tanti, è difficile scegliere".

Uno ce lo ricordiamo bene: con la nazionale croata, gol del 2-1 definitivo all'Italia ai Mondiali del 2002
"In quell'occasione ho sbagliato a tirare il pallone, ma è venuto fuori un bellissimo gol. Se lo prendevo bene facevo anche meglio".

Da croato e da scout: quali giocatori sono da seguire e da prendere subito?
"Dopo questo ciclo irripetibile che ha portato al secondo posto ai Mondiali servirà tempo per ricostruire una squadra vincente. Ma i talenti non mancano, anzi: scelgo due difensori che sono Mario Vuskovic dell'Hajduk Spalato e Josko Gvardiol, quest'ultimo già preso dal Lipsia. Con loro due siamo a posto in difesa per 10 anni".

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