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Roma Femminile, Bavagnoli: "Ricordiamo da dove siamo partite. Pronte per i momenti difficili"

di Tommaso Maschio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo la sconfitta di ieri sera al Camp Nou per mano del Barcellona e la conseguente eliminazione Elisabetta Bavagnoli direttrice della Roma Femminile ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi presenti toccando vari temi e soffermandosi soprattutto sulla crescita della squadra in questa stagione: “È stato già detto tutto sulle nostre fatiche, sul nostro periodo. Per me sono importanti i ringraziamenti e per questo ho chiesto di avere la possibilità di parlare con voi, di far presente quello che è un percorso di cui è stato detto tutto. Quello che abbiamo raggiunto la scorsa settimana a Roma, nella partita del record di presenze all’Olimpico, non sarebbe stato possibile senza il supporto dei media e delle persone che hanno speso parole importanti, parole di grande incoraggiamento e di grande sensibilizzazione nei confronti del calcio giocato dalle donne. - continua Bavagnoli come riporta Vocegiallorossa.it - Momenti difficili? Se non fossimo pronti a questo sarei molto preoccupata. Dico la verità, la squadra, io, noi, tutti quelli che stanno lavorando, non dobbiamo mai dimenticare da dove siamo partiti. Tutti devono ricordarsi l’umiltà sarei arrabbiata se non succedesse. In un percorso, in una cavalcata come quella della Roma di quest’anno, dove tanto è andato bene, certo che può esserci un momento di difficoltà. E se noi non siamo pronti ad affrontarlo, vuol dire che non siamo pronti ad affrontare una squadra di alto livello».

Quali sono stati i problemi da superare per arrivare a giocare allo Stadio Olimpico?
“Personalmente non conosco fino in fondo queste difficoltà. So soltanto delle problematiche di giocare all’Olimpico con due squadre maschili e il rugby. Non è stato semplice, non so dire cosa sia stato risposto alla mia società. Abbiamo sempre provato. Devo dirti altrettanto onestamente che non ci ho provato tre-quattro anni fa, ma da un anno a questa parte perché credo che ora sia arrivato il momento di sensibilizzare”.

Ti senti più soddisfatta ora da dietro le quinte? O sei un po’ invidiosa di non poter vivere in prima persona quello che Spugna sta vivendo?
“Me lo sono chiesto tante volte all’inizio, ho superato due anni fa i primi mesi in cui è stato difficile per me lasciare il campo. Sono sincera, non posso dire di averlo fatto volentieri. Io sono un tecnico, non sono nata dirigente. All’inizio ho fatto fatica. Altrettanto sinceramente, ero combattuta, mi chiedevo se stessi facendo la cosa giusta. Ma ho sempre risposto a questa domanda, e la risposta che ho sempre dato è che questo mi fa sentire bene, serena. Mi sono chiesta se avessi potuto fare qualcosa di più e di meglio, è importante la costruzione, il coinvolgimento. Credo di aver dato tanto a questo gruppo, di averlo iniziato. Adesso posso dire che ho fatto anche qualcosa di più di quello che ero riuscita a fare, non è un discorso di risultati, perché i risultati vengono, ma è un discorso di visione. Quando sono entrata in questo ruolo, ho cercato di condividere insieme ai miei compagni di viaggio quella che era la mia visione. Che non era la stessa di tante altre persone, di conseguenza con Tiago sono stata molto sincera. Le cose vanno fatte in un certo modo, ho chiesto se mi fossero vicini e lui mi ha risposto di sì. Sono molto serena e contenta che un allenatore come Alessandro (Spugna) possa star vivendo una cosa del genere. Non solo lui, lui e tutti i ragazzi, le ragazze e lo staff, che era lo stesso che stava con me. C’è gente che non è tutta la vita che vive il calcio femminile e questo l’ho trovato meraviglioso. Ci sono tante cose che devono essere migliorate, comunque”.

Puntate a essere la locomotiva del movimento?
“Mi piacerebbe essere questo. In quest’ultimo periodo abbiamo ricevuto tanti complimenti, da voi e da chi segue il calcio femminile. Ora siamo emerse con grande volontà, la cosa più importante è riuscire a mantenersi. In questo momento siamo primi, la nostra forza sarà quella di affrontare i momenti difficili e mantenerci a questi livelli”.

Avete visto Wolfsburg e Barcellona: qual è la prima cosa che copierete, alla quale vi ispirerete di più?
“Il problema è che sono tante le cose che vorremmo copiare dal Barcellona. Non so se possiamo dirlo. Come si fa a dire? Copierei La Masìa. Tutti copierebbero La Masìa, stiamo parlando di una società che è un’ispirazione e un esempio, anche nel calcio maschile. Quello che stiamo cercando di fare al Giulio Onesti è portare tutte le nostre squadre lì. Questa è la prima cosa, ma lo stiamo facendo in un centro che non è il nostro. Attraverso il grande lavoro dello staff stiamo cercando di dividerci gli spazi così importanti all’interno del nostro centro di allenamento con tutta quella cura del dettaglio che viene fatta dal Barcellona. Il problema è che non potremo mai eguagliare una cosa del genere perché il centro sportivo non è tuo. Non puoi mettere foto e cartelloni, la prima cosa che avrei fatto è mettere foto delle nostre ragazze. Lo stiamo facendo in piccolo: dentro alla club house, agli uffici, abbiamo messo le scritte nostre, della Roma. Stiamo cercando, nel nostro piccolo, di copiare, di fare quelle cose che sono importanti anche per una calciatrice. Abbiamo rifatto uno spogliatoio dove si allena la squadra con i nostri colori, le cose importanti. Vi potrà sembrare stupido, ma sono cose importanti. Quando siamo arrivati cinque anni fa le calciatrici non avevano questo, ora quando arriva una straniera, anche importante, una volta entrava e c’era lo spogliatoio semplice, ora c’è anche questo. Vogliamo provare a dare i comfort massimale alle nostre atlete”.

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