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Linari vs Florentia San Gimignano: botta e risposta social. Ma la calciatrice si scusa

di Claudia Marrone
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© foto di Federico Pestellini/Panoramic/Inside/Ima

Pochi giorni fa, nel corso della trasmissione di TMW Radio Tutto Calcio Femminile, è intervenuta Elena Linari, difensore dell'Atletico Madrid femminile e della Nazionale italiana: tanti i temi toccati dalla calciatrice, compreso quello della cultura calcistica italiana.
Che non è stato gradito in toto da Tommaso Becagli, presidente della Florentia San Gimignano. Questa la nota ufficiale riportata sulla pagina Facebook del club: "Non siamo soliti rispondere a chi esprime opinioni su di noi, in primo luogo per una ragione di eleganza. Ma questa volta credo che sia opportuno riflettere sulle parole che Elena Linari ci ha dedicato. Linari, che ha il merito e l’onore di rappresentare in maglia azzurra tutto il calcio femminile italiano, ha recentemente rilasciato un’intervista dove si è espressa sui limiti attuali del nostro movimento.

Elena Linari ha detto: “Il calcio femminile italiano è in ritardo perché l’italiano medio accende su Rai Sport e non vede nomi di squadre che colloca geograficamente. […] Tutte le squadre dovrebbero essere ricollegate e ricollegabili al maschile, anche per dare protezione alle ragazze. Se ti chiami Orobica, Tavagnacco e Florentia normale che manchino le risorse se arriva una pandemia come questa. Se ti chiami Fiorentina, Juve e Roma non succede”.

Ci sono alcune osservazioni da fare. La più importante riguarda la faccenda della protezione, perché la frase rischia di scivolare un pochino oltre i limiti del consentito, verso la diffamazione gratuita. Dopo le grandi risorse che abbiamo messo a disposizione del calcio femminile italiano, investendo in strutture, competenze, marketing e, soprattutto, in benessere per le atlete, non abbiamo intenzione di subire in silenzio questa prepotenza. Allo stesso modo, naturalmente non abbiamo intenzione di venire meno ai nostri doveri di protezione verso le atlete a causa di questa pandemia.

La seconda osservazione riguarda la pur legittima opinione che il futuro del calcio femminile non possa che passare dal salvifico interesse del calcio maschile, ripresa da Linari ma sentita più e più volte da diversi addetti ai lavori, soprattutto giornalisti e giornaliste. Da questo punto di vista non dovrebbe esserci bisogno di sottolineare che Orobica, Tavagnacco e Florentia SanGimignano sono in Serie A per meriti raggiunti sul campo, ossia giocando, vincendo e perdendo partite. Nello sport, per gli amanti dello sport, questi “particolari” dovrebbero ancora contare qualcosa.
In futuro, continueremo a giocare, perdere e vincere partite, con la solita passione.

Da parte nostra, non siamo così sicuri che “vestirsi da club maschili” sia l’unica via per promuovere il calcio femminile. In Europa esistono importanti campionati dove accanto a grandi club maschili esistono ottimi club femminili, contribuendo allo spettacolo e alla creazione di comunità e narrazioni dove la differenza è un valore.
Noi cerchiamo di dare il nostro contributo allo sviluppo del calcio femminile, nel modo più serio possibile e investendo molte risorse esclusivamente in nome di una passione, come molte giocatrici che ci conoscono sanno bene. Proviamo a essere non solo una testimonianza del passato del nostro sport, fatto di generosità, correttezza e tenacia, ma anche a essere uno strumento per il suo futuro, che dovrà essere fatto di valori, sostenibilità e professionalità.

Ci sembra che siano dichiarazioni infelici di tal genere a indicare come il più grande limite del calcio femminile sia in primo luogo al nostro interno, quando non crediamo nelle nostre forze collettive o ci dimentichiamo chi ha sostenuto il movimento fino a oggi. Elena Linari con queste frasi offende il lavoro di persone che da anni vivono il calcio femminile mettendo la propria passione e le proprie risorse prima di ogni cosa. E questo ci dispiace".

Non si è fatta attendere la risposta, via Instagram, della Linari: "Riassumo in questo breve comunicato, il mio pensiero relativo alle dichiarazioni radiofoniche che ho fatto venerdì sera in diretta a TMW Radio, durante la trasmissione TuttoCalcioFemminile.
Chi mi conosce davvero lo sa, che ho sempre privilegiato i Fatti, le Prestazioni e i Valori alle chiacchiere, soprattutto a quelle sui mass media. Non ho mai gradito e ricercato il protagonismo e la popolarità sui social media o mezzi simili, ma ho sempre preferito sputare sangue in campo nel rispetto dei tifosi, delle società e delle maglie che ho vestito, indipendentemente dalla riconoscibilità o popolarità che avessero. Nasco nella generazione in cui il calcio femminile non era quello dei loghi celebri, delle strutture mastodontiche e della rilevanza mediatica. Perció conosco profondamente il valore e il lavoro inestimabile che i club a “conduzione familiare” e considerati meno noti, hanno fatto in questi decenni. L’attuale sviluppo del calcio femminile si poggia sulle solide fondamenta gettate da piccole realtà chiamate Mozzanica, Torres, AGSM Verona, Torino, ACF Firenze e Brescia, solo per citarne alcune, dove lo sforzo globale era generalmente di imprenditori appassionati ma al contempo visionari.
Ed è lo stessa encomiabile passione e genuinità che sta contraddistinguendo negli ultimi anni l’operato di realtà ancora totalmente in rosa come Tavagnacco, Pink Bari, Orobica, Florentia e Napoli Femminile.
Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti insultati o snobbati dalle mie parole, ma come si può chiaramente evincere dalla registrazione radiofonica, i miei toni non erano minimamente denigratori e tantomeno presuntuosi.
A tutti coloro che hanno preferito dedicare 5 minuti del loro tempo a scrivere sui social network, anche cattiverie gratuite in maniera superficiale, voglio ricordare che sarebbe stato più utile ascoltare attentamente in questo caso, perché il tono delle mie dichiarazioni vi avrebbe chiarito meglio la mia vera posizione.
Chi mi conosce davvero lo sa, la persona che vinceva la Liga con l’Atletico Madrid è la stessa persona che si sbucciava le ginocchia nei campetti di provincia con la maglia dell’ACF Firenze.
Conosco bene le mie radici...".

Non siamo soliti rispondere a chi esprime opinioni su di noi, in primo luogo per una ragione di eleganza. Ma questa...

Pubblicato da Florentia SanGimignano su Martedì 2 giugno 2020

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Riassumo in questo breve comunicato, il mio pensiero relativo alle dichiarazioni radiofoniche che ho fatto venerdì sera in diretta a TMW Radio, durante la trasmissione TuttoCalcioFemminile. Chi mi conosce davvero lo sa, che ho sempre privilegiato i Fatti, le Prestazioni e i Valori alle chiacchiere, soprattutto a quelle sui mass media. Non ho mai gradito e ricercato il protagonismo e la popolarità sui social media o mezzi simili, ma ho sempre preferito sputare sangue in campo nel rispetto dei tifosi, delle società e delle maglie che ho vestito, indipendentemente dalla riconoscibilità o popolarità che avessero. Nasco nella generazione in cui il calcio femminile non era quello dei loghi celebri, delle strutture mastodontiche e della rilevanza mediatica. Perció conosco profondamente il valore e il lavoro inestimabile che i club a “conduzione familiare” e considerati meno noti, hanno fatto in questi decenni. L’attuale sviluppo del calcio femminile si poggia sulle solide fondamenta gettate da piccole realtà chiamate Mozzanica, Torres, AGSM Verona, Torino, ACF Firenze e Brescia, solo per citarne alcune, dove lo sforzo globale era generalmente di imprenditori appassionati ma al contempo visionari. Ed è lo stessa encomiabile passione e genuinità che sta contraddistinguendo negli ultimi anni l’operato di realtà ancora totalmente in rosa come Tavagnacco, Pink Bari, Orobica, Florentia e Napoli Femminile. Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti insultati o snobbati dalle mie parole, ma come si puó chiaramente evincere dalla registrazione radiofonica, i miei toni non erano minimamente denigratori e tantomeno presuntuosi. A tutti coloro che hanno preferito dedicare 5 minuti del loro tempo a scrivere sui social network, anche cattiverie gratuite in maniera superficiale, voglio ricordare che sarebbe stato più utile ascoltare attentamente in questo caso, perché il tono delle mie dichiarazioni vi avrebbe chiarito meglio la mia vera posizione. Chi mi conosce davvero lo sa, la persona che vinceva la Liga con l’Atletico Madrid è la stessa persona che si sbucciava le ginocchia nei campetti di provincia con la maglia dell’ACF Firenze. Conosco bene le mie radici... (prosegue)

Un post condiviso da Elena Linari (@elenalinari) in data: 3 Giu 2020 alle ore 1:28 PDT

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