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Via dal Taranto, Calvano si sfoga: "Non è arrivato lo stipendio di giugno, non potevo continuare"

di Yvonne Alessandro

Simone Calvano, arrivato lo scorso anno al Taranto, ha rescisso consensualmente il proprio contratto. Il comunicato del club granata recitava: "La società Taranto Football Club 1927 comunica di aver risolto consensualmente il rapporto contrattuale con il calciatore Simone Calvano. Il club rossoblù ringrazia Simone per l’impegno profuso e gli augura le migliori fortune personali e per il prosieguo della sua carriera professionale".

Ma per quale ragione ha scelto di dire addio e diventare così uno svincolato? Nell'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, edizione Puglia, lo ha spiegato: "Lo scorso anno, dopo la penalizzazione di quattro punti, il sentore che qualcosa non andasse c'era. All'inizio di questa stagione, invece, avvisaglie particolari non se n'erano registrate, anzi: erano tornati Miceli e Fabbro, senza dimenticare gli arrivi di Pierozzi e Schenetti. Poi, però, giovedì non ci è stato corrisposto lo stipendio di giugno ed è stata l'ennesima batosta: personalmente, non potevo più continuare questo percorso lavorativo".

Addio che fa male. "In questo momento provo estremo dispiacere, qualche mese fa ho ricevuto diverse proposte ma ho sempre anteposto il Taranto: in ballo c'erano il mio prolungamento e la fascia di capitano in una piazza della quale mi sono innamorato. Ripeto, però, che i presupposti per andare avanti non c'erano più: mi delude dirlo, ma la mia priorità era rescindere perché non avvertivo la giusta serenità. Siamo tutti sulla stessa barca: nelle vesti di professionisti, senza retribuzione è impossibile svolgere la nostra attività lavorativa.


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