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Piacenza, soffia il vento del cambiamento: che è quello giusto

di Claudia Marrone

Quando cambiare è la giusta soluzione. Si può risolvere in questa frase, la gara domenicale del Piacenza, che ha steso 1-3 in rimonta la Triestina in terra friulana, lanciando un bel segnale a un girone di ferro, dove proprio Piacenza e Triestina sono le deluse, quelle che hanno visto sfumare la B in finale playoff. A onor del vero, gli emiliani avevano visto sfumare la promozione anche all’ultima giornata del campionato scorso, ma la storia è ormai vecchia.

I nuovi innesti – Benchè mister Franzini non abbia condannato la squadra in nessun frangente, il primo tempo dei biancorossi non è apparso proprio brillante, con la Triestina che ha sfruttato una maggior fisicità, mancando però poi della reazione che ha invece avuto il Piacenza. Complici anche i cambi, perché la gara è stata vinta dalla panchina: al 13’ della ripresa sono infatti entrati Paponi e Sylla, che hanno ribaltato l’1-0 degli alabardati. Doppietta per il primo, un centro per il secondo.

Il cambio di modulo – L’intuizione di mister Franzini, è stata però soprattutto legata al cambio di modulo. Il 4-3-1-2 iniziale non aveva pienamente convinto, la squadra, per altro su un terreno reso pesantissimo dalla pioggia, faticava a ingranare, ed ecco quindi il passaggio al 3-5-2, con l’immediato inserimento di Giandonato, prima ancora che dei due attaccanti, e poi quello di El Kaouakibi. Le corsie esterne iniziano a lavorare con maggior fluidità, Zappella è determinante in occasione dei gol: più palloni giocabili, maggior aiuto alla difesa sempre pressata.

Piacenza da ora ridisegnato – E’ presto per dire se il 3-5-2 è il modulo congeniale per la squadra. Quel che c’è di certo, è che Franzini sa di poter contare su un vario scacchiere che consente almeno tre soluzioni tattiche, che non vanno a snaturare la squadra ma semmai a mettere in risalto le qualità dei vari componenti. Diversi tra loro, ma duttili. E per un mister questo è determinante.


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