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Reggina, duro comunicato di calciatori: "Nessun ammutinamento. Sono dichiarazioni gravissime"

di Tommaso Maschio

Nei giorni scorsi il dottor Michele Spinella, funzionario della Procura, intervistato da Antenna Febea aveva parlato di un ammutinamento da parte della squadra, ai tempi della gestione Aglietti, a causa del mancato accordo sui premi partita: “Ho chiesto a qualche calciatore, con cui ho un interlocuzione franca, cosa fosse successo nel periodo delle 10 sconfitte consecutive. È successo che i procuratori, il capitano, parlo della prima fase Alfredo Aglietti, si sono rivolti alla proprietà: 'società, dobbiamo stabilire i premi partita‘. Risposta: ‘Non ci sono soldi‘. ‘Come non ci sono soldi?’ E la squadra si è ammutinata".

La risposta dei giocatori amaranto non si è fatta attendere con un duro comunicato apparso sul sito del club calabrese:

"In merito ad alcune dichiarazioni rilasciate da un addetto ai lavori all'interno di una emittente radiofonica reggina, e riportate in seguito da varie testate online, i calciatori della Reggina 1914 intendono precisare quanto segue.

-Le dichiarazioni in questione, così come riportate, sono di una gravità unica e rappresentano un insopportabile insulto alla serietà ed all'integrità morale della nostra squadra, in quanto collegano il periodo di crisi di risultati, registratosi tra novembre e dicembre, ad una richiesta non accolta, inerente premi in denaro.

-Nessun calciatore della Reggina 1914, né in prima persona né tramite i propri procuratori, ha mai potuto fornire una simile notizia a chicchessia, per il semplice fatto che non ha mai avanzato una richiesta del genere alla società. Sfidiamo chiunque, in qualsiasi momento, a provare il contrario.

-Siamo stati i primi a soffrire per il suddetto periodo di crisi di risultati, collegabile solo ed esclusivamente a motivazioni calcistiche. In nome del legame con la città di Reggio Calabria e del rispetto per i colori amaranto, rispediamo al mittente, con forza ed indignazione, l'etichetta di “ammutinati” o di coloro i quali “se ne sono fregati del proprio allenatore”, e ci riserviamo fin da ora il diritto di adire le vie legali, a tutela della nostra immagine di uomini e di calciatori".


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