.

Un'altra notte per Phil Foden. Il talento scoperto in America dall'universo Guardiola

di Marco Conterio

C'è un giorno in cui Pep Guardiola scoprì l'America e a Houston aveva tutt'altro che un problema. No. Un'illuminazione, la benedizione di un talento destinato a scrivere pagine importanti del calcio britannico. Col cuore, coi piedi, con l'ingegno, in quella tournée statunitense, il Mondo scoprì le giocate di Philip Walter Foden da Stockport. "Da tempo non vedevo qualcosa di simile. La sua prestazione contro lo United è stata qualcosa di un altro livello. Ha diciassette anni, è un giocatore del City, cresciuto nell'Academy, ama il club, è un fan. Per noi è un dono". Dalla Greater Manchester al City è un passo lungo solo otto anni di vita, quando inizia con le giovanili. Studia al College privato St Bede's con la retta pagata dal club e nel 2016 firma il primo contratto con l'Academy. Nello stesso anno, Guardiola lo porta pure in panchina in Champions, nel luglio del 2017 quell'esordio americano.

Escalation Da lì è una scalata che lo ha portato a diventare anche una certezza dell'Inghilterra di Gareth Southgate e un titolare del Manchester City. O quanto meno uno dei primi a giocarsi il posto, dopo neppure cinquanta partite tra i professionisti. E' il più giovane ad aver vinto una Premier, il più giovane inglese a giocare uno scontro diretto in Champions, il più giovane a segnare in Champions. E così via. Un record dopo l'altro. E' uno dei perni del futuro dell'Inghilterra, un dono dal cielo di Stockport per Pep Guardiola.


Altre notizie