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TMW - Gravina: "Plusvalenze? Nessun tribunale accetterebbe mai dei criteri oggettivi"

di Ivan Cardia
Fonte: Da Roma, Dario Marchetti

Il caso Salernitana, ma non solo. Nel Consiglio Federale di oggi all'ordine del giorno vi era anche la questione plusvalenze. Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha illustrato quanto discusso con le componenti della federcalcio in materia: "In riferimento alle plusvalenze, ci devono essere dei criteri oggettivi, fermo restando che penso che sarebbero confutati un secondo dopo. I criteri oggettivi di oggi arriverebbero dalle leggi di mercato, che sono di natura soggettiva: nessun tribunale ordinario accetterà un criterio di questo tipo, lo dico oggi così sgombriamo il campo da equivoci. Ci sono altre modalità alle quali stiamo lavorando, ma solo ai fini di valutazioni nostre interne: non possono impattare a livello di bilancio di società di capitali. Tra l'altro le licenze nazionali le dobbiamo mandare alla giunta del CONI, che le manda alla COVIS: io ho ricevuto l'approvazione, sono state ritenute molto stringenti e severe, mi sembra che le modalità attraverso le quali procediamo siano chiare. Le leghe professionistiche, questo è un atto anche schizofrenico, a volte manifestano delle difficoltà, chiedono interventi per salvare il calcio italiano, ci chiedono di andare al governo e poi improvvisamente ritengono che queste cose non si debbano fare. Questa cannibalizzazione la lascio ai soggetti interessati, io devo fare sintesi di tutte le componenti: esistono delle regole e vanno rispettate. C'è un tema: c'è una valutazione politica all'interno del consiglio federale. Ho sentito parlare di aspetti fiscali: la FIGC ha adottato il principio del controllo in determinati periodi dell'anno sul pagamento dell'IRPEF. In altri settori c'è il ravvedimento operoso e si può chiedere la rateizzazione in cinque anni: i nostri presidenti no, devono pagare subito e punto. Se ci sono squilibri nell'ambito dell'economia di mercato che penalizzano le società di capitali io qualche riflessione la devo fare".


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