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Tifosi a Euro2020? Qui Roma: la FIGC punta (almeno) ai 15 mila. Anche grazie all’app

di Ivan Cardia

“Sono certo che inaugureremo l’Europeo a Roma l’11 giugno con Italia-Turchia. E lo faremo con la presenza del pubblico”. La linea resta quella pubblicamente dettata da Gabriele Gravina, presidente della FIGC, pochi giorni fa. L’Italia non ha alcuna intenzione di rinunciare alla passerella di Euro2020, e su questa barca c’è da dire che anche il governo sembra remare dalla parte della federcalcio. Per quanto la campagna vaccinale non aiuti più di tanto: come altre nazioni europee, anche il Bel Paese è parecchio dietro rispetto agli obiettivi immaginati mesi fa. L’Italia-nazione, però, è più vicina alla Germania che all’Irlanda: Dublino può permettersi di mollare il colpo, Monaco o Roma no di certo. Tanto più che, come ricordato da Gravina, è all’Olimpico che Euro2020 deve iniziare: Turchia-Italia, 11 giugno, è la partita inaugurale della rassegna continentale. A seguire, Italia-Svizzera il 16 giugno e Italia-Galles il 20 giugno, infine il 3 luglio una gara dei quarti di finale.

Anche un’app a supporto. L’obiettivo è almeno 15 mila tifosi. Come tutte le dodici città coinvolte dall’organizzazione dell’Europeo itinerante, anche Roma deve garantire la presenza del pubblico. Lo ha chiesto l’UEFA, ed entro il 7 aprile il presidente Ceferin vuole una lettera di rassicurazione in tal senso. A firmarla, ci dovrà pensare Roberto Speranza, ministro della Salute: la condizione sanitaria del Paese è ancora precaria, ma la federcalcio è in pressing sul governo per far capire che la vetrina sarebbe troppo ghiotta per farsela scappare. Che c’è la possibilità di ripartire in sicurezza. E per questo persegue tutte le strade. Quella su cui in via Allegri puntano forte è l’app Mitiga, che consente la registrazione del vaccino o di un test antigenico svolto nelle ore precedenti (48, verosimilmente) per accedere allo stadio. In quanti? Il 15 per cento della capienza vorrebbe dire 11 mila tifosi, l’obiettivo minimo di Gravina è fissato sui 15 mila, con la speranza che si possa andare anche oltre. Meno battuta, al momento, la strada di altri dispositivi, come per esempio i dischi che vibrando garantirebbero il distanziamento sociale. Ci saranno delle prove generali? A oggi, le amichevoli pre-Europeo fissate dagli azzurri sono in programma il 28 maggio a Cagliari e il 4 giugno a Bologna. Con buone probabilità, saranno quelle le occasioni per testare almeno in maniera parziale il rientro dei tifosi negli stadi e anche il funzionamento dell’app, anche se forse a quel punto avrebbe più senso spostarne almeno una all’Olimpico: la lancetta dei tifosi sugli spalti dello stadio romano è ferma al 29 febbraio 2020, Lazio-Bologna 2-0 con 40.000 sostenitori. Altri tempi. E per la cronaca, nonostante sporadiche dichiarazioni aperturiste di esponenti del governo o della politica in generale (di questi tempi è lo stesso), al momento riaprire gli stadi al pubblico per il prossimo campionato non è neanche argomento di discussione. C’è da salvare l’Europeo. Poi, magari, potrà fungere da volano per tutto il resto.


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