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Roma in apnea: tra infortuni e caos, è ora di reagire

di Debora Carletti

Troppo, tutto insieme. Tre punti in quattro partite, Saelemaekers out per due mesi per una frattura alla caviglia destra, Zalewski in bilico tra un rientro e un addio, Pellegrini in forte dubbio per la sfida contro l’Udinese per una contusione al ginocchio destro con presenza di un versamento e, dulcis in fundo, Dan e Ryan a Roma per capire (probabilmente) come uscire da questo vortice.

La sfida contro il Genoa ha riacceso i dubbi già emersi nella stagione precedente, nascosti sotto la sabbia tra la sosta estiva e il flusso degli eventi.

Lo scorso anno la Roma aveva chiuso al sesto posto: un campionato partito in salita con solo 5 punti in sei partite sotto la guida di Mourinho, una rosa troppo corta per affrontare tutte le competizioni e, non meno importante, un progetto fondato sull’instant team, che si è rivelato poco funzionale.

Quest’anno, però, le basi sono cambiate. Un mercato da oltre 110 milioni di euro, una rosa più lunga e giovane, e un progetto ben definito. Ma manca ancora un tassello: una figura di raccordo, capace di gestire la comunicazione con i media e fare da ‘parafulmine’ per la squadra. Un ruolo cruciale per proteggere società e allenatore da pressioni esterne e domande scomode, permettendo loro di concentrarsi solo sul campo.

Daniele De Rossi deve focalizzarsi unicamente su come gestire le partite e portare risultati, senza ulteriori distrazioni o interferenze. Senza scontri, pressioni esterne e pensieri dati da ‘topini di troppo’.

Ora che ogni pezzo del puzzle sembra al suo posto, è il momento di dare continuità al progetto e consolidare i progressi fatti. Servono calma, determinazione e fiducia: è da qui che la Roma può ripartire, lasciandosi alle spalle le ombre del passato e puntando a un futuro all’altezza delle aspettative.


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