.

Milan, domani l'ultima di Giroud: "Non pensavo di poter dare ancora quest'apporto"

di Pierpaolo Matrone

Olivier Giroud, attaccante del Milan ma già promesso sposo al Los Angeles FC, ha rilasciato un'intervista a L'Equipe: “Sono passati alcuni mesi, sapendo che ero alla fine del contratto. Ho preso questa decisione diversi mesi fa e si è concretizzata nelle ultime settimane. Già bisognava prendere la decisione di andare in Mls, poi dopo aver visto il club. Il peso degli anni comincia a farsi sentire e ho pensato bene. Giocare ogni tre giorni è sempre più complicato, soprattutto a questo livello. Non vado lì per fare il turista, ma penso che sia il momento giusto per me”.

Giroud ha raccontato poi di aver parlato con Zlatan Ibrahimovic del campionato americano (lo svedese ha giocato nei Los Angeles Galaxy): "Se ho parlato con Ibra della MLS? Sì, mi ha spiegato cosa mi aspetta. Mi ha detto che mi potrò divertire perché gli attaccanti hanno tante occasioni da gol. Mi ha anche detto di stare attento a non prendere dei colpi di calore quando, in estate, si giocherà a Houston o a Dallas”.

A livello realizzativo quella che si sta per concludere è stata la sua migliore stagione nel Milan, ma Giroud non è comunque soddisfatto: "È vero che a livello statistico ho fatto bene, ma non è il modo migliore per salutare il Milan. Tornando al discorso personale, ho fatto 14 gol e 8 assist in campionato. Pensando alla mia età, non erano in tanti a pensare che avrei potuto dare ancora questo apporto. Vuol dire che sono stato coinvolto spesso nel gioco e che ho dato il mio contributo”.

L'attaccante francese è poi tornato a parlare del suo rapporto con Ibrahimovic che compare anche nel suo documentario: “La produzione mi ha detto che sarebbe stato fantastico averlo nel documentario. Ci siamo trovati in un piccolo ristorante a Milano e abbiamo iniziato a parlare. Gli ho ricordato che al Milan mi ha accolto con una frase choc: 'Ricordati che a Milano c’è un solo re e sono io'. Abbiamo avuto un rapporto molto bello. C’è stato rispetto reciproco e confrontarmi con lui è stato stimolante, perché io sono un competitivo. Abbiamo vissuto dei momenti straordinari insieme al Milan come la vittoria dello scudetto due anni fa. Come lui, sono stato un leader a modo mio. Non sono abituato ad abbaiare. Cerco di parlare puntualmente e con pertinenza. E come dice Zlatan: 'È spesso il ragazzo che non dice nulla che è il più pericoloso'".


Altre notizie