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Maldini, stoccata a Scaroni: "In prima fila per lo Scudetto. Ma nelle sconfitte scappava prima"

di Alessio Del Lungo

Paolo Maldini, ex direttore dell'area tecnica del Milan, intervistato da La Repubblica, ha usato parole dure nei confronti di Paolo Scaroni, numero uno del club: "Il Milan merita un presidente che ne faccia solo gli interessi e dirigenti che non lascino la squadra sola. Lui non ha mai chiesto se serviva incoraggiamento a giocatori e gruppo di lavoro. L’ho visto spesso andare via quando gli avversari pareggiavano o passavano in vantaggio, magari solo per non trovare traffico, ma puntualissimo in prima fila per lo Scudetto. Ho un concetto diverso di condivisione e di gruppo. Posso dire lo stesso anche rispetto ai due Ceo, Gazidis e Furlani".

Maldini torna anche sulla trattativa per Lionel Messi, confermando l'interesse per il fuoriclasse argentino: "Dopo il Barcellona era libero e secondo proiezione sull’indotto ne valeva la pena, col decreto crescita. Leonardo ci spiegò che il Paris Saint-Germain era già avanti, così è rimasta un’idea".

Che cosa chiedeva Cardinale?
"Di vincere la Champions. Spiegai che serviva un piano triennale. Da ottobre a febbraio l’ho preparato con Massara e con un mio amico consulente: 35 pagine di strategia sostenibile e necessità del salto di qualità, mandate a Gerry, a due suoi collaboratori molto stretti e all’amministratore delegato Furlani".

Maldini parla anche di Tonali: "Avremmo fatto il possibile per non lasciarlo andare. Non siamo mai stati totalmente contrari a una cessione importante, ma non ’era necessità. Per Sandro spendemmo un quinto del valore di dominio pubblico e dovemmo discutere animatamente con Ceo e proprietà: non lo voleva neppure l’area scouting".


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