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Le grandi trattative della Lazio - 1998, 'El Matador' Salas si inchina alla Capitale

di Riccardo Caponetti

Ogni volta che segnava, si inchinava verso i propri tifosi. Per questo Marcelo Salas era soprannominato 'El Matador', che di inchini, ai laziali, ne ha fatti vedere tanti: 49 in 117 partite giocate dal suo arrivo nella Capitale risalente all'estate del 1998. L'alba dell'epopea biancoceleste targata Sergio Cragnotti, che per bruciare la folta concorrenza anticipa il suo acquisto al gennaio di quell'anno. "Il bomber cileno che il patron laziale ha preso a peso d’oro, convinto di aver trovato un altro Ronaldo, ha confermato ieri a Londra che l’unico ostacolo da superare prima del trasferimento in biancazzurro è la visita medica", scriveva in quei giorni il Corriere della Sera. L'esordio di Salas con la Lazio avviene il 13 settembre, nella famosa gara pareggiata a Piacenza con le reti di Stankovic e Simone Inzaghi nel finale. Che l'anno dopo arriverà a vestire la maglia biancoceleste e partirà titolare nella Supercoppa europea a Monaco contro il Manchester United. Dopo 23' minuti è costretto a chiedere il cambio, per una brutta gomitata di Stam, e al suo posto entra proprio Salas, che realizza la rete decisiva per la vittoria storica.

Nel triennio a Formello vince anche due volte la Supercoppa italiana, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e il secondo, e ultimo, scudetto della Lazio. Che nel 2001 lo cede alla Juventus a fronte di un investimento di 25 miliardi di lire, che non si rivelerà del tutto azzeccato. Attualmente è presidente e direttore sportivo del Club de Deportes Temuco, società cilena, ed è ancora il miglior realizzatore della sua nazionale con 45 gol all'attivo.


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